29
gennaio 1995 – 29 gennaio 2008. Ciao Spagna.
Si
cammina stanchi, si ammicca, si tace. Faccio un corso di 35
minuti per concentrarmi e non dire belin. Mai. Faccio prove di
cadenza milanese. Figaaaaa, Gazzeeeeettaaaaaa,
Pizzettaaaaaaaaaa. Kortatub mi suggerisce il silenzio.
Giastemme in xeneixe. Ok Lotto. Qualche sciarpato, poca roba.
Con Hellas e Kortatub carichiamo Onsky. Si va a piedi e cazzo quanto
ci vuole. San Siro sarà pure la cattedrale, ma io a Notre Dame
ho trovato subito l’ingresso. Dopo venti minuti troviamo il fottuto
settore. E’ iniziata da un minuto. Silenzio. Ci aggrappiamo agli
scalini, vicini a Confindustrial e tre xeneixes già impegnati
ad accendersi la siga. Siamo senza colori (tralascio tremebondi
tentativi di travestimento), si parla ad occhiate. Si sta schisci.
Poi ci giriamo e due tipe, età media 10 anni, sfoggiano
berrettino e sciarpa del Genoa. Belin!
Ed
ecco il coro: “uno di meno”, cantano dalla Sud. Beoti schifosi,
niente da dire. Anche gli interisti ce l’hanno cantata. Ce lo hanno
detto, perché sinceramente non li abbiamo sentiti. I milanisti
nella sud sono da soli nello stadio e si sente. Si pensa a
Spagna, si cerca di stare calmi, ci si morde le labbra, si comprano
223 caffè borghetti. Sigaretta. Per
dimostrare la propria arguta sapienza i milanisti nella sud si
tirano tra loro bombe carta, si abbracciano, si spingono. Sembrano
proprio dei galusci conservati nella loro cesuossima curva.
Becchiamo
due pere, si torna a casa in silenzio, ripetendo "mai più". La sensazione è che il
calcio e i suoi stadi, stiano lentamente inabissandosi tra i tanti non luoghi, privi di una qualsivoglia scheggia di passione. La belinata è attaccare la figu di
Figueroa sulla metro rossa. La gioia è il gol del figlio di
Signorini al Viareggio. La speranza è
di bere un vino buono per l’estate.
tutti a livorno!