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Borrelli lascia l’Ufficio indagini. Oggi il Coni sceglie il commissario

L'ex magistrato segue Guido Rossi e si dimette. «Troppo modesti i nostri poteri d'indagine, peccato mi ero appassionato al calcio». Rognoni e Pancalli in corsa per il posto del professore    [20.09.2006]     
Dopo le dimissioni di Guido Rossi non si placano i colpi di scena post Calciopoli. Nella giornata di ieri Francesco Saverio Borrelli abbandona l'Ufficio indagini denunciando i limiti riscontrati nella sua attività e lasciando intravedere le potenziali riforme della gestione Rossi. Poi è invitato a ripensarci dal commissario ad interim Coccia e prende tempo. Nel frattempo, mentre Moggi scrive su Libero e il suo direttore Vittorio Feltri ci spiega perché è giusto così, l'ordine dei giornalisti del Lazio sospende Aldo Biscardi (6 mesi), Franco Melli (4) e Lamberto Sposini (3) per il coinvolgimento nello scandalo delle intercettazioni. Per Ignazio Scardina la decisione, come da prassi, è stata sospesa in attesa della conclusione dell'inchiesta giudiziaria di Napoli. Oggi sarà infine il giorno del nuovo commissario: Zoff si candida, il favorito è Luca Pancalli, vicepresidente del Coni ma nelle ultime ore è salita prepotentemente la candidatura di Virginio Rognoni, ex ministro dell'Interno, di Grazia e Giustizia e della Difesa, tifoso juventino da sempre.
La giornata si apre con le dimissioni di Borrelli: recandosi a Montecitorio dove ieri è stato ascoltato dalla Commissione cultura della Camera, il capo dell'ufficio indagini della federcalcio, comunica di avere già trasmesso la sua lettera di dimissioni, a seguito dell'addio di Guido Rossi che l'aveva scelto personalmente. «Troppo modesti i poteri dell'Ufficio indagini», aggiunge dicendosi sconcertato per l'esito dei processi. «Ho visto subentrare delle manipolazioni, i dirigenti delle società non potevano non sapere quello che succedeva, ciascuno di loro trovava il suo tornaconto. Quelli di Moggi erano dei poteri strani, non sempre si avevano dei ritorni immediati, ma il gusto dell'esercizio del potere Moggi lo aveva in termini di vanità e di gratificazione personale». L'ex pm passa poi in rassegna i mali del calcio italiano, lasciando intuire quali sarebbero potute essere le regole concepite dalla Figc di Rossi. Partendo dal problema più spinoso, i diritti televisi, per i quali «è necessario tornare alla contrattazione collettiva», Borrelli si è soffermato sui mali «finanziari» del calcio: «il perseguimento del lucro non può che incidere sulla trasparenza delle competizioni che implicano un certo equilibrio», la quotazione in Borsa dei club è «molto discutibile». Borrelli dispensa rimedi: è necessario decongestionare i costi degli ingaggi, con l'introduzione del «salary cap», il tetto agli ingaggi e una nuova tassa, «luxury tax» come nell'Nba, che prevede venga trattenuta una quota dagli ingaggi dei giocatori per coprire il disavanzo tra il totale degli stipendi e le entrate del campionato. Poi si scende nelle questioni più tecniche: per gli arbitri, ci vuole il sorteggio integrale. Una intrigante panoramica di come sarebbe potuto diventare il calcio. «Peccato – ha concluso Borrelli – mi ero appassionato a questo gioco». Di fronte alle dimissioni il commissario ad interim Coccia si è subito mosso, chiedendo a Borrelli di pensarci ancora un po'. «Aspetterò che venga nominato un nuovo commissario della Federcalcio», è stata la risposta. Con Rognoni in sella potrebbe anche ritirare le dimissioni.
Nel frattempo infuriano le polemiche: sospesi Biscardi – che ha fatto sapere di non avere intenzione di fermare il suo processo su 7Gold – Melli e Sposini, proprio il giorno dopo l'esordio da giornalista di Luciano Moggi che avrà una rubrica settimanale su Libero. Ieri Feltri ha difeso la sua scelta, «Moggi è stato condannato senza uno straccio di prova», avvertendo che un giornale non deve essere solo informato, «ma anche offrire opinioni espresse da gente qualificata». Per chiudere in bellezza, ieri la Rai ha mandato in onda i gol del campionato a notte fonda causa la trasmissione dell'Isola dei Famosi. Il cdr verga stancamente l'ennesimo comunicato in cui chiede la fine «dell'agonia della testata»: un nuovo direttore, una nuova strategia. (s.pi.)

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