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Cronache di un allenatore di calcio a Pechino #2

Quest’anno per il secondo anno consecutivo alleno pischelletti del 2003 e del 2004. L’anno scorso abbiamo fatto secondi nel campionato pechinese, ma ci siamo tolti lo sfizio di vincere, post campionato, un torneaccio a Guomao, la city pechinese, stracciando letteralmente le compagini rivali.

La squadra che alleno è composta da giapponesi, su 14 ragazzini, due sono forti, quattro se la giocano, tre sono accettabili, gli altri devono divertirsi e quando saranno più grandi potrebbero anche scegliere di cambiare sport.

La cosa incredibile alla ripresa degli allenamenti è come in un mese un bambino di questa età possa crescere. Gente che non alzava il pallone neanche con le mani, oggi tirava delle castagne che sono rimasto basito.

Altra cosa è che dopo un anno di allenamenti, quest’anno cominciamo a fare esercizi più complessi, e anche in questo caso è molto bello vedere la capacità di apprendimento.

Infine, oggi c’era il sole e si vedeva il cielo. A Pechino!

A me piace fare tecnica, da calciatore odiavo le preparazioni estive, quando il pallone lo vedevi solo nelle borse in magazzino. Quindi tutto l’allenamento è incentrato sul pallone, con la sfera tra i piedi dei ragazzini, che tanto ci sono moltissimi esercizi che sviluppano resistenza e velocità. (Ad acluni ho consigliato di fare muro in casa, facendogli premere il collo del piede o l’interno sulla biglia, ferma contro il muro. Che già una madre si era lamentata che il figlio le sfasciava i vasi Ming).

Oggi ad esempio abbiamo fatto questo (modifica di un esercizio vistofare dagli allenatori del Cesena che quest’estate hanno fatto un campus da noi): una porta, loro a destra del palo, slalom tra paletti (tre) in scioltezza, passaggio a me (preciso sennò gli sparo la palla sul quinto anello), scatto (scatto, gambare!) verso paletto da aggirare, scatto verso la palla e tiro. Fin qui. Una volta tirato in porta il calciatore deve fiondarsi verso la porta, toccare i due pali, girarsi, parare e ritornare in coda. L’altro parte infatti quando il primo aggira il paletto per andare a calciare.

Se non calci e scatti, arrivi in porta, ti giri e ci sono molte probabilità che il successivo compagno ti abbia appena marchiato il brand del pallone in fronte, o sui denti, o tra le palle. Insomma, controllo palla in scioltezza e passaggio anche, poi tiro sotto stress, e scatto per salvarsi la vita. A nastro per venti minuti, in pratica sono sempre in movimento, si va rapidi, uno via l’altro (resistenza quindi e per i più svegli, anche salti quando si è in porta, (concetto di porta, difesa, che deve essere concepita fin da subito come una menata, io sono zemaniano)).

Vabbè poi Pechino ti inghiotte, anche se stasera ho pensato a un nuovo esercizio. Ho finito “La Carta e il territorio” e mi è piaciuto, ho finito”Riportando tutto a casa” e non mi è piaciuto. Ho spedito una mail a due amici e oggi mi sento umano.
Parola più urlata oggi: NARANDE! (In fila!)

 

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3 Responses

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  1. nero says

    Poi lo editiamo e ci facciamo la bibbia calcistica di bs 🙂

  2. beirut says

    Non uso manuale ma appunti su un quadernetto, che sto scrivendo qui!
    :-*
    s

  3. nero says

    Voglio il manuale di allenamento che usi o che scrivi. Vedi tu.