Sul
villaggio olimpico, da raccontare, ce ne sarebbe per i beati, come diciamo a
Genova. Per ora comincerei con una nota di cronaca. Oggi leggevo le
istruzioni dello scintillante accredito visto dai mille poteri di cui
siamo dotati per queste olimpiadi pechinesi. Lo leggevo in
metropolitana, cui abbiamo accesso aggratis, poco prima di arrivare
al villaggio olimpico. Quando sono arrivato ho visto distese di
poliziotti e gente esausta a terra, seduta, sudata, coricata. Altri
invece ebbri sfoggiavano gli ultimi biglietti acquistabili, dopo
circa 30 ore di fila. Altri: erano ancora in fila! Leggendo le istruzioni multilingua e i ragguagli delle autorità sportive e politiche italiane, mi è capitato l’occhio su
alcune cose scritte circa il visto tipo: "se vogliamo noi, il governo cinese, te lo
togliamo, ti sbattiamo in galera e per otto giorno neanche tu saprai
dove sei, figurarti i tuoi famigliari. Avvocato? Cosa è?"
Pensavo:
la solita esagerazione.
Poi
oggi è successo questo, mentre io altri due impavidi italiani
facevano lo scambio di identità per entrare in zone vietate…
A
reporter and cameraman from Now TV filming the incident were ordered
by public security officers to stop and erase the recording. They
refused and were detained in a police vehicle until a Hong Kong and
Macau Affairs Office representative arrived to mediate.
Now
TV issued a statement accusing the authorities of interfering with
press freedom. It said it was the second time in a week its reporters
were obstructed.
And
then there’s Xinhua’s version of the story which accuses the reporter
of:
1. breaking through the crowd-control barricade
2. kicking
a police officer in the groin
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