Update fotografico (lunedì 9 anzi martedì 10, ormai, qui). Ora venite a dirmi che è artificiale e che la gente non esce con il pigiama…
Ho anche una bici nuova: cioè
usata, 180 yuan, cinesissima, pesante come la morte, ruote
incredibilmente grandi, uno spasso. Belina II il nome.
Poi:
allenare bambini a giocare a calcio, mi ha sviluppato ragionamenti
educativi non da poco, ci vorrebbe il mio socio! E anche sul calcio
come lo intendo io, come forma di gioco per le persone normali, di
arte per chi il calcio lo ha nelle vene. E non si tratta solo di
colpire il pallone, ma di vedere il calcio. Secondo me ho un
piccoletto che questa cosa la sa. Ce ne sono alcuni più forti,
scattanti, con una buona tecnica se allenati bene, ma non vedono il
calcio. Vedono il colpo, che è un’altra cosa.
Questo
bambino invece, è giapponese, quando calcia il pallone sta già
vedendo quello che dovrebbe succedere. L’ho schierato in difesa, una
sorta di regista difensivo. Di seguito la sua piccola storia in una
partita di calcio.
Più
in generale, dopo qualche settimana di allenamento, la squadretta che
alleno ha ottenuto il primo trofeo ad un torneo per scuole calcio di
Pechino, sconfiggendo nella finalina, terzo quarto posto, gli
acerrimi rivali del Beijing Sport, accozzaglia di laowai e bambinetti
biondi, tutti mascherati da calciatori veri, con comportamenti
ridicoli da supercampioni a rimorchio (lamentele con arbitro,
sceneggiate sui falli, ecc). Gironcino di qualificazione con due
vittorie (nette: 5-0 e 3-1) e una sconfitta (contro quelli che poi si
sarebbero qualificati secondi, 4-1). Infine semifinale disastrosa
contro bambini cinesi che sostenevano di avere 12 anni. Peccato che
erano alti come me. 8-0 pesantissimo, ma i miei arrivavano alla loro
cintola. Il mister di questi, un cinese tutto incazzato, ad uno dei
suoi giocatori, dopo averlo sostituito, gli ha tirato anche un calcio
in culo. Non con simpatia, io ero allibito. Poi hanno vinto il torneo
eh.
In
finale l’atmosfera è elettrica, un botto di gente a vedere,
genitori trepidanti, bambini tesi: minchia una finale, la prima della
loro vita! Infatti dopo pochi minuti siamo sotto: 0-1. Proprio quando
mi accingevo a fare le sostituzioni, che giocano tutti. Però
belin in finale mettere una pippa…mi girano, però insomma.
Sostituisco. Soffriamo, ma un contropiede ci regala il gol del
pareggio. Rapido scambio e conclusione: rete! Ci chiudiamo a riccio:
lasciamo davanti il più forte, sulla sinistra Akayoma, altro
giapponese agile e veloce. Dietro Taiga: quello che vede il calcio.
Chiusi a riccio e ripartenza a farfalla, in pieno Scoglio style. Che
squadra!
Quelli
pressano, cazzo vanno come delle frecce. Mi giro e i genitori mi
sembrano dei mostri: biondi, palestrati, agili, urlano con quel cazzo
di inglese perfetto e tutto arrotato. Essi vivono. Cerco di
concentrarmi sulla partita. La cosa bella è che evidente che
io parlo, loro fanno di si con la testa e poi fanno quello che
vogliono. Ma è giusto così, ci mancherebbe altro
sinceramente. Cmq: palla nella nostra area. Taiga rinvia e scatta. Io
penso: dove cazzo va?
E’
che lui ha già visto che l’ariano che stopperò il
pallone, lo farà male, la palla lo supererà. E Taiga è
lì: stop, dribbling di interno, un altro d’esterno. Poi ci
sono lui, il portiere e la rete. Il portiere però è
gigante, sembra coprire tutta la porta. Io in un nanosecondo penso,
lo scarterei. Invece Taiga lo fa uscire e con un piatto semplice
semplice lo scherza da campione! 2-1.
Manco
con il Genoa: comincio a menarla all’arbitro. Uei’, oh, tu, ohi,
quanto cazzo manca. Mi dice 30 secondi. Io lo guardo malissimo.
Angolo per loro: palla che passa leggera e colpisce il palo. Gol.
2-2. Non posso bestemmiare, perché alcuni bambini parlano in
italiano, perché i boss lì sono italiani, insomma, non
posso. Vicino a me l’altro allenatore della scuola calcio che mi
dice: manco con il Lanciano soffro così!
Eh.
Extra time. Noi tesi, loro felici: altri 5 minuti di calcio. Corrono, si menano, con l’arbitro che cerca di riportare tutti all’ordine. Un bel casino, lo so bene ad ogni inizio di allenamento. Si riparte, ma
belin quelli ci mettono sotto. Di brutto. Entra un altro altissimo, l’allenatore
avversario mi guarda e sorride. Un altro mostro.
Poi c’è un
fallo per noi.
Il
nostro attaccante si muove a destra e io in giappocinoitaliangenovese
gli urlo di piazzarsi sul dischetto, su quel cazzo di dischetto. Lui
fa si con la testa, ma sta fermo. Sta per partire il calcio del suo
compagno. Il nostro attaccante si muove, la palla si alza, lui
raggiunge l’area e non so come: di testa la piazza dentro. Di testa, che roba!.
Poi
premiazione, con quel bastardo dell’altro mister che fornisce una bottiglia di birra
in esplosione a un bambino che tutto felice mi fa la doccia. Gran
figata questa esperienza.
il rischio è che con due o_scuri figuri in campo o in panchina…si calmino davvero…
e poi io la parte difensiva la curo poco, sono rigorosamente zemaniano…:-) magari tu un paio di legnate gli puoi insegnare a darle…ben date naturalmente. ,-)
baci!
b.
io seguo sempre,
brutto bastardo, voglio allenare anche io i bambini, ma io non vedo il calcio, tu si’.
Potrei fare il secondo studiando meglio il chinao 🙂
Tienimi un posto in panca 🙂
a questo punto vai a sciare, mister.
comunque attendo le tue conferenze stampa tipo “mago dei numeri”. 🙂
ei l.! manco a te sfugge niente eh…
stiamo montando un video sulle sfilate di moda della settimana della moda pechinese. quando è pronto metto tutto qui…;-)
un bacio!
b.
completamente fantastico!grandi i pischelli.
…ma la super top model invece? non puoi promettere storie e poi sviare!