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[Shanghai] Limiti

Alti
e bassi. Corse e respiri forti. Allunghi e pause. E’ Shanghai, o
forse, la Cina.

Nel
frattempo mi godo la casa e il quartiere tutto da scoprire.

C’è
un ristorante pechinese di hot pot traditional fantastico, ad
esempio.

Gli
esperimenti casalinghi invece vanno incontro a problemi pratici.

No
scodelle per i noodles e ci si adatta, con pentolini e affini.

Primi
spaghetti scolati con l’affare per lavare la verdura. 

Appunti
di vita quotidiana.

Frigo
pieno di verdure, giganti.

Confucio
e spaghetti.

 

Alti
e bassi. Shanghai prende, strattona, abbraccia, esaurisce, carica e
scarica, abbatte, annoia.

Tutti
indaffarati, cantieri aperti di notte, strade invase dal fumo dei
barbecue all’aperto, pub patrizi pettinati, localacci sporchi,
vetrine ambigue, docce pubbliche accoglienti, odori.

Poi, qui, il senso del limite c’è, si respira, si attenua, si riaccende, si conquista, si comprende e si è prigionieri. Tutto è bene, tutto è male.

E’ un topic
classico: la nostra libertà e il loro senso del limite. Anche
i grattacieli, quando si abbassa il sole, scompaiono nella
nebbiolina. Le loro punte non si vedono a testimonianza che non tutto
è raggiungibile.

Più
sono in Cina, più odio l’Occidente.

Se
ci sono non so cosa sono e se vuoi
quel che sono o sarei, quel
che sarò domani,
non parlare non dire più niente,
se puoi,
lascia farlo ai tuoi occhi, alle mani

 

Posted in Pizi Wenxue.