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[Sarpi – Shanghai +51] Pirateria e Media in Zhōng Guó (intro)

***intanto
grazie a Katia che nella notte mi ha destato con un sms. Mai così
gradito: il supercapo che viene mandato via e pure indagato – ed era l'ora – per il g8. Per
Colucci? Fournier? O forse – anche se non tecnicamente – grazie a
tutti i ragazzi e le ragazze che hanno raccontato gli eventi e grazie
a che li ha aiutati a farlo? Mi viene fuori perfino il
latinorum…
Testibus, non testimoniis
creditur. :-))) ***


Richiesto,
sollecitato 🙂 da Espanza, eccomi a scrivere di pirateria. Ok Espanz,
possiamo partire con il nostro piano globale totale…aspetto il tuo film, così lo linko, esattamente qua…:-) 

In realtà
ho deciso di imbarcarmi in qualcosa di più serio.
L'impressione che ho dopo due mesi in China, occupandomi, bene o
male, di comunicazione è che qui si sia in un nuovo periodo
molto simile al nostro boom della new economy. Le
università che vanno per la maggiore sono quelle che
propongono sofisticati corsi di marketing, economia (specie per stock
market e capacità di arricchirsi in fretta), design. Piccole
web company lavorano per Nike, Heineken, con progetti da 50mila euro
l'uno, quando il progetto è “piccolo”, vanno in Borsa,
scoppia l'ecommerce- mania, mentre in Europa si parla di crisi delle
piattaforme di vendita on line. Anche gli studenti vogliono i soldi
facili, ci si arrangia: prestiti da amici e tutto ciò che è
illegale, pirateria compresa. La questione è che, se la nostra
new economy ha impiegato 3 anni per svelare il suo flop, qui
probabilmente ce ne vorrà molto meno, perché i tempi
corrono a una velocità infinitamente più rapida.

Gli
spazi, ad esempio, per quello che viene definito email marketing,
sono praticamente chiusi, il bombardamento mediatico è
incredibile, la discrepanza sociale che viene a crearsi è
difficilmente narrabile. Sul mio cellulare cinese ricevo almeno 2 sms
al giorno di offerte, puttanate, bullshits. E' dura stare dietro ai
mille esempi che testimoniano lo scricchiolio di una società
che, pur nella sua cultura millenaria, si trova sbattuta in acque
agitate in termini di stabilità sociale. E hai voglia a
parlare di società armoniosa. L'unica armonia forse è
per gli uomini di Partito, finché la corrente è quella
giusta.

Allora,
partendo dalla pirateria, ho ritenuto più utile fare un
excursus su cosa ha significato sulla socialità cinese
l'avvento della cultura tecnologica e digitale, per beccare insieme
pirateria e trend economici, lavorativi, sociali. Ho avuto fortuna,
perché ho trovato un articolo lunghissimo, ma interessante,
molto, di David Moser, una delle firme di Danwei.org, il mio sito
preferito in termini di riferimenti medio-socio culturali sul
continente cinese. Ho deciso di tradurlo, mischiandolo con
riflessioni mie, fatte di esperienza vissuta e comparazione con
l'Italia. Poiché molto lungo lo divido in più post.
Intervallati dalle mie avventure cinesi, ne ho uno su piscina e bagni
(intesi come docce e vasche pubbliche) interessante…:-)

La
traduzione non è letterale, in alcuni casi divago o forse
aggiusto, in altri forse complico o non traduco troppo bene, in ogni
caso alla fine vi metterò i pdf di entrambi i documenti, così
che possiate compararli se proprio ci tenete…:-) Specie l'ultima
parte, che non mi ha convinto, sarà ancora più
tradimento, che non traduzione (come piace dire agli Appoggiati…)

Prima
di partire alcuni dati: ad ogni angolo di strada si possono comprare
copie piratate di qualsiasi cosa. Teniamo presente un punto di
partenza: un dvd originale costa 2 euro, una copia 20 centesimi. Per
noi non è niente, per loro è una bella differenza (con
2 euro si può pranzare e cenare anche a Shanghai in locali
tutt'altro che disprezzabili specie per la qualità del cibo:
noodles fatti a mano e zuppa 1 euro, dumpling fatti a mano e verdure
a 1 euro). Andare al cinema costa 9 euro. Un'enormità.

Uno
stipendio di un junior account è di 450 euro al mese, di una
consulente di una scuola di inglese, come già sapranno gli
aficionados, è di 170 euro. Un manager dell'industria del
tabacco coi controcoglioni, nel senso privo di scrupoli, che decide
di imbarcarsi in qualche black deal, arriva a beccare un milione di
dollari all'anno. Il più delle volte una buona parte è
cash. In nero. Ne ho conosciuto uno, anzi, un ex. Nel film
“Insider”
, mi ha detto, il 90 per cento delle cose
raccontate sono la pura verità
. Immagina cosa vuol dire
in China, il paese delle grey areas
.

L'era
Pre-Digitale

Negli
anni 90 l'avvento della tecnologia digitale e la possibilità
di accedere a numerosi prodotti illegali provenienti dall'estero, ha
portato a straordinari cambiamenti nel panorama dei media cinesi. Il
Governo si è trovato impreparato a un così rapido e
caotico scossone, ma ha cercato fin da subito le contromisure. In
gioco c'era un leit motiv particolarmente caro alla nomenklatura: il
rischio della corruzione dello spirito cinese. La velocità
degli eventi, unita alla particolare forma di controllo del Governo
sui media, hanno dato vita a una forma del tutto peculiare di
Schizofrenia da parte del Partito Comunista nel suo rapporto
con i media.

 

Sebbene
la caduta della Banda dei Quattro (nel 1976 muore Mao Ze Dong, il 9
settembre: è guerra interna. La Banda dei quattro,
Jiang Qing, vedova di Mao, Wang Hongwen, Zhang Chunqiao e Yao
Wenyuan, sono accusati di complotto contro il Partito e lo Stato,
inizia una campagna contro di loro, il processo sarà nel 1980.
Nel 1977 Deng Xiao Ping, prima accusato di fare parte del “vento di
destra”, vince la sua battaglia e diventa Vice Presidente del
Comitato Centrale del Partito)
alla
fine della Rivoluzione Culturale, aveva portato a un disgelo della
vita politica
quotidiana cinese, il Partito Comunista ha continuato,
nel corso del tempo, ad assumere un ruolo di centralità in
termini di controllo su tutto ciò che in China è
comunicazione. Tutto ciò che arrivava dall'estero era
sottoposto a censura o addirittura completamente escluso dai media
locali.

Il
controllo era possibile sia grazie ad una bassa diffusione dei mezzi
di comunicazione (nel 1980 solo il 5% della popolazione urbana
possedeva un televisore), sia per il fatto che nessuno aveva accesso
al satellite per vedere programmi stranieri. Per i normali cittadini
era piuttosto complicato, se non impossibile, lasciare il paese:
venne così a mancare la possibilità di portare
dall'estero musica o film o più in generale conoscenze e
trends. I Compact disc e i Dvd non esistevano ancora, solo
alcuni film provenienti dalla Russia erano piuttosto
familiari al pubblico, a simboleggiare l'alleanza cino sovietica.
Dall'America non arrivava quasi nulla. Alla fine degli anni 80 gli
unici due film conosciuti erano The Sound of Music (ovvero
Tutti insieme appassionatamente
) e Via col vento.

(segue)

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3 Responses

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  1. beirut says

    Per Katia, ti ho mandato sms, anyway non sei l’unica e cmq non è cosi’ difficile…:-P qui siamo 6 ore avanti. Ora da voi sono le 18.16, qui 00.16. Cmq no prob, non dormivo…è che umidità a 200%, aria condizionata a palla e escursione tra giorno e sera mi hanno ovviamente colpito e rese insonne come un bacco raffreddato…e cmq è stata una gradita news, anche se alle 4 e mezza di notte…:-))**

    Espanz: Liknato!! domattina, mia, piazzo la seconda parte che entra un po’ nel vivo della questione e ti rilinko…:-***

    ciao
    b.

  2. espanz says

    fatto 🙂
    il pezzo sul film e’ su,
    in attesa di nuovi strabilianti flussi ridondanti

  3. katia says

    azz, ti ho svegliato? Uff, non ho ancora capito come calcolare il fuso orario.
    Cmq, pare che sia per Colucci- attualmente indagato per falsa testimonianza – Pare, dico, pare che il “capo” abbia fatto alcune pressioni per far si che Colucci in aula cambiasse la sua versione circa l’arrivo di Sgalla alla diaz. Cmq, tra poco se ne saprà di più….
    baci