Skip to content


[Pechino] Il Caimano

È
come il giorno che cammina,
come la notte che si avvicina,
come
due occhi che stanno a guardare,
da dietro una tenda e non si
fanno notare.
È come un albero nel deserto,
come un
trucco non ancora scoperto,
come una cosa che era meglio non
fare,
come il cadavere di una stella, sulla schiuma del mare.
È
fulmine, è grandine, è polvere, è siccità,
acqua
che rompe l’argine e lascia una riga nera,
al primo piano della
città.
C’è qualcuno che bussa, baby, aspettavi
qualcuno?

Non
sono gli ufo di Shanghai, segnalati da cauz. A bussare è qualcun altro. E’ che tra due settimane Silvio Berlusconi
sarà a Pechino. Oltre ad essere un ghiotto piatto per l’ispirazione di Blackswift…è un evento storico.

Ricordiamo la chicca di politica estera che lo
ha reso famoso da queste parti:
«In
Cina bollivano i
bambini
».

Ora
posto che le strade della capitale si riempiranno di scarpe di legno,
marsupi e giubbettini stile monclear tipica dei nostri in
boghese
, telefoni criptati, direttive, informative, segrete, servizi, attenzioni, panici improvvisati, torte al formaggio e cazzo dove lo trovo un caffè in sto posto di cacariso, scatta il concorsone: come vorreste che gli expat accogliessero Lui, Premier dell’Italia Bella?

Escludete,
please, cose troppo reali, che altrimenti ci chiudono tutto e non mi
va di mangiare i ravioli osservato da scarpe appuntite e luminose, sentire gracchiare il telefono, eccetera. 

Non è la storia, è colui che la racconta.

C’è
qualcuno che bussa, baby, aspettavi qualcuno?
Ho guardato nel
buio, baby, e non ho visto nessuno.
Troppe volte zero, baby, non
vuol dire uno,
c’è qualcosa che brucia in tutto questo fumo

Posted in Pizi Wenxue.


8 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. b. says

    lilli, arriveranno i commenti: volevo mettere un post prima di partire, poi da qui cerco di farmi meno sangue amaro possibile…ma arriveranno.
    🙂
    b.

  2. lilli says

    si anch’io odio la parola expat! che vomito.
    se mi vengono in mente altre chicche della greca te le scrivo 🙂 quando l’ho conosciuta era reduce da qualche anno in Cina e “quando ero a Beijing…” era la frase piu’ pronunciata nella nostra cucina.

    anche secondo me le comunita’ di stanieri all’estero vanno osservate! potrei dedicarmi ad un’etnografia in qualche posto esotico, ma credo finirebbe in massacro.

    btw io sto ancora aspettando i tuoi commenti sulla crisi del manifesto..aspetto invano?

    cia’
    l*

  3. b. says

    lilli, la parola expat mi è venuta improvvisa e nel momento stesso in cui l’ho scritta mi sono stupito, perché non mi piace. expat, né pat. la questione è che mentre scrivevo pensavo a quanto dettomi da una tipa un po’ di sere fa. Pensavo alle sue parole, ma anche al suo intercalare. E ripeteva expat di qua e di là. Un po’ come per me dire belin. Allora stavo pensando a quanto mi aveva raccontato, una storia curiosa e un po’ surreale, tra il mistero e il comico, e mi stavo convincendo a ragionare di più su quanto accade in certe “enclavi di stranieri”. che sei qui, guardi la Cina e ti sfuggono alcuni particolari. e ho scritto expat quasi a volermi annotare questa cosa. poi il tuo commento. 🙂

    p.s. dopo “twice” ce ne devi dire un’altra se te la ricordi…:-)
    ciao
    b.

  4. lilli says

    non partecipo al concorso (al momento non mi viene nessuna idea di accoglienza favolosa e divertente)
    ma il tuo uso della parola expat mi ha fatto venire in mente una ragazza con cui ho vissuto un anno, figlia di un alto esponente dell’ONU e cresciuta nelle comunita’ expat in giro per il mondo – viziatissima, ricchissima e piena di problemi, amava uscirsene con frasi come: “quando ero a cena con Nelson Mandela…” “…ah, hai cenato con Mandela??” ” well yes, TWICE” (frasi per le quali e’ passata alla storia) – insomma, insopportabile, raccontava pero’ affascinanti storie dell’orrore della vita nelle enclavi di stranieri, da giovanissimi adolescenti in arabia saudita che si annegavano nelle riserve di superlacolici importate dai genitori dotati di passaporti diplomatici, di autisti e servitu’ e noia totale. Ci starebbe un bel noir ambientato in quei giri.

  5. b. says

    michele: tra due settimane dovrebbe esserci un vertice coi primi ministri di un po’ di paese, tra cui l’italia…seguiranno news.
    ciao
    b.

  6. ajorn says

    a me il sol pensare a berlusconi mette tristezza :))

  7. cauz. says

    chiedetegli di rimettere i simpsons alle 8 di sera, diocane, che in orario diurno sono un problema per coloro che devono recarsi al posto di lavoro…

  8. michele says

    aspetta, io sono a pechino!che cosa devo fare?non posso starmene con le mani in mano!!! dai informazioni più precise sul luogo e l’ora!