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[Shanghai] Deserti al contrario

Funziona
così, che le metropoli acide e grigie sono luoghi che seguono
e suggeriscono stati d’animo. E le luci e ombre, angoli e spiazzi,
comportano mutamenti di stati d’animo, prospettive. Tutto in fretta,
o tutto lento, con lo sguardo a perdersi. E per scovare colori,
spesso, bisogna semplicemente rivoltarsi e trovarli nel punto più
buio. Questo genere di metropoli, ovunque siano, regalano attimi di
malinconia, tinta di speranza.

Le
piazze sono vuote le piazze sono mute per combattere l’acne sono
tutti in ferie maratone sulle tue arterie sulle diramazioni
autostradali sui lavori in corso solo per farti venire e invidiare le
ciminiere perché hanno sempre da fumare le notti inutili e le
madri che parlano con i ventilatori negli inceneritori le schede
elettorali e i tuoi capelli che sono fili scoperti costruiremo delle
molotov coi vostri avanzi faremo dei rave sull’enterprise farò
rifare l’asfalto per quando tornerai.

Shanghai
è un altro veleno, un altro deserto al contrario. Eppure, più
vorresti andartene, più ti senti divorato dal sentimento di
rimanere. Più non ne puoi più di tante abitudini,
divertenti per i turisti, infinite se devi vivere qui, più
vorrei arrivare a trovare un luogo affacciato sulle discariche e sul
mare.

I
semafori cominciavano a lampeggiare
centimetri tra le nostre
bocche con un contratto andato a male
le istruzioni per
abbracciarsi
e per ballare negli scompartimenti delle
metropolitane
sarà l’effetto serra il nostro carcere
speciale
le fotocopie del cielo milanese
che Milano era
veleno, che Milano era veleno
era un deserto al contrario
un
cielo notturno illuminato a giorno
da stelle cianotiche da stelle
con tuo nome

Le
poche parole, oggi le avrei voluto mettere tutte, sono di un gruppo (che poi è uno, accompagnato da musicisti niente male), Le Luci della Centrale Elettrica.
Grazie a lui e a Michela. In attesa di rifare l’asfalto, è già abbastanza.

Posted in Pizi Wenxue.