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[Pechino] La ragazza Kappa e gli investigatori cinesi

Stella
benigna, più nessuno si adatta a vivere di paura,
il tuo
fantasma libero si perde,
nella terra dei tuoi, sulla terra dei
tuoi
tu corri anche di notte, e non aver paura
che si alzerà
la luna.

Succede
questo: un tipo piazza su internet un video, alcune foto e una
conversazione
dalla quale si evince che una ragazza (quella nella foto a destra) e un ragazzo
stanno facendo qualcosa. Human exchange traducono
simpaticamente alcuni chinai. Ci sono dialoghi un po’ hot e
alcune foto osé della tipa. Si scopre che la ragazza
lavora al negozio della Kappa
in Nanjing Xi Lu, a Shanghai. Un
immenso mall, dove la Roba di Kappa vende le felpe “I love China”,
mentre in Italia vende quelle “Free Tibet”, tanto per capire il
marketing.

Quando
si scopre che la ragazza è una commessa del negozio, partono
le investigazioni private, ovvero cittadini cinesi
desiderosi di scoprire qualcosa della ragazza (e smarronarla on
line, of course). Su alcuni siti si trovano traduzioni delle missioni
dei novelli investigatori privati: sono arrivato e ho chiesto dove
fosse il negozio Kappa. Una ragazza mi ha sorriso e mi ha detto,
settimo piano. Rideva forse perché già in tanti avevano
chiesto quell’informazione. Arrivato non ho trovato nessuna ragazza,
quindi niente foto: missione fallita.

Quando
si parla di controllo sociale distribuito in Cina si intende proprio
questo: tecnologia, polizia e cittadini. Controllo costante e
arte delatoria che arriva da tempi antichi e che macchia una
popolazione straordinaria (è il mio fottuto punto di vista).

Il
tipo non becca un cazzo, come si dice dalle nostre parti. E come lui
tanti altri: troppo tardi e ben vi sta, aggiungerei, anche perché
la ragazza non lavora più lì.
Ha
un blog
nel
quale cerca di difendersi (e on line ci sono immagini dell’assalto di
curiosi e investigatori al negozio: una cosa inaudita), attraverso
pensieri che bene caratterizzano una certa gioventù cinese:
Right
now, I have a little fame, so how can I use my fame for profit? While
lying on my bed last night, I thought of a few things, now sincerely
looking for advertising sponsorship.

Oppure: Either
way, I still look good on the screen, who knows what director will
look for me to make a film later on! Must become famous as soon as
possible!

Le
donne sembrano avere focalizzato la parte più
autonarrativa
del
web cinese, nel bene e nel male. Si raccontano segreti, storie di
povertà e oblio, desideri. All’interno del web la società
cinese pulsa di vitalità e desiderio di raccontare la propria
storia. Mi pare che i cinesi, quelli giovani, non abbiano un passato
cui attingere e provino a creare un presente che sia
contemporaneamente
memoria
e
futuro.
Un’opera mastodontica, quotidiana,
storica.
Oltremodo interessante, in epoca di utilizzo massiccio di tecnologie
e processi culturali a duemila allora.
Il
pop cinese avanza, e
sembra farlo molto più grazie alle ragazze che agli uomini.

Posted in Pizi Wenxue.


4 Responses

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  1. b. says

    ciao daniele.
    invece purtroppo esistono…in via sarpi a milano le vendevano…:-/
    un abbraccio
    b.

  2. daniele says

    mai viste le magliette kappa “free tibet”. e meno male. ormai a pechino vedo scritto “italia” dappertutto. anche sulla felpa kappa che mi han regalato. cazzo.

  3. b. says

    se ne sono accorti anche a Il Corriere:
    http://www.corriere.it/…-abfb-00144f02aabc.shtml

  4. contro says

    che fai lì da solo con questo tempo
    l’aria è già più scura
    splendono tutte le città in oriente
    ti faccio ridere
    e d’amore non parliamo più