Uella! A Milano hanno occupato la Borsa. Esistono ancora i cantierini!
Anyway. Stavo pensando: dobbiamo organizzare delle amichevoli, che quelli del 2003 devono prendere una bella tranvata nei denti, giocare contro chi non gli faccia mai vedere il pallone e capire che devono migliorare. Però la prima amichevole la faremo contro delle pippe. E’ bello essere conseguenti ai propri pensieri.
Sono in piena paranoia da PCC, preso dai cable di wikileaks e dalla lettura di un libro che dice di svelare come il PCC controlla tutto. Preso dall’ansia di controllo e di essere controllato di diventare fanalino di coda di un processo di indagine su ogni essere umano nel paese, oggi ho affrontato con straordinaria allegria l’allenamento dei più piccoli. I 2004.
Dei nani da combattimento, cattivi, sempre pronti a prendersi a cartelle durante la corsa. A loro invece li devo sfinire nella prima mezz’ora quaranta minuti sennò mi devono ricoverare. Non stanno mai fermi, si menano, urlano, ballano (anche). Se gli dico di correre per punizione esultano come avessero fatto un gol.
Allora me la rido, cerco di tirare un urlo MOLTO forte ogni ora e poi alla fine tutto si sistema. Certo che se penso a quando giocavo a calcio io a quell’età, eravamo di un altro pianeto. Perché avevamo la piazzetta. Vabbè.
Oggi li ho massacrati con gli ostacoli. A due piedi, con uno, di lato, destra, sinistra, con pausa, veloce. Dato che continuavano ad andare ai duemila allora, specie Messi e Ronaldo, li ho chiamati così e sono i due più forti, ma per ragioni diverse. Ronaldo lo chiamo così perché a 7 anni ha già i pettorali di Ronaldo, intendo C-Luo, Cristiano Ronaldo, non l’omino MIchelin brasiliano, Messi è semplice, si è presentato con la maglia di Messi e tra Soda, Katzutaka, Taiga, Taido, Tuidu, Tudui, Nakanaka, ho benedetto il nome: Messi. Lui è uno di quelli che in un mese è cresciuto di più.
Insomma dopo 40 minuti di ostacoli avevano ancora l’argento vivo addosso, come diceva mia nonna. Allora dopo gli ostacoli ho aggiunto delle listarelle a terra (non so come chiamare sto strumento) per fargli fare scatti nel breve.
Ma niente, continuavano a correre. Gli ho detto di fare due minuti di pausa, mentre preparavo i paletti per altri esercizi, e niente, a prendersi a pallonate, rincorrendosi.
A quel punto 40 minuti di tecnica, avanti e indietro con il pallone di cui venti minuti uno di fronte all’altro a stoppare e passare. Poi partitella. E incredibile: zero a zero con la palla che è stata 20 minuti (la durata della partitella) in 5 metri di campo tra i due schieramenti disposti a carrarmato uno contro l’altro a runsare fino alla caduta del punto debole. Ma non è avvenuto.
p.s. sono sicuro,lo spero!, che _nero conosce il nome dell’attrezzo di cui parlo 🙂
Le listarelle a terra non si chiamano listarelle? 🙂