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ottobre 1517: Martin Lutero affigge sulla porta della chiesa di
Ognissanti a Wittenberg (Germania) 95 tesi sulle indulgenze. 17
ottobre 2008: a quasi 500 anni di distanza, San Precario affigge
sulla porta della Cattedrale di Ognisoldi di Milano le 95 tesi sulla precarietà. Un saluto e un abbraccio: alle 95 tesi e
alle tante incursioni di una giornata emozionante. Fra la borsa e la vita***
Riti, rituali, passaggi: le cene a Pechino. Dopo
i granchi di Playa Giron, quelli di Pechino. Si organizza una cena.
Uh, che si mangia? Mah, volevamo prendere i granchi, ma costano
troppo, quindi si mangerà qualcos’altro, mi dicono.
Arrivo
nella casa e dalla cucina, anzi nel lavello vedo spuntare granchi
tutti indaffarati: cercano di uscirne, di corsa verso una salvezza
vana. Ovviamente non abbiamo avuto pietà. La pietà non
è di questo mondo. Ma se al mercato costavano troppo, dove gli
abbiamo presi, chiedo. Su internet, è la risposta. Quindi
nessuna salvezza per i granchi di Internet.
Si
pasteggia in attesa dei granchi: si beve acqua. Non si può
bere birra se si mangiano i granchi. Lo dicono gli amici/amiche
cinesi che preparano. Io già non capisco una fava di cinese,
figurarsi se riesco a intuire la millenaria cultura dietro tale
divieto: mi spiegano: fa allergia o qualcosa del genere. Nell’attesa
si chiacchiera: uhm conoscete Berlusconi? Risposta: come mai in
Italia il primo ministro conta più del presidente? Una volta
spiegati (da altri) i misteri della repubblica parlamentare del Paese
Allo Sfascio, proviamo ad aizzarli: sapete cosa ha detto Berlusconi?
Che i cinesi bollivano i bambini! Ci guardano. Sorridono, poi con la
scusa dei granchi da gestire, mettono in frigo la discussione.
Arrivano
i granchi: si mangiano con le mani, con una meticolosa e serissima
procedura, e si intingono in una salsa di soia interamente coperta da
pezzetti di aglio: sfondo nero su patina bianca. Detriti a navigare
nel mare nero. Ottimi. Per l’occasione si beve una specie di vin
brulè che stapperebbe anche un cadavere raffreddato.
Poi:
salame di cioccolato e estasi suprema. A quel punto viene presentata
una bottiglia d’acqua colma di piccoli semi: è una spezia.
Dopo poco i semi si trasformano in piccoli grani ricoperti di una
specie di stoffa setosa: sembrano i cazzilli del kiwi. La beviamo: sa
di kiwi, dice qualcuno facilmente impressionabile. Si conclude con la
verità innegabile: non sa di un cazzo. Dall’ingenuità
possono nascere dei piccoli miracoli, o anche delle grandi stronzate,
come disse Faber. Fa bene alla salute però, ci viene detto.
Si
chiacchiera. Spunta del pesce essiccato: le cene non finiscono mai.
Il pesce si pesca tirando a lungo con le mani, fino a staccarne il
pezzo desiderato: sembra focaccia di Genova, quella che chiamiamo
ciungaiosa (da chewing gum). A mani dal sacchetto ognuno pesca il suo
ennesimo pezzo di mare. L’odore è come quello dei negozi di
sottoripa di Genova che vendono baccalà: è seppia, mi
dicono. Poi via, a casa, nella notte pechinese, calda e con una
specie di bruma che si alza lenta, a creare strati di atmosfera
diversi: rarefatta, densa, lucida. Inquinamento o condensa dei miliardi di litri d’acqua che finisce su ogni superficie calpestabile. Da lavare, lindare, fare brillare.
Ma
adesso che viene la sera e il buio
mi
toglie il dolore dagli occhi
e
scivola il Sole aldilà delle dune
a
violentare altre notti
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ho appena visto il nostro su rai2, nel lancio del nuovo disco
cantava Il Rimedio e Last minute.
La prima non mi convince un granché, l’altra è bella, anche se tu, abbellinato, già hai avuto modo di citarla qui, viva la connessione moderna.
Devo dire onestamente però..che mi ha catturata molto di più il tastierista, a questo giro.
a me quelli di san precario sembrano giochini per bambini scemi
è vero, costano tantissimo
infatti l’altro giorno quando me li hanno offerti ero un po’ stranita e stupita. sono buonissimi, vi racocntero’ anche io
e tra un granchio e l’altro, ci aspettiamo
🙂
a prestillimo