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[Pechino] Last Minute

Determinazione,
meticolosità, strategia. Acciaio affusolato, spine di ferro,
parchi mai finiti sventrati, fondamenta nel fango e gli insetti e il
freddo. Splendono tutte le città in Oriente, si dice, e
splende di buio la periferia del futuro, tra risme di fermate degli
autobus e strade bagnate. I soldatini compiono le loro manovre, ti ho
detto che non fanno paura, anzi. Sono in tre. Uno è di fronte
agli altri due e li osserva, gli sussurra qualcosa. E’ il capo. Dal
filo spinato spuntano luci soffuse di caldo benestante. Ambasciate,
sacchi della spesa, vestiti caldi e affusolati. Dimora della carne,
riserva di calore. I due soldati vacillano. Uno si ferma con un piede
a mezz’aria come un centravanti in torsione. Quello di fronte gli
dice qualcosa, mentre l’altro cade su un piede, appoggiato, plastico
e rumoroso. Va a fare il saluto militare a una macchina scura.

Poi
finisce la sigaretta e un’altra strada inghiotte altri fantasmi,
senza bisogno di voltarsi, di controllare, di accelerare il passo. Si
sente una struttura che vive al di là delle persone.
Burocrazia, organizzazione, strategia. Piazza repubblicana, lapidi ai
patrioti sui muri della strada. E nelle orecchie una perfetta
descrizione di uno stato d’animo residente da tempo. E sembra un
quadro che cade: fai in tempo solo a vederlo per terra. Fossati,
marrano, maledetto, mi hai fottuto un’altra volta coi tuoi baci al
veleno. Bile al cioccolato e sentimento aspro, mi ha di nuovo
regalato e tolto le parole di bocca: è per ogni trucco, eterno
e improvvisato, arrangiato, straziato e rapido come una mano sulla
mano, un guanto sfilato su un taxi, un lampione, un’ombra, un bar,
un’attenzione inattesa. E per ogni incanto, di qualsiasi genere.
Purché, e benché, sia lontano.

A
Berlino c’è un vestito che ti voglio comprare, a Berlino la
luce piove dai lampioni come la nebbia intorno a Milano, così
familiare. La donna che guida il mio taxi fa di sì con la
testa, dice che può negoziare le ragazze da compagnia, la vita
privata quaggiù non esiste e io brucio un altro mese
lontanissimo da te. In Europa c’è una strada che mi voglio
ricordare, una casa a Varsavia, c’è un teatro dove ti voglio
portare quando ritorno indietro, quando ritorno.

La
gente del mondo che ti ama o non ti ama è la stessa, basta una
luce negli occhi per capirlo, bevo con gli sconosciuti ogni sera, io
qui in capo al mondo e tu. Non mi faccio illusioni, studio vocaboli
nuovi e pazientemente aspetto.

Posted in Pizi Wenxue.


2 Responses

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  1. audax says

    They sentenced me to twenty years of boredom
    For trying to change the system from within
    I’m coming now I’m coming to reward them
    First we take Manhattan, then we take Berlin
    *