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[Sarpi – Shanghai + 47] On the yún: no, non ora non qui

*** Un saluto, un abbraccio e mille baci a Toni e Sara e a tutti i loro animali… non ci sarò, ma vi penso. E' tempo di ammore…:-) …e intanto milioni di rose rifluivano sul bagnasciuga e chissà se si può capire, che milioni di rose non profumano mica, se non sono i tuoi fiori a fiorire :-***

La mia amica è stata abbastanza male. Gli sbalzi tra pomeriggio e sera sono terribili. In più qui con 39 di febbre ti sparano dritto all'ospedale. Risultato: iniezione, febbre passata, ma si è tagliata capelli e unghie. “Come mai?”, le ho chiesto, eh, mi ha risposto, diciamo che l'igiene…”ok ok ci credo”, che ogni volta cerca di descrivermi i particolari più melmosi…Ma non è solo la febbre a farla stare poco bene.

Poiché qualcuno è curioso, metto qui di seguito la foto che meglio la rappresenta: lei che si guarda allo specchio. Ma è una facciata.

Non è così allegra come potrebbe apparire una ragazza che si guarda in continuazione allo specchio, sorride di sé e delle mie facce.

 
Io le ho detto che a furia di guardarsi nelle vetrine o in qualsiasi vetro riflettente, prima o poi prenderà una tranvata contro un palo, o verrà tagliata in due da un taxi, o una moto le passerà sopra e dopo averla uccisa chiamerà un poliziotto per farle la multa perché era distratta mentre camminava, ma è più forte di lei.

E' che è preda del complesso di poter sfigurare, cosa piuttosto frequente nei cinesi. Lei è cinese, davvero. A volte mi sembra di essere sotto effetto di labirintite, mi pare di non avere appoggi, di dovere sempre improvvisare. Non è mai uscita da Shanghai, non è mai stata a Xintiandi, la zona superfighetta dei vecchi shikumen trasformata in passeggio con locali tailor made per gli occidentali. Le ho detto Hey allora andiamo a farci un giro. No, mi ha risposto, preferisco di no, non ho i vestiti adatti. Le ho detto di fregarsene, ma non era troppo convinta. Alla fine ho lasciato perdere che tanto Xintiandi a me non piace.

Quanto alla mania di specchiarsi della mia amica…è normale, mi hanno detto. Tutte le ragazze sono fissate con la propria immagine. Non è un caso che il mercato più in espansione sia quello dei cosmetici. Chioschi ovunque, i markettari ci sguazzano. A questo ci credo: ieri sera in un ristorante una tipa si specchiava come la mia amica, con un piccolo specchietto appoggiato sulla borsa, più volte ho beccato nello stesso gesto alcune delle ragazze in ufficio. Chiedere a un ragazzo cinese notizie, impressioni, pareri circa le ragazze, significa prepararsi a un diluvio di incomprensioni. Mentre spiegano perché e percome conoscono bene le ragazze, si contraddicono, litigano, no ho ragione io, che cazzo ne sai, ecc, sembrano dimostrare quanto siano completamente spaesati.

L'interazione uomo donna sembra essere uno tsunami di incomprensioni, frutto di convenzioni e tradizioni che il mercato e le mode stanno dilaniando. Due universi apparentemente poco inclini all'incontro, specie se confrontati con i film, le pubblicità, le famiglie del Mulino Bianco Cinesi. Miraggi, virtualità. Ma del resto nessun uomo capirà mai le donne. Tranne Paolo Conte, forse.

Lvyún è franca, diretta, spietata, timorosa e spaesata in questa Cina in cui tutti pensano di potersi arricchire velocemente, delle pressioni, dei “pareri” dei genitori così incombenti sulle decisioni di una ragazza di 25 anni. E' simpatica anche, forse involontariamente, secondo i suoi canoni. Non è molto curiosa, ecco, non è molto curiosa.

La costruzione di ogni relazione umana richiede sudore, camere a sud, ombre di fico a coprire il cicalar delle comari. Passo dopo passo, casa dopo casa, di lampione in lampione, intruglio di frutta dopo intruglio, ci si capisce meglio. Si impara a scherzare, a ridere di sé e ad essere franchi. Ma ho l'impressione che i ragazzi qui vivano solo di presente, senza riferimenti cui attingere, se non quelli dei propri genitori, in alcuni casi deleteri. La socialità appare disgregata, disorientata da cambiamenti che qui hanno il ritmo della quotidianità, non di mesi o anni.

Ieri abbiamo passeggiato per un'oretta poi ha chiesto di andare a bere qualcosa. E' incredibilmente pigra! La realtà è che è particolarmente triste e distratta in questo periodo. Ha occhi scurissimi, con un taglio che ora so distinguere dagli altri. Se gli occhi sono scuri e anche lucidi, è facile accorgersene. Come lo sguardo di solito piantato negli occhi, che cambia improvvisamente luogo e vira distante, perché alla fine non è mai bello mostrarsi così vulnerabile di fronte a uno straniero.

Nel suo nome c'è la parola yún, che significa nuvola. Per questo spesso sono distratta, sono sulle mie nuvole, mi dice senza sorridere. La realtà è 170 euro al mese, voglia di cambiare lavoro, la pressione che non ti fa dormire, i genitori che non accetterebbero un colpo di testa, perché pensano che il mondo sia quello di vent'anni fa e pensano che se cambi troppi lavori sei una poco di buono.

Pare che a Shanghai il numero degli insonni sia altissimo. Ora che ne faccio parte, di quelli che si girano e rigirano tra le coperte, che a volte vorrei anche mettere in un frigo, se lo avessi, il mio cuscino, capisco cosa intendono con “pressure”. La vita ti mangia, il tempo scorre, miserable life la chiamano. Senza passato, presente orrendo, futuro difficile da determinare in modo autonomo. La svolta sarebbero i guanxi (altra parola simile a una italiana, “ganci”, thanks to Marco Polo?) ovvero le relazioni, il reciproco aiuto, concetto fondamentale nella cultura cinese (e ulteriore similitudine con l'Italia, direi, come le code sconnesse, l'arte di arrangiarsi e il tentativo, ogni volta, di fregarti…) tu mi fai un favore, io ne faccio uno a te. Lei non ne ha, né vuole averne, e paga questa innocente ma ambiziosa scelta. Buona notte e buona fortuna.

Uno si dichiara indipendente e se ne va
Uno si raccoglie nella propria intimità
L'ultimo proclama una totale estraneità
Tu con lo sguardo eretto all'avvenire
Fisso al sole nascente ed adirato all'imbrunire

Assomiglia all'ingenuità la saggezza

Ma non ora non qui
no non ora
non
qui

Posted in Rén Men.


2 Responses

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  1. beirut says

    uhm non so in effetti. Qui cmq lo fanno tutte. Ieri sera ero a cena e ne ho beccate almeno tre a guardarsi in piccoli specchietti portatili. Poiché qui appendono ogni cosa al cellulare, mostrilli, gingilli…una aveva un piccolissimo specchio pendente dal cellulare…Di solito la mia amica ride quando si piazza davanti a qualche specchio, ma forse perché ogni volta io fingo di morire dalla noia…non so.
    Buona notte, spegni la siga prima di dormire!! :-*

    b.

  2. ajorn says

    ma scusa secondo te le persone che si guardano spesso allo specchio sono allegre? boh secondo me il contrario :))

    cmq belle cose che le dici “Io le ho detto che a furia di guardarsi nelle vetrine o in qualsiasi vetro riflettente, prima o poi prenderà una tranvata contro un palo…”

    si si lo so, questo e’ proprio un commento inutile, e che non ho voglia di andare a dormire, e non ho particolari attivita’ impegnative da fare, ma si mi appizzo l’ultima sigaretta, e mi distendo a letto

    ciao 🙂