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[Sarpi – Shanghai +13] Noodles Monologue

*** Ok grazie a H.L. che mi ha fatto mangiare i noodles più buoni del pianeta e che mi ha regalato qualcosa, dandomi il tempo di prendere appunti. Ei dì dì, nì min tièn màng ma? Ta mà! ***

Ok ora dimmi cosa pensi dell'Occidente?

Primo che siete liberi, secondo che siete indipendenti, terzo che non avete le nostre pressioni

Ok ma per libero cosa intendi?

Che potete dimostrare il vostro dissenso, noi no, o meglio se lo fai sono cazzi tuoi.

Per pressioni cosa intendi?

Che non avete le nostre di pressioni.

Che genere di pressioni?

Fare soldi, soldi, soldi. Se hai in testa solo i soldi, non saranno mai abbastanza.

Dobbiamo cercare degli sgabelli fuori, il posto dove siamo è piccolo, ci sono 5 tavoli, ci piazzano davanti la scodella fumante, poi arriva l'uovo da sparare dentro. Buonerrimo. Marò, buonerrimo. Si alza, esce e torna con una decina di fazzoletti. Di solito se non li chiedi non te li danno, a parte nei ristoranti simil patrizi.

Occhio, mi dice, qui la salsa piccante è piccante davvero. Si si, figurati. Cazzo ancora un po' muoio. Dobbiamo uscire di corsa, andare in un supermarket, comprarci l'acqua. Nel frattempo tossisco, inciampo in un bambino, cado su un motore a scoppio dell'800, scatarro in giro, ricevo applausi. Finalmente l'acqua. Calda. Fa bene alla salute. Ma vaffanculo.

Nel posto in cui siamo servono solo tazze con noodles. Torniamo nel buco che è il nostro ristorante, sperando che il brodo lavico dei noodles sia diventato umano. Io, lui, due tipe che sembrano uscite da un film porno cinese anni 50, sempre ci fossero, due cinesi seduti appena fuori, ascoltano la radio.

Io sta roba dei soldi e delle pressioni, sinceramente, non capisco cosa intendi.

Ok provo a spiegartelo, tanto non capirai

Io dico di si.

Ahahah. Ok. A Shanghai le famiglie hanno sempre vissuto insieme, hai presente, famiglie allargate. Poi arriva Deng Xiao Ping. Ei noi lo stimiamo molto lui. Ha studiato all'Ovest, sapeva di economia, vabbè ci ha aperto al mondo. E' di Shanghai, non a caso, come i suoi due successori. E ci ha aperto ai soldi. I risultati non sono mica colpa sua. Comunque. Si viveva tutti insieme, ci si aiutava, c'erano le “migliori relazioni” possibili. Poi, almeno a Shanghai, è cominciata la ristrutturazione, hai presente no? In dieci anni la città è cambiata che io manco la riconosco più. A me fa schifo ora. C'è il centro, solo stranieri. Fuori dal centro i cinesi. Ma si può?

Ecco a quel punto sono cominciati a servire i soldi, soldi, sempre più soldi. E i soldi, lo sai, non bastano mai! E le famiglie si sono sgretolate. E quando ti parlo di pressioni, ti parlo di questo genere di pressioni. A quasi trent'anni vivi con i genitori, non puoi mantenerti, non hai una casa, non hai un'auto. Ma anche se li avessi, non basterebbero mai, perché le pressioni ci sarebbero lo stesso, capisci? Più soldi più soldi.

Non capisco, sinceramente.

Ta mà! Allora voi la Rivoluzione Culturale la studiate, la leggete sui libri. Noi la vediamo in ogni fottuta ruga dei nostri genitori. Prima della rivoluzione culturale la Repubblica Popolare Cinese era alleata con L'Unione Sovietica. Che ridere. Insomma arriva la fame, una grossa carestia. Lì il Governo, almeno così si dice, ci ha salvato il culo. La gente si fidava. Poi è arrivata la Rivoluzione Culturale. Paradossalmente Mao non capiva un cazzo di economia e di sociologia. Tentò di instaurare durante la pace una sorta di economia di guerra. Non essendoci la guerra, la guerra doveva crearla. Ecco la Rivoluzione Culturale, la rieducazione hai presente, no? Ok. Il primo passo verso lo sgretolamento delle relazioni.

Alla fine non capiva un cazzo, ma ha fatto un grosso favore al mondo che sarebbe venuto dopo. Lo sgretolamento sociale. Nessuno si fida più di nessuno. Famiglie dilaniate. Solo per alcuni questo ha significato maggiore forza. Bastava un libro, bastava avere un libro occidentale. Eri una spia, un “nero”. Via, a rieducarti. Così. Per un po' resse. Poi alla fine tutti convinti che fosse una grandissima cazzata. Ma ormai, anche se ne puoi parlare male, il danno lo aveva fatto.

Poi il passo successivo, i soldi. Fino a dieci anni fa dovevi lavorare in banca, nei dipartimenti o negli uffici del partito, o nell'esercito, per vederti assegnata una buona casa. Le case le assegnava il governo, no proprietà, ricordi? Eravamo comunisti! hai presente? Dai lo sai…Insomma decidevano tutto loro. Poi hanno deciso che potevi comprartela. La casa, non il terreno. Ma il Governo anche adesso, se arriva la Company straniera, ti spara fuori quando vuole. Magari devono costruirci una Tower per qualche cazzo di compagnia straniera. E se non hai soldi dove cazzo vai? I soldi sono un'ossessione perché sono l'unica nostra garanzia per il futuro. Ecco i soldi sono l'unica nostra garanzia. Così ti è chiaro. Soldi= garanzia. Altrimenti se sei senza soldi e non hai una casa, che fai?

Guarda, più ci penso, più penso che ho sbagliato a rispondere alla tua prima domanda. A noi piace pensare che siate liberi, ma sappiamo come funziona. Internet. Amici all'estero. Sappiamo tutto di Tienammen, ma sappiamo anche che da voi è uguale. Ma chi ci crede alla storia che i casini dell'89 sono stati creati da spie capitaliste, oggi? Nessuno!

Senza soldi, niente futuro. Da voi sinceramente mi sembra che funzioni allo stesso modo. Si da noi calpestano i diritti umani? Da voi, scusa, i poveri non ci sono? La storia dell'80 e del 20% è propaganda anticapitalista? Daiiiii. Insomma senza soldi anche da voi, che cazzo fa uno? Si abbiamo la pena di morte, orrenda. Nel mondo occidentale non c'è? Non mi risulta. Qui tutto è controllato è vero, ma specie se sei nei giri che contano. Ma non dirmi che avere amicizie importanti non conta anche da voi…

Ma io mi chiedo spesso, sono più importanti i soldi o le relazioni umane? Ovvio, la seconda! Noi siamo un paese senza speranza, senza futuro, lo vedi. Abbiamo la faccia collettiva e il cuore individualista. Nessun cinese ti aiuterà mai. La gente è triste. Ti sembra allegra perché sei un fottuto straniero. Fanno gli allegri con te, le ragazze sono allegre con te. Perché sei straniero, uguale soldi. E allora ci provano. Ei hai presente il nostro gioco dei dadi? E' tutto basato su una cosa: il bluff. Ecco noi siamo dei bluffatori, non parliamo mai per niente, non diciamo mai niente a sproposito. Siamo strateghi del nostro tornaconto. Se qualcuno ti dice una cosa che ti pare insignificante. Bhè non lo è!

 

Ma nessuno ti aiuterà mai. Siamo tristi, pressati da sti cazzo di soldi. Senza quelli non fai niente qua. Non siamo un paese collettivista. Per questo siamo senza speranza. Tutti, specie la middle class, quella in crescita, dicono tutti che il Governo è una merda. Ma nessuno fa niente. Ci sono scioperi, i minatori, i lavoratori delle ferrovie. Il Governo reprime, controlla, controlla e mette a tacere. Nessuno muove un dito, nessuno dice niente. Ognuno pensa a sè. Abbiamo sempre fatto così, la storia del collettivismo è un'altra delle cazzate propagandistiche.

I cinesi sono gente triste, li vedi. L'hai visto stamattina il tipo della security della via (!!!). Hai visto come è incarognito. Bah, ognuno pensa ai cazzi suoi. Io non so che fare, non so se voglio andarmene, non so. Potrei fare qualcosa. I quarantenni con buoni stipendi, con buone relazioni, potrebbero fare qualcosa. Ma cosa, se tutto il mondo funziona così. Ora siamo alleati agli Stati Uniti. Dieci anni fa eravamo il diavolo, ora siamo alleati. Perché parliamo lo stesso linguaggio. Money, questa parola in inglese la sanno anche i muri di Shanghai.

Che dici, ci facciamo un caffè parlando un po' di chinglish?
Massì dai facciamo i cazzari per qualche minuto. Poi tanto alle dieci è ora di tornare a casa. Però ho finito la mia seconda tessera da caffeinomane. E nella Cina vedo sempre più lo specchio deforme dell'Occidente.

 

We're going down in a spiral to the ground
No one, no one's gonna save us now, not even god!
No one saved us, no one's gonna save us

 

 

Posted in Rén Men.


3 Responses

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  1. tro says

    si lo so che il manga e’ giapponese..

  2. tro says

    lo so che non bisogna generalizzare.
    A me i cinesi non hanno mai fatto molta simpatia, ognuno ha le sue preferenze e sono pure cresciuta con M. Mouse e non con i Manga, poi nei films non li distinguo mai uno dall’altro.
    Pero’ non avevo mai avuto occasione di conoscere i cinesi da vicino, solo qualche mangiata nei loro ristoranti, con qualche pregiudizio sulla mafia cinese..
    Qui dove sono ora si, li ho conosciuti abbastanza da vicino e precisamente al lavoro.
    Quello che racconto e’ relativo e banale, ma a me ha lasciato il segno. Ho lavorato per due mesi, lo scorso inverno, qui in Inghilterra, a fare pulizie in un hotel. Non entro nel merito del livello di sfruttamento, ti pagavano a stanze finite, che ci mettessi un’ora a pulirle perche’ la domenica ti ritrovavi venti bottiglie di birre a terra, il vomito nel bagno, il piscio nel letto, o solo mezz’ora perche’ eri fortunata e pulivi una stanza meno indecente. Che ti toccasse una stanza singola o una con tre letti, era lo stesso. dovevi finire in un certo orario. Passato questo non ti pagavano.
    Ma la cosa ridicola era che dovevi lottare per riuscire a pulire. Era una giungla. Cioe’ dovevi incazzarti per riuscire a poter lavorare. Gli hoover, gli aspirapolveri per pulire la loro cazzo di trash mouquette non erano abbastanza e la mattina era una lotta per conquistarne uno.
    Ebbene, a me le cinesi di merda me lo rubavano. Capito? lasciavo il mio aspirapolvere in corridoio e me lo prendevano di nascosto. bastarde.
    Poi, che so, ti ritrovavi con quarantachili di lenzuola zozze da sollevare e buttare in un buco. Roba da spaccare la schiena. Passava la donna araba, nera o la polacca? ti aiutava ovviamente. Ed io facevo lo stesso, ovviamente.
    Passava la cinese? manco ti cacava di striscio. Le ho odiate. Cultura occidentale? non lo so, a me sono sembrate macchinette per fare soldi. Io ho mandato a fare in culo questo hotel di merda, non ci lavoro piu’, ma so che una di loro ha fatto carriera. E’ supervisore, precisando che qui ci stanno i supervisori anche per i cessi.
    Scusa la banalita’.