Sai che è morto il vostro vicepremier?
Eh?
Davvero!
Hey guarda che qui in China creare notizie false e tendenziose è pericoloso, devo chiamare la Polizia? 🙂
Hey cazzo è morto davvero.
Ok andiamo a vedere.
Anche il mio amico usa Xinhua, l'agenzia di stampa governativa. Ci mette un po' a caricare.
Oh My God!
Sei triste?
Ah ah ma che cazzo dici, questo era proprio un pusillanime! Ah ah ah mi faccio una risata, i politici sono disprezzabili.
Ma che tipo era?
Uno che non ha mai lavorato in vita sua, un incapace, aveva solo buone relazioni. E' morto? Mi faccio una risata.
Poco dopo arriva un altro amico.
Hey hey, hai visto chi è morto?
E' giù a ridere.
Tutto il mondo è paese, forse. Mentre ci si prepara a Mantova e qui in China si cercano segnali, senza che si possano trovare, che ricordino quanto accaduto nella notte tra il 3 e il 4 giugno del 1989, ieri si è appresa la notizia della morte di Huang Ju, vice premier cinese, da tempo dato per malato da alcuni, per scomparso da altri. Sesto membro del Comitato Permanente del Partito Comunista Cinese, era stato anche sindaco di Shanghai. Proprio la sua appartenenza alla cricca di Shanghai, dicono i maligni, lo aveva facilitato nella sua scalata politica, pur non essendo considerato particolarmente dotato.
Quando la cricca di Shanghai ha avuto qualche problema a inizio anno, ogni tanto qui ci sono i regolamenti di conti tra diverse camarille politiche, era scomparso. Si diceva per una malattia – le agenzie italiane per rendere misteriosa ogni cosa in China hanno scritto, “per ragioni imprecisate”, mentre invece in China è scritto chiaro e tondo: cancro – ma alcuni sospettavano una clamorosa scomparsa, dovuta ad altri motivi: l'accusa di corruzione per il suo braccio destro.
Ai cinesi sembrano non interessare più di tanto i testosteronici scontri politici tra gruppi di potere, ma ieri sera, in un bar, tutti zitti a guardare la tivù durante il ricordo del defunto da parte di non so quale trombone di Partito. Tutti concentrati, ognuno a pensare ai fatti propri e probabilmente con in testa le stesse idee dei miei amici. Certo la stranezza rimane: il numero sei, su nove, muore e già oggi non ci sono altre notizie, tutto è uguale a ieri. Sugli eventi del'89 nemmeno l'ombra. La gente, se ne parla, ne parla tra le mura domestiche, si fa finta di niente nella vita sociale.
Poi in tivù è il turno di un tipo che viene intervistato. Sono con la mia amica, le chiedo chi sia. E' uno che proprio non mi piace, Perché, le chiedo, Perché ogni volta parla male della China e vuole l'indipendenza di Taiwan, Ah, dico, Che ne pensi tu?, mi chiede.
Uh. Nel secondo in cui ci penso, compare una bandiera rossa. Decido di assecondarla perché so che risposta vuole. Sono fissati con l'unità nazionale. La China è una!, pontifico, sorseggiando un succo di papaya e qualcosa che non so cosa sia. Infatti!, risponde tutta contenta, dopo aver cambiato 50 volte idea su cosa voler bere. Sinceramente io non sono sicuro della mia risposta.
Infine. Avrei voluto parlarvi anche di Zheng Xiaoyu, ex capo della Food & Drug Administration cinese, condannato a morte a fine maggio per tangenti. Ma né Google, né Yahoo, dopo la prima ricerca, forniscono informazioni. O se la ricerca dà qualche risultato, le pagine sono irraggiungibili. Qualcosa di più si trova sull'incredibile flash mob accaduto a Xiamen: una protesta nata dal tam tam di sms contro la costruzione di una fabbrica chimica. Tutti sti cazzo di cellulari a qualcosa servono. Nel frattempo un altro giorno è andato, tra notizie che si ripetono uguali, pagine di “Errore nel caricamento” e ritmo lento come un tango straziante, in cui sembra piuttosto facile sbagliare il passo.
Giornate senza senso, come un mare senza vento,
come perle di collane di tristezza…
Negli angoli di casa cerchi il mondo,
nei libri e nei poeti cerchi te,
ma il tuo poeta muore e l' alba non vedrà
e dove corra il tempo chi lo sa
la cina e’ una ahahahhaha, m-i-t-i-c-o!!! :))