È
terra
compagni, è terra
terra secca da guardare
buona
per camminarci sui ginocchi
e per pregare.
E
grazie a Ricky per le foto. Che Shanghai ha questi angoli nascosti e
ogni volta che ci torno cerco i posti e gli aspetti che mi ricordano
di lei.
Farne parte, in parte, mi rende quietamente soddisfatto.
Riconoscerne antri sconosciuti mi permette di fingere una sorta di
vita comune che, in ogni caso, non si può raggiungere.
Shanghai ha angoli incandescenti dal profilo umano: non sono quelli
consueti e decantati.
Sono quelli degli shanghainesi, i posti in cui i locali si sentono
padroni e a casa, in una città che sembra tentare di
espellerli in nome dei cambiamenti, in una città che sembra non volerli.Rabbia e rassegnazione, orgoglio e fastidio.
Qui Si Ba.
Dietro
ai grattacieli ci sono vicoli e vicoletti, shikumen e vecchi palazzi
con rassegnati e tristi e vecchi e rovinati bowindow (o bovindi, all'italiana), che ricordano le parlate
europee e le coste atlantiche della Lusitania.
Eppure la concessione
famosa era quella francese.
Eppure
Shanghai è tutta fottutamente nuova.
E poi miliardi di negozietti improvvisati,
parrucchieri, cibo ovunque.
L'anima di ogni città la cerco
nelle facce e ai lati delle strade.
Shanghai è un regalo da
liberare dal suo involucro e dai suoi fiocchetti occidentali e cinesi
all'occidentale.
E la sua decadenza ha tanto più fascino
quanto sputata in faccia, gridata alle spalle e urlata con dolore.
Eravamo grandi.
Arrivati
ad una certa età si sceglie la proprio fine, o almeno si
prova, tentando di essere coatti al cuore, per vedere se c'è
tempo ancora.
Oppure
non farsi più trovare. Dietro il fascino così simile alle nostre megalopoli.
I cinesi hanno discorsi pieni di aneddoti e di proverbi. La loro cultura affonda in millenni di storie e detti popolari. Sempre meno sono quelli che ricordano le storie delle corti, di imperatori, di cortigiani e servi maligni, di amori impossibili.
Ma un proverbio sembrano ricordarlo tutti: nessun Dragone può mai vincere contro un serpente nella sua tana. Gli shanghainesi hanno fatto propria l'immagine, tanti piccoli serpenti, pronti ad affrontare sto cazzo di Dragone.
Ah
poi c'è il Bund. Spietato nella sua memoria. Tremendo nel suo
concedersi a tutti. E in multicolor, ma da solo.
E
vedo gente e c'è lavoro
e c'è sempre vento in
strada
ad aspettare noi che siamo qui a vedere
e a camminare
e nel nostro viaggiare
e volere ricordare e toccare e camminare
in questa smania
dimentichiamo posizioni, rotte e nomi
e
siamo piccoli, stupiti viaggiatori soli
si’ ma c’e’ chi a shngh ci fa qualcosa di piu’ costruttivo, non come te che fai il turista occidentale per di piu’ poeta… 😛
http://it.youtube.com/watch?v=H_NrAqzw1R0