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[Sarpi – Shanghai +21] Hypno Lǎo Shī

***Al mio socio, sperando di continuare a barattare la luna col temporale e il temporale con un tempo ancor meno normale…e il tempo stesso con una spada che ci accompagni fuori dei confini di quello che è reale ***

Welcome nuovo noblog. Mortacci :-))

Non importa se il gatto è bianco o nero, ciò che conta è che acchiappi i topi. Lo ha detto Deng Xiaoping, colui che ha aperto la Cina al mercato, consentendo al paese asiatico di entrare a fare parte del Wto. Deng Xiaoping, il Piccolo Uomo, che dopo aver sofferto ed essere stato rieducato, ha saputo arrivare al potere, relegare Mao a un'effige sugli accendini o i portacenere, e decidere – all'età di 85 anni – l'intervento dei carri armati contro gli studenti in piazza Tien An Men a Beijing. Si è tanto discusso di come una protesta contro un uomo considerato riformista abbia o meno confermato le doti di leadership di Deng e dei suoi scagnozzi. Basti sapere che quei ragazzi in piazza cantavano l'Internazionale. Deng è un idolo incontrastato in China, venerato e adorato. Ma non solo in China, si può dire sia l'uomo cinese preferito dagli occidentali, che hanno finalmente potuto usare i bassi costi del lavoro in China, prima, salvo poi scoprire il mercato infinito del continente cinese, poi.

Dal socialismo, siamo passati al realismo, grazie a Deng Xiaoping, che ha finalmente aperto le porte della Cina. E' l'unica frase “politica”, nonché la visione personale dell'ex leader cinese, di Lvyun, 25 anni mia attuale insegnante per caso, lei seria, io no, di chinese.

Ha 25 anni, ma ai cinesi mi dice che dice di averne 23, o 22, e in effetti ne dimostra pure meno, è nata a Shanghai, ha fatto vari lavoretti fino ad arrivare in una specie di scuola di inglese per i chinesi. Vive con i genitori all'interno di un appartamento confinante con gli appartamenti di altri parenti. L'ho conosciuta attraverso amici di amici e mi ha lanciato questa sorta di sfida. Io ti insegnerò il cinese. E' una tipa fatalista, molto seria, ma completamente pazza, a suo modo. Io ho accettato anche perché lei, a parte quando si perde nei suoi silenzi di preoccupazione per sé, per i suoi genitori, ha una visione piuttosto disincantata del mondo.

La sua, dice, è una famiglia molto tradizionalista. Si è messa in testa di insegnarmi il cinese benché io le abbia spiegato che ecco, si mi interessa ma…Niente da fare. Così ogni volta che ci vediamo, a volte insieme a un amico, decisamente più cazzaro come me, mi porta le sue fotocopie con la lezione che mi dovrà fare. Parla spesso dei suoi genitori e della sua condizione di semi povertà. Alla fine della cena tutto quanto avanziamo lo ficchiamo in contenitori che finiscono a casa sua. Qui il take away lo fanno tutti. Mi accenna, ma non parla troppo Lvyun, è terrorizzata che io possa guardarla dall'alto in basso, specie le prime volte. Poi forse ha capito che a me non me frega una mazza, che mi fa piacere imparare qualcosa e confrontarmi su abitudini e costumi di due paesi così diversi come i nostri.

Quando mi ha detto che mi avrebbe insegnato cinese io le ho detto che avrei voluto pagare però. Lei mi ha detto di no. Allora, le ho detto, ti offro le cene! Hey, in China un ragazzo deve sempre offrire la cena a una ragazza, è normale! Eh vabbè ste usanze…Alla fine essendo una tipa fissata con lo studio, si diverte troppo poco secondo me, finisce che le porto anche materiale trafugato dall'ufficio, quaderni, penne, ecc. E' contenta e decisamente più rilassata rispetto alle prime lezioni in cui sembrava una sorta di signorina Rottermeier con gli occhi a mandorla.

E' metodica: prima di partire con le nuove lezioni, c'è sempre una buona mezz'ora di verifica per vedere se ho studiato. Di solito no, perché quando esco dall'ufficio sono sempre abbastanza fiacco, leggo, rileggo, ripeto, poi finisce che dormo. Ma il cinese va spesso urlato perché bisogna usare tutti i muscoli facciali affinché si pronunci la parola con l'esatto significato che gli si vuole attribuire. E lei urla e mi dice, Ripeti!

Mi ha obbligato a giurare che non avrei detto niente ai miei colleghi. Mi sta principalmente insegnando a parlare e soprattutto udire e capire: così potrai capire cosa diranno i tuoi colleghi, pensando che tu non possa capire…Non dire niente! In China devi farti un po' furbo, capisci? Non fidarti di nessuno. Eh vabbè la madonna, e allora perché dovrei fidarmi di te? Io non lavoro nel tuo ufficio, puoi fidarti!

Di solito andiamo in un bar singaporese, vicino alla Libreria di Shanghai a pochi passi da Piazza del Popolo. Lvyun comunque ha un buon metodo, lo vedo quando vado nei negozi o interagisco con estranei e muovo i miei primissimi passi nell'universo linguistico chinao. Di solito i cinesi ti guardano prima strano, poi se ripeti urlando quanto hai detto, sanno apprezzare lo sforzo. Con i taxisti ormai…no problem! Zio, Zhong Shan Xi Lu!

Hey io ti insegno il chinese usefull per te. Quello che ti serve per sopravvivere qui, ma prima devi imparare bene la pronuncia! Altrimenti la gente fa finta di non capire…Ohhhhhhhhhh. Vai a Beijing tra una settimana! Ok, per la prossima volta preparo una lezione ad hoc.

Dopo un'ora di solito io alzo bandiera bianca e iniziamo a chiacchierare, lei mi racconta soprattutto della sua famiglia, sua madre è in pensione, suo padre lavora ancora in una fabbrica. L'unica preoccupazione nella vita, per i miei genitori, era compiacere i capi, sperare di non inimicarseli e mantenere il lavoro. Tutta una vita in fabbrica, brutta vita, mi dice un po' perplessa. E alle 22 deve essere a casa, che altrimenti i genitori si preoccupano che l'indomani al lavoro faccia schifo.

Non è granché interessata ai processi economico sociali, punta solo ad avere una stabilità lavorativa ed economica per andare a vivere da sola e farsi la propria vita. Non voglio avere bisogno di nessuno, sai di solito le ragazze cinesi si appoggiano a un uomo. Quando entriamo, talvolta, nei centri commerciali per cercare un posto tranquillo per i miei strilli cinesi, ogni volta che prendiamo le scale mobili mi dice be carefull, ya ya. Alla terza volta che me lo ha detto, le ho detto, “Hey le abbiamo anche in Italia, ho già provato il brivido!” Ohhhhhh Sorry, Sorry.

La prima volta che ci siamo visti e Chen non c'era, io avevo ordinato un caffè che stentava ad arrivare. A un certo punto lei ha cominciato a cercare con lo sguardo la cameriera e ha fatto per alzarsi. Io le ho detto, “No no, no problem, abbiamo tempo”. Lei ha annuito. Poi è arrivato il caffè. Dopo un quarto d'ora mi guarda e mi dice, Ora posso andare al bagno?

Io le dico, “E me lo chiedi?” Prima mi hai detto no no, che avevamo tempo o qualcosa del genere! :-O

Può succedere anche questo. Tornando a casa ho mandato un sms a Ly, raccontandogli il fatto e sperando mi spiegasse qualcosa di più. Mi ha risposto: Hey buddy, dovevi dirle “non ancora”, e ordinarle due the! Ah ah ah.

Bastardo!

Ieri sera allora si parla di Beijing: Lvyun non c'è mai stata, mi ha chiesto di fare delle fotografie per lei. “Come non ci sei mai stata?” Non sono mai uscita da Shanghai, mi dice.

Le dico che allora si le faccio delle foto e perdo mezz'ora a spiegarle che poi posso masterizzare le foto su un cd, perché era preoccupatissima che il suo computer vecchio e con un collegamento internet lento, non potesse mai ricevere le mie eventuali mail con le foto…

Ok passato il problema di come darle le foto, le chiedo, in particolare, quali fossero le sue richieste, quali posti, cosa. Tien an men, mi ha detto. Tien An Men Mao!

Ah, le ho detto, ti piace Mao?” Mao? Mao Ze Dong? No, I think he wasnt a good man. Deng Xiao Ping, was a great! Con Mao eravamo chiusi, senza sapere cosa ci fosse fuori, anzi, mi fai vedere dov'è l'Italia?

A parte che disegno da cani, allora tiro fuori dal portafoglio 20 euro e le faccio vedere l'Europa. Stupore. E pure a me stupisce spiegare la geografia con i soldi. Passata la sorpresa, ritorno su Beijing. “E come mai, le dico, vuoi la foto di Tien An Men?” Perché è molto famosa, hey ma tu la conosci, mi hai detto che la conosci, come mai la conosci?

Eh minchia, le dico, è famosa e poi sai con i fatti dell'89…”

Lvyun mi guarda, sgrana gli occhi e sta per fare uno dei suoi consueti “Ohhhhhhh”. Poi ci ripensa e mi dice: Cosa è successo nell'89 a Beijing? Mi spieghi? Nessuno mi ha mai detto niente…

A Lvyun piace cantare, mi ha detto, proverò a vedere se al Karaoke hanno questa canzone, penso di no…ascoltatela! E colgo l'occasione per salutare i miei amici in Հայաստան

 

 

 

 

Why don’t you ask the kids at Tiananmen Square
Was fashion the reason why they were there?
They disguise it
Hypnotize it
Television made you buy it
I’m just sitting in my car and waiting for my…..
She’s scared that I will take her away from there
Dreams that her country left with no one there
Mesmerize the simple minded
Propaganda leaves us blinded
I’m just sitting in my car and waiting for my girl

Posted in Rén Men.


3 Responses

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  1. beirut says

    uh uh addirittura mia maaaaadddddddrrrre.

    Audax…(L).:-*b

    oggi piove, governo ladro e corrotto.

  2. elisa says

    ciao simone. Vedo che stai imparando il cinese… mi sembri rilassato, contento per essere entrato in una realtà diversa dalla nostra. Questa esperienza anche se legata al lavoro,penso ti faccia crescere ancora di più interiormente. Bacioni anche da Alberto mamma

  3. audax says

    Di una bellezza
    Che non si redime mai
    La sconosciuta piovuta
    Da Shangai
    Di una furbizia che non
    Si conosce
    La cinese
    Sperduta nel via-vai

    Muove sentimenti
    Carburanti
    Opinioni contrastanti
    Fondi metalli monete forti
    Mercati banche distanti