Per il reato di cospirazione l'autorità giudiziaria di New York aveva emesso un ordine di cattura internazionale per l'uzbeko Alimzhan Tokhtakhounov: nell'agosto del 2002 la guardia di finanza italiana, con l'aiuto dell'FBI, arresta «il taiwanese», così chiamato in Russia per i suoi occhi a mandorla, a Forte dei Marmi dove ha una villa. La corte d'appello di Venezia, dove viene trasferito, convalida l'estradizione.
Tra le accuse spunta anche quella di frode sportiva: il presunto boss mafioso russo – definito dall'allora ministro degli interni russo Rushailo un piccolo truffatore dalla fama esagerata – avrebbe infatti pilotato l'esito delle votazioni di due finali di pattinaggio alle olimpiadi invernali di Salt Lake City del 2002, favorendo i russi Berezhnaya-Sikharulidze. Il reato è quello di frode sportiva, «che in Italia significa una pena inferiore ad un anno, che non basta per concedere l'estradizione», precisa oggi l'allora avvocato di Tokhtakhounov, Luca Sardelli: «la Corte di Cassazione ha rigettato l'istanza e ora è un uomo libero». Per l'FBI «Taiwanchik», titolare di svariati passaporti, era invece uno dei cinque pilastri della mafia russa: in particolare avrebbe fatto ballare 50 milioni di dollari tra Italia, Isole Cayman e Stati Uniti in giri di armi, prostituzione, droga, estorsioni. All'epoca dei fatti sul sito del tennista ucraino Medvedev compariva una foto con Tokhtakhounov e i campioni Safin e Kafelnikov, subito rimossa dopo il suo arresto.
Nelle intercettazioni sul presunto padrino finiscono molti nomi: tra loro quello di Marco Trabucchi, padre veronese e madre russa, che porta Nigmatullin, portiere promessa del calcio russo, considerato l'erede del ragno nero Yashin, al Verona. Trabucchi compie un'operazione show, perché il Verona ottiene il ragazzo a costo zero. Per Trabucchi però le cose non si mettono bene: nel 2004 finisce nel mirino della procura di Roma in un'indagine per associazione di stampo mafioso. Pesano i presunti contatti con Tokhtakhounov e un giro spropositato di stelle dello sport giovanile dell'ex Unione Sovietica. Di queste indagini Il Giornale rivelò alcuni retroscena: la polizia avrebbe infatti registrato una conversazione fra Trabucchi e un procuratore italiano durante la quale si farebbe esplicito riferimento al trattamento che sarebbe stato riservato a Nigmatullin. Trabucchi sostiene che il portiere sarebbe stato sequestrato dalla Gea: «ha firmato per loro, ieri gli hanno preso il cellulare, gli hanno detto di non parlare con nessuno. Moggi si era messo d'accordo col presidente del Lokomotiv».
Ruslan Kazan Nigmatullin, nato a Mosca il 7 ottobre 1974, dopo gli esordi nella squadra del KamAZ-Chally B, prende il largo: Spartak Mosca, Lokomotiv Mosca, nel 2000 fa il suo esordio nella nazionale russa, due anni più tardi sbarca a Verona, dove disputa una sola partita. Poi ancora Spartak Mosca, Salernitana (14 presenze), poi un triste declino fino al modesto Terek, in Cecenia. Oggi è senza contratto e fa il commentatore televisivo. Sognava di andare alla Juventus, si è ritrovato al centro di una trama da spy story. Prima del suo trasferimento a Verona, da Roma smentisce il suo passaggio alla Lazio: «voglio la Juve» afferma e aggiunge di avere un appuntamento a cena con Luciano Moggi e con suo figlio Alessandro. Per la Gea fu un semplice abboccamento, per i pm romani – che indagano sulla società dei procuratori figli di papà nell'ambito della quale sono sotto inchiesta per illecita concorrenza con minacce e violenza Moggi senior e junior, Chiara Geronzi, Davide Lippi e Tommaso Cellini – Nigmatullin sarebbe stato sequestrato dai procuratori della Gea in un albergo romano, senza possibilità di comunicare con alcuno. Una sorta di rapimento per costringere il calciatore alle proprie condizioni, che costituirebbe un drammatico esempio del modus operandi della Gea.
Ieri Nigmatullin è stato ascoltato per oltre 5 ore come persona informata sui fatti. All'uscita poche parole, come le sue prodezze italiane: «in Italia pensavo che il calcio fosse diverso, ho giocato poco e mi dispiace molto». Dopo di lui è stato ascoltato anche Trabucchi: per i magistrati l'istruttoria si è praticamente conclusa e nei prossimi giorni ci sarà il deposito degli atti. I pm non hanno confermato, né smentito l'ipotesi che ci siano altri indagati.
[dal manifesto, 08-11-06, spi]