La Giunta del Coni accetta le dimissioni di Guido Rossi che abbandona
infuriato. Domani il nome del nuovo commissario. Gianni Letta? [19.09.2006]
Tutto in una mattinata: il Coni accetta le dimissioni di Guido Rossi e si riaggiorna al 21 settembre per decidere il suo successore, assicurando che non sarà «insabbiato» nulla e confermando nel suo incarico Albertini e i ct delle nazionali. Il successore, ha specificato Petrucci, non sarà un uomo di calcio. Retrocede Rivera, avanza Gianni Letta. Proprio lui, già proposto da Prodi come commissario prima di Guido Rossi ma bloccato da Berlusconi. Le vie del pallone, si sa, sono infinite.
La nota di Rossi arriva poco prima della mezzanotte di lunedì: «Guido Rossi e i vice-commissari hanno indicato le condizioni per consegnare la riforma strutturale del calcio» e dopo aver constatato che «non esistono le condizioni per poter continuare l'opera di risanamento intrapresa» fanno sapere che «rimetteranno il loro mandato». I riformisti salutano così il mondo del calcio, che «è agitato – sostiene Petrucci – ma risolveremo tutto». Il presidente del Coni in mattinata, prima di ricevere le dimissioni, è fiducioso: «sapremo voltare pagina». Giovanna Melandri conferma la stima nei confronti del professore, intravedendo per Guido Rossi un futuro da «ispiratore e garante delle riforme in atto». Da Bruxelles il ministro dello Sport ribadisce la richiesta di continuità al Coni, spingendo la candidatura di Vito Gamberale, vice di Rossi dimissionario pure lui.
A metà giornata per bocca di Spinelli – presidente del Livorno – dice la sua anche qualcuno del mondo del calcio: «Guido Rossi aveva iniziato un lavoro e avrebbe dovuto finirlo». Il presidente livornese ravviva l'atmosfera con i suoi pronostici: «Vedrei bene Antonio Matarrese», Letta «è una persona eccezionale», ma serve qualcuno che conosca il calcio. Zoff? «Non mi sembra, però ogni persona può andare bene purché dedichi del tempo a una causa che va rivista completamente». Nel frattempo un misurato panico si diffonde: Rossi non si presenta, anzi sì, alla fine no, ma soprattuto non ha ancora consegnato le dimissioni e, viene fatto sapere, non farà alcuna conferenza stampa. Un improbabile coupe de theatre non arriva, siamo solo alle schermaglie iniziali. Albertini si esprime così: «Ho condiviso le scelte e le impostazioni strategiche del Professor Rossi», quindi «rimetto il mio mandato a disposizione del Coni». Poco prima delle 14 arrivano anche alla Giunta del Coni le sospirate dimissioni di Rossi, insieme a un rapporto di 22 pagine sul lavoro svolto ma non all'atteso faldone sulle riforme. Il professore non si presenta, se ne resta in silenzio a via Allegri. Le dimissioni sono accettate, il caso è chiuso. O quasi, rimandato tutto a giovedì quando la Giunta si riunirà di nuovo per nominare il nuovo commissario: nei giorni che restano, due, la burocrazia impone Massimo Coccia – unico dei vicecommissari a non essersi dimesso – commissario ad interim. Poi Petrucci rassicura Albertini e la nazionale, perché a qualcuno sarà balenata la domanda: e Donadoni? I ct Donadoni e Casiraghi (under 21) «devono sapere che hanno la fiducia totale dello sport e del calcio». L'ex milanista è confermato vice commissario addetto all'attività agonistica. Poi arriva l'argomento caldo, il futuro. «Non insabbieremo nulla – prosegue Petrucci – e sceglieremo la persona adatta, che non sarà contigua al calcio», escludendo una propria autonomina a presidente della federazione, «mi è stato chiesto, ma ritengo che non sarebbe stato giusto». Petrucci ha proseguito: «quando affideremo l'incarico alla nuova squadra metteremo dei paletti, prevedendo un termine per la riscrittura delle regole e una data per l'assemblea elettiva». La Melandri auspica «che tutti mettano il massimo impegno nelle prossime ore per trovare una soluzione senza ignorare il lavoro svolto dal professor Rossi». Il clima scema, i ritmi delle dichiarazioni si fanno blandi: qualche politico abbozza, Matarrese davanti alla Commissione cultura della Camera chiede se non sia proprio possibile trovare un nuovo presidente federale all'interno del mondo del calcio. Ma è il momento del silenzio, a meditare su come giocare la prossima mano. (s.pi.)
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