Tutti
concordano: è il mestiere peggiore del mondo. Ovvero: il ruolo di capo dei
controlli qualità in Cina. Ieri
si è dimesso Li Changjiang, a seguito dello scandalo del
latte alla melanina. E al suo posto ora è stato nominato (un po’ come nel grande fratello o l’isola dei famosi) Wang Yong, classe 1955, dal 1974 iscritto al partito. Il mestiere peggiore,
nel momento peggiore. Sulla vicenda ecco una breve carrellata dei
fatti.
— Latte
contaminato, 54 mila bambini intossicati, 4 morti, paura che dilaga
un po’ ovunque. Alcuni paesi asiatici e africani, per non
sbagliarsi, hanno bloccato l’importazione di latte cinese. Starbucks,
in Cina, vende solo latte di soia. I media cinesi ne parlano, il
Governo si barcamena tra rivelazioni e proteste e prepara il terreno
a una nuova resa dei conti interna. Storie da capitalismo dei
disastri, da Cina del 2008: mercato, speculazioni, controlli e
vittime, le solite. Scandali annunciati, come la debolezza
architettonica delle scuole del Sichuan o l’attuale disastro del
latte contaminato. E rese dei conti alla cinese. L’ultima notizia è
che Li Changjiang «si è dimesso con il consenso del
governo dopo che i prodotti contaminati hanno provocato
l’ospedalizzazione di circa 13.000 bambini, e la morte di quattro di
loro». Li Changjiang era il capo dell’amministrazione cinese
deputata al controllo sulla qualità. Si è dimesso e ora
si ritrova tutto solo a coltivare la speranza che basti così.
Politicamente è finito, ma i guai per lui potrebbero essere
anche più grandi. Perché la sua funzione è una
delle più rischiose: nel luglio del 2007 Zheng Xiaoyu, 63
anni, l’ex capo dell’agenzia per i controlli igienico-sanitari è
stato giustiziato, con l’accusa di corruzione. Aveva intascato soldi
per sorvolare nei controlli su medicinali e alimenti. Anche allora a
morire toccò ai bambini.
Tutto
è cominciato mesi fa quando in una delle aziende che producono
latte in polvere vennero segnalati casi di analisi allarmanti. Una
emittente televisiva dello Hunan denunciò l’alto numero dei
bambini ricoverati per problemi renali. Avevano unito i puntini, ma
l’ordine da Pechino fu perentorio: silenzio. A pochi giorni dai
Giochi, altre denunce e ammissioni, ma il copione fu lo stesso.
Infine, quando il latte messo in commercio ha iniziato ad avere i
suoi terribili effetti in modo massificato ecco le prime notizie,
seguite ai primi ricoveri. Il mondo del web ha aperto le porte su una
terribile vicenda, sulla quale il Governo di Pechino ha provato a
metterci lo zampino. Ma presto tutto è venuto a galla.
Si
deve a Jian Guangzhou, un reporter di Shanghai, la prima accusa
ufficiale nei confronti di un’azienda, la Sanlu, della provincia
dell’Hebei, partecipata anche dalla neozelandese Fonterra. Questi
ultimi hanno subito preso le distanze: Andrew Ferrier, amministratore
delegato del gruppo ha dichiarato: «facciamo controlli
rigorosi, non escluderei un sabotaggio». L’azienda cinese,
decisamente più invischiata, prima ha nicchiato, poi è
stata travolta dallo scandalo. Non bastano le scuse al popolo cinese:
una ventina di arresti, tra i quali figurano i manager e
l’amministratore delegato del gruppo. I nuovi mostri hanno aperto le
edizioni di molti quotidiani cinesi: Zhang Zhenlin, vice presidente
di Sanlu, è ritratto a capo chino, in gesto di scusa, con la
cravatta a ballargli davanti, tra il macabro e il ridicolo. E giorno
dopo giorno crescono le novità: alla Sanlu sarebbero stati
sequestrati circa 10 tonnellate di latte contaminato. Dopo i
dirigenti è il turno dei politici, in un crescendo, perché
le sorprese non finiscono lì: il 18 settembre il Dongguan
Times
annuncia che il vice governatore dello Hebei sapeva tutto. E’
l’ultimo passaggio di un terremoto politico della regione e del suo
capoluogo Shijiazhuang:
licenziati Ji Chuntang, il vice segretario del partito e alcuni
uomini dell’amministrazione locale sui controlli di qualità. E
l’aria si fa ancora più tetra. Con i giorni aumentano i
ricoveri, le morti e le novità: non si tratterebbe solo del
latte in polvere, ma anche di quello liquido, degli yogurt.
Non solo:
non sarebbe solo la Sanlu l’azienda a speculare con il ricco
commercio del latte in polvere. Ce ne sarebbero altre, tra le quali
lo sponsor olimpico (che avrebbe dovuto fornire il latte proprio al
villaggio degli atleti) Yili e i brand Mengniu e Shanghai Bright
Diary. Prodotti e marchi cinesi, dal marketing aggressivo e aiutato
da molte star. Queste ultime, respirata l’aria, hanno immediatamente
comunicato le loro decisioni. Liu Guoliang, mister della nazionale
cinese di ping pong e testimonial di Yili, ha già fatto sapere
che devolverà alle vittime i suoi introiti pubblicitari
macchiati dalla vergogna. A quel punto lo scandalo è divenuto
inarrestabile e la Cina ha messo in campo i suoi leader. Wen Jiabao,
una stagione a correre qua e là per tappare le falle del
sistema cinese, almeno mediaticamente, ha fatto visita agli ospedali
(come già nei luoghi tempestati dalla neve o dal terremoto),
si è fatto fotografare e annunciato la strategia del governo:
«mai più simili scandali». E mentre ai media si
chiedeva di prendere per buone solo le agenzie governative, la
faccenda si allargava: sarebbero 22 su 100 le aziende coinvolte nello
scandalo del latte, mentre da Hong Kong sono giunti sospetti anche
sulla Nestlè, che ha immediatamente ritirato i suoi prodotti
dal mercato asiatico, pur assicurando circa il rigore dei propri
controlli.
Dopo
la sbobba olimpica un’altra bella gatta da pelare per il governo
cinese. Il 2008, alla faccia dell’armonia, andrà in archivio
come l’anno dei disastri e dei disordini, nel trentesimo compleanno
delle «riforme»: non solo neve e terremoto, proteste in
Tibet e attentati in Xinjiang. Secondo fonti riportate dal Guardian
ci sarebbero state almeno 90 mila proteste nel corso dell’anno. La
causa nella maggior parte dei casi sarebbe la corruzione
dell’apparato dirigente del partito. [da Il Manifesto]
Adesso
guardami le mani
ti sembrano mani da padrone?
coraggio e
toccami le mani
che la mia vita non è
Latte alla MELANINA ???
Cos’è, un nuovo modi di abbronzarsi ??
Raccapricciante questo articolo… purtroppo quando certe vicissitudini rigurdano la Cina tendiamo a non stupirci troppo!!!
…
ho trovato il tuo blog attraverso Granata!
devo dire che ti trovo interessante!
non mancherò di fare altre visite!
…
Infine complimenti per la citazione di Fossati…una canzone molto bella, e macramè è un album un po’ sprofondato nell’oblio!
corretto.
tn
ehm cosa sono le mai?
cosa vuol dire toccami le mai? è cinese?