** Intanto un saluto ad Asso…pigliatutto:-))**
—-
Oggi volevo fare le foto, ne ho fatto alcune, ma non sono soddisfatto, quindi niente. C'era un bel sole, poi invece è sceso il grigio e con esso un vento della Madonna. Faceva caldo, è diventato fresco. Non so voi, ma io col vento non riesco a fare le foto. Ho avuto però altre avventure interessanti con i taxisti di Shanghai a cui dedico un post perché godono della mia massima stima, loro e i loro guantini bianchi…
Intanto: i taxi a Shanghai, che ha quasi 20 milioni di abitanti, sono molto pochi. In secondo luogo costano pochissimo anche per i locali e quindi è difficilissimo trovarne uno: una corsa minima per la quale è cmq più carino farsi un pezzo di strada a piedi costa 11 RMB=1 euro. Se spendi un po' costa 3 euro. Stasera ho fatto mezz'ora circa di tragitto (da una parte all'altra della città) e ho speso 10 euro. Roba che a Milano devi dargli anche mezzo litro di sangue.
L'esperienza del taxi è una delle più divertenti e inquietanti che si possano fare a Shanghai: sai quando sali, se sali, ma non sai dove arriverai. Questo per vari motivi: i taxisti non sanno una parola di inglese, devi dargli l'indirizzo in cinese. Se non lo hai devi fartelo scrivere. A me è capitato di dover telefonare alla persona che dovevo incontrare, passarlo al taxista e finalmente partire.
Mi è anche capitato di passargli la persona, ma di non partire per niente, anzi, sono dovuto scendere, dopo mezz'ora di ricerca. Questo perché il taxista non riusciva a sentire la voce, ché il mio cellulare cinese funziona che è una chiavica e ha l'audio basso. Io gli ho cercato di dire di chiudere i finestrini, la tivu', la radio che magari avrebbe sentito. Macché.
Allora mi sono dovuto fare spedire un sms in cinese. Ho trovato un altro taxi. Gli ho dato il cellulare. L'ha preso e l'ha accostato all'orecchio. Pupupupu! Ho urlato, indicandogli il display. Che nel frattempo si era lockato e spento (vi ho detto che e' una chiavica). Anche questo voleva farmi scendere al ché gli ho fatto capire che no e gli ho messo in faccia il cellulare. Ci ha pensato un pò. Io non avevo idea di dove dovevo andare che di solito mi preparo. Poi ha avuto un'illuminazione ed è scoppiato a ridere. Siamo partiti, finalmente. Alla fine sono arrivato allo Shanghai's Book Centre. Che cazzo aveva da ridere?
Anyway. Posto che capiscano, c'è una percentuale piuttosto alta di probabilità che non conoscano il luogo. Questo perché molti di loro fanno i taxisti da poco, arrivano dalle campagne e non conoscono la città. Vanno in panico. Con classe, ma si evince la loro completa estraneità ai luoghi, specie quando passate per la quarta volta davanti allo stesso posto.
Se trovate l'espertone, attenzione, non è ancora detto che siate sicuri di arrivare: la topografia metropolitana cambia spesso, quindi può essere che il taxista faccia il grosso dicendovi che sa dove dovete andare (ve ne accorgete perché entra nella carreggiata di gran lena, spesso tirando giù motorini e ciclisti), ma poi arrivato in prossimità non si raccapezza più, perché magari stanno tirando giù due torri per costruirne tre e sono cambiati tutti i sensi di marcia.
In quel caso proverà a scaricarvi a caso, nelle vicinanze. Se siete già stati nel posto, appena riconoscete luoghi già visti è conveniente urlare a squarciagola (hanno una specie di cabina, non sentono un cazzo anche perché hanno radio taxi, televisione, radio accese e finestrini, tutti, tirati giù) TING! (belin, fermati cristo!).
A quel punto, poco prima di dire questa parola in modo autoritario e veteromaoista, tenetevi saldi al sedile perché l'inchiodata è stile freno a mano di Supercar (non lo so non l'ho mai visto, ma mi dava l'idea di qualcosa del genere).
Per cercare di prendere un taxi a volte bisogna percorrere chilometri, cercando di sopravanzare i concorrenti nella ricerca. Una volta in taxi non guardate le altre auto, godetevi il panorama, sempre ci sia, perché altrimenti vi verrà un infarto. Sorpassano da ogni parte, non esistono per loro semafori, attraversamenti pedonali, guidano con la mano premuta sul clacson. Taxi rulez, mi hanno detto. Me ne ero ampiamente accorto già nella mia prima permanenza a Shanghai. IN generale le macchine rulez.
Il tutto, e da questo deriva la mia stima, senza un'imprecazione, una parola, una gesto. In silenzio. Sono i miei idoli. Di solito se la ridono quando gli cercate di spiegare la destinazione e una volta arrivati. Se gli sparate un paio di parole in cinese poi, muoiono letteralmente dallle risate.
Stasera sono arrivato a destinazione, ovvero l'albergo, che sembra un punto nero per ogni taxista, in modo tranquillo. Salito sul taxi ho mostrato il biglietto dell'albergo, ha annuito e via. Ho provato a chiedergli se poteva tirare giù almeno uno dei quattro finestrini, ma non mi ha risposto. Ha sparato un paio di catarri fuori e mi ha guardato ridendo. Gliel'ho chiesto ancora e mi ha risposto in chinese.
Arrivato, finalmente, tutto fiero, gli ho chiesto la ricevuta e poco dopo gli ho detto, Wan An (buonanotte).
To u Sir, have a good night, goodbye and Thank u, mi ha risposto. Ma si può?