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[Genova] Commissione inchiesta, primo sì alla camera

Verificare
se vi sia stata «una sospensione dei diritti fondamentali
garantiti a tutti i cittadini dalla Costituzione» e soprattutto
ricostruire «la gestione dell'ordine pubblico facendo luce
sulla catena di comando e sulle dinamiche innescate che hanno
provocato azioni violentemente repressive nei confronti dei
manifestanti». Questi i compiti principali della futura
commissione di inchiesta sui fatti del G8 a Genova nel 2001. Ieri
dalla Commissione Affari Istituzionali della Camera è partito
il via libera per la legge di istituzione della commissione
monocamerale, con gli stessi poteri della magistratura, inclusa nelle
promesse di governo dell'Unione e osteggiata da opposizione e parte
della maggioranza (Udeur e Idv). Proprio da queste resistenze
potrebbero nascere problematiche sull'approvazione definitiva alla
Camera.
La notizia giunge nel giorno in cui a Genova il
procedimento Diaz viene fermato un'altra volta: si ricomincerà
il 7 novembre per consentire a Romano Raimondo, nuovo difensore
dell'imputato Dominici, durante il G8 capo della Mobile genovese, di
prendere conoscenza degli atti. Quello della Diaz è il
processo alla polizia del G8 per eccellenza, nonché quello
durante il quale alcuni agenti sono stati accusati di falsa
testimonianza per la loro deposizione in aula. Come a loro è
toccato a Colucci, ex questore ai tempi del G8, giunto a Genova a
fornire una disarmante deposizione circa la catena di comando in quei
giorni. Molti dei big della polizia presenti o collegati a Genova nel
2001 sono sotto processo o indagati, come l'allora capo De Gennaro: i
nomi ci sono e se fossimo in una paese normale i vertici dell'allora
polizia, dei carabinieri e dei vari Sismi e Sisde (che misero in giro
bufale come quella del sangue contaminato nei palloncini), non
sarebbero più, e ancora, in posizioni di comando. O in ascesa
da tempo, proprio dal quel luglio 2001.
La Commissione di
inchiesta sarà utile se avrà la forza di andare in
questa direzione, tra mille dubbi sulle sue reali potenzialità.
In primo luogo perché nel corso del procedimento Diaz, a parte
Canterini e il suo allora vice, Fournier (quello della macelleria
messicana), nessuno degli imputati ha parlato in tribunale, né
sarà obbligato a farlo davanti ai 30 deputati prescelti. In
secondo luogo perché i precedenti contano e una commissione di
indagine fu aperta e chiusa già a tempo record dalla destra.
Infine perché la vera esigenza di conoscenza, ovvero quello
che manca sapere, o affermare sul G8, è la responsabilità
politica e non solo operativa: bisognerà vedere se la
commissione (che avrà dieci mesi come tempo massimo e non
potrà spendere più di 50 milioni di euro) deciderà
di puntare in alto o meno. Che si vada direttamente al nocciolo del
problema è anche l'auspicio di Agnoletto, ex portavoce del
Gsf: «Si individuino le responsabilità politiche di
quelle giornate cilene, chi era ai vertici della catena di comando
allora, lo è ancora oggi».
La notizia che rimbalza
da Roma, sebbene l'iter sia ancora incerto, è comunque un
segnale positivo in un momento delicato dei processi, soprattutto
quello Diaz, per i continui attacchi delle difese dei poliziotti a
procura e ai procedimenti. Graziella Mascia, vice presidente dei
deputati del Prc e una delle prime firmatarie della legge, delinea i
futuri compiti della Commissione: «E' evidente che in quei
giorni c'è stata una sospensione dei diritti democratici ed è
altrettanto evidente la necessità di ripristinare la verità.
Non sarà una sede processuale, ma sarà un luogo dove
ripristinare la verità attraverso l'accertamento delle
responsabilità».

(da Il Manifesto) 

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