Skip to content


Cronache di un allenatore di calcio a Pechino #3

Per dire, i bambini a 7 o 8 anni quando hanno il pallone tra i piedi, o corrono dritti (se sono giapponesi tentano di andare avanti a contrasti fino a che non trovano un muro) oppure calciano.

Fondamentale quindi a questa età, oltre a reiterati esercizi di controllo palla e stop e passaggio (su cui poi tornerò, perché è una delle cose inaspettatamente più complicate), da fare in modo giocoso e divertente altrimenti si stracciano le palle, sono i cambi di direzione. Chi è bravo, nel senso che ha il calcio nel sangue (non significa serie A, significa che ha il senso del calcio), lo fa in modo naturale: in quel caso si lavora sulla modalità, la velocità di esecuzione, la precisione.

In generale però si tratta tutti allo stesso modo, invitando, dapprima senza palla, nella mini parte di atletica, a superare ostacoli cambiando direzione, poi si passa alla palla.

Significa fare cambi di marcia con la pianta del piede, interno, esterno, veroniche, indietro-avanti, io gli faccio fare anche pianta e tacco, almeno vedono qualche colpo e capiscono che hanno un obiettivo: farlo uguale!

Il calcio è tecnica, forza e istinto, ma la naturalità va allenata. Sono daccordo con Mourinho: è importante a tutte le età allenare il cervello a districarsi in situazioni da partita, allenare all’imprevisto, a controllare l’istinto portandolo al servizio delle doti naturali e della squadra.

I cambi di direzione sono fondamentali. Pensate a Xavi e guardate quante cazzo di volte cambia marcia prima di passare la palla. Tanto più nel fraseggio, cui ormai tirano tutti gli allenatori, il cambio di direzione è importante. Imprime velocità improvvisa, sbilancia gli avversari, diverte la squadra presa a ipotizzare nuove vie verso la porta avversaria. Semplice, più complessa, il tocco sul cuoio che cambia la direzione del gioco è ormai un fondamentale.

Un gioco che faccio fare per passare alla pratica è lo scontro uno contro uno. (Ovviamente i bambini di 7 e 8 anni non è che facciano tutto alla perfezione e ci mancherebbe, ma in questo modo sono allenati alla conquista del colpo, alla velocità di comprendere le situazioni, alle possibilità che un tocco al pallone con una o un’altra parte del piede scatena davanti a sè, ovvero il corridoio, il movimento del compagno, mentre per i più piccoli finalizziamo tutto al gol, alla rete che si gonfia, quella cazzo di figata che è metterla dentro. Pertanto non sto a massacrarli se non li fanno bene, anche se dopo poco capiscono il senso e lo fanno. quando avranno più forza, lo faranno ancora meglio).

Di solito l’uno contro uno con tiro in porta è così: metà squadra da un lato, metà dall’altro dei lati lunghi di un campo fatto con i “cinesini”. Ai due lati corti, due porticine. Chi ha la palla farà fase difensiva, chi è senza palla, la riceve e deve attaccare una delle due porte.

Quello che fa il passaggio, deve partire a razzo, per andare a contrastare l’avversario, chi riceve, deve scegliere in pochissimo tempo cosa fare. Stoppare, scegliendo il lato (chi stoppa e la palla gli rimane tra i piedi, lo deve rifare, finché non capisce che lo stop è a seguire, indica una direzione, una prima mossa dalla quale dipende l’esito del gioco), deve poi eventualmente difendere il pallone, smarcarsi dal difensore, calciare o appoggiare in rete (deve fare gol).

Sto pensando di fare due variazioni: mettere più distante l’attaccante così che sia costretto al dribbling (ora come ora, a uguale distanza se l’attaccante è più veloce è facile segnare).

Oppure ancora più bastardo: se ad esempio il bambino stoppa con il destro, portandosi (sempre ad esempio) a sinistra, potrà segnare solo nella porta alla sua destra E viceversa.
Giovedì prossimo lo provo. Sarà bello spiegarlo in giappo-inglese.

Posted in General.


2 Responses

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. beirut says

    Ho pensato a questa soluzione, ma pensavo di farla nel 2 vs 3, ovvero uguale, ma con obbligo di passaggio tra i due attaccanti prima di puntare la porta. uno contro due, finiscono tutti a girarsi, difendendo il pallone, senza provare uno sbocco creativo, hanno pur sempre 7 anni 😉

  2. nero says

    Forse puoi aumentare il numero di difensori progressivamente. Oppure ogni tanto a quelli bravi scagliarne uno in più senza preavviso. Così per rompere i coglioni 🙂