Nella
giornata delle polemiche e dalle partite rocambolesche il Grifone non
poteva esimersi dal dire la sua: vinciamo una partita il cui
risultato finale poteva esserci avverso. L’Atalanta becca tre pali,
recrimina su un gol annullato (il fuorigioco sembra millimetrico e io
sono della scuola che in quei casi i guardalinee dovrebbero tenere
giù la bandiera), infine marchiamo il gol della vittoria su un
calcio d’angolo inventato. In compenso, per larghi tratti della gara,
dagli spalti si alza il coro “buffone buffone”, all’indirizzo di
un arbitro che in venti minuti ci fischia più o meno
quattrocento falli contro.
Poiché
capisco calcio l’analisi della partita è piuttosto semplice:
privi di Leon giochiamo un primo tempo di contenimento, come ci
bastasse lo zero a zero. Insolitamente siamo lenti e poco tripallici, ovvero pressiamo troppo bassi. La Dea rumina gioco, corre e crea. Doni è
il catalizzatore: Criscito e Bovo escono di volta in volta su di lui,
ma soffriamo la sua posizione tra le linee: Milanetto è
costretto a giocare troppo basso, così come gli esterni. Doni
infatti avanza, tira via due dei nostri e i loro esterni cercano
fortuna giocando lunghi. L’Atalanta gioca profonda e ci tiene lì,
a soffrire e a lanciare. Il nostro centrocampo è come una
pista d’aeroporto dalla quale si vedono tanti palloni volanti, ma mai a
terra. Poi la Dea cala e veniamo fuori noi, finalmente. Il finale del
primo tempo e i primi 20 minuti del secondo potremmo chiudere la
partita. Il calcio, si sa, è cinico e baro: così nel
nostro momento migliore becchiamo la pera dall’ex ciclista Doni, su
rigore netto.
Graziati,
pareggiamo con Marco Borriello, per il quale ogni parola è
superflua. Un toro scatenato. Poi l’apoteosi. Lucho la infila di
testa come i migliori gol di Tommasone Skuhravy: la palla piano piano
si infila nell’angolo. Tutti a pregare che il portiere scivoli, poi,
una volta entrata in rete, si ritorna ai vecchi tempi: ci si tuffa,
si corre verso il basso, si scambiano posizioni. Ci metto dieci
minuti a tornare dove ero prima e la partita finisce.
Esausto,
cerco camere iperbariche, defibrillatori, mentre si organizzano orge
onanistiche nei cessi della Nord. Ultimo appunto: esultando urlavo a
Gesperini: “Lucho deve giocare, sempre!”. In realtà, come
lo stesso Figueroa ha confermato, è solo al 30%. Onore a
Gasperson: con una squadra mediocre, ma che con un paio di innesti può reggere confronti più intriganti, siamo in piena zona Uefa. Tutti a
Cracovia!
grande simo! bravi grifoni e soprattutto ancora grazie grazie per aver battuto le merde in casa. ho goduto troppo. solo per odio per i laziali.
altro che cracovia… MANCHESTER!!!
ciaooooooooooooooo ne approfitto x salutarti e per testare una cosa 🙂
a me l’antispam fa le bizze vediamo che succede a te 🙂
ah poi cosini sugli apostrofi ‘
rispetto per bergamaschi e bergafemmine: 90 minuti a cantare e i giocatori a giocare…mi spiace, tranne per Del Neri (“è difficile”, ripete sempre, ecco, servito).
Cla: ne abbiamo parlato via sms. A me non piace Preziosi e se devo dire la verità nemmeno Cairo. Speriamo che il vecchio cuore ci metta, come al solito, la pezza riparatrice.
un bacio a tutto il Mojto F.C. :-*
b.
io, donna depressa, mi consolo pensando alle Vostre gioie…
Maledetti, avete un culo che fa invidia…
Cmq forza Atalanta! 🙂