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[Sgombero] Volturno 33: sgombero

Ed eccoci alle info di servizio della Milano d'estate.

Sgombero
in corso al V33, in via Volturno, 33, quartiere Isola.

La Pula ha bloccato i due lati la strada. In pochi
dentro. Situazione tranquilla. Ci si sta radunando fuori.

Accorrete.

Oppure…que corra la voz…

Seguiranno
info.

 

A tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade

eravamo
gli ultimi cittadini liberi di questa famosa città civile

perché
avevamo un cannone nel cortile

 

 

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[Sarpi – Shanghai – Luglio col bene che ti voglio] P.A.C. Men

Ed
eccoci qua, a reti unificate il mio e il mio socio. Abbiamo
addirittura messo su una newsletter aperiodica di Blackswift, stiamo
progredendo in tema di comunicazione…Per non essere proprio uguali
ho usato il titolo che abbiamo scartato, PAC Men per il nostro
raccontino. Purtroppo non siamo neanche stati in grado di fare un
gadget, che ne so occhialini da sole taggati Bs o prendisole Liboni.
Anyway ecco l'intro, in fondo i links, insultateci che tanto ci piace
(più al mio socio che a me, che io sono più reffioso…:-)

— 

D'estate
si sa, il giallo tira. La gente ha voglia di storie, che cominciano,
che finiscono, in cui i vinti vincono e i cattivi perdono, che poi al
largo, sulla barchetta, durante l'aperitivo, già c'è la
scottatura a dare fastidio, ci manca anche un impiccio letterario.
Potremmo pure dire che il giallo sta tirando un pò tutto
l'anno, come i complotti, gli intrighi, i giochi di potere.

La
memoria pop letteraria dalla quale attinge blackswift è
popolata di rotocalchi estivi, quelli che poi ci fasciavi le uova, la
verdura o li mettevi per terra quando si doveva dare il bianco ai
muri, con storie apocalittiche, per lo più famigliari, di
disgrazie, di impercettibili attinenze con il reale. Una sorta di
precursore di reality fiction che proprio perché partiva dalla
realtà (omicidi tra le mure domestiche, storie italiane di
scappatelle finite in tragedie, ecc) costituiva una straordinaria via
di fuga, nel negozio del parrucchiere, del barbiere, nei cortili
estivi, sulla spiaggia.

Lupo Liboni inaugurò la
stagione dei nuovi mostri per l'estate. Balordo, mezzo, anzi tutto,
fascistoide, si era tirato dietro le ire funesti delle comari di
mezza Italia, specie quelle che scrivono sui quotidiani. Carlotto ne
fece un ritatto che impressionò, parlando di insofferenti e
prevedendone la fine che da lì a poco Lupo avrebbe
trovato.

Una storie minore, assurta agli onori delle cronache,
in mancanza di scalini, scaloni, scalate e intercettazioni. L'Italia
lo voleva morto e lui morì. E allora, in epoca di romanzi
criminali e di rivalutazione di hard boiled alla Ellroy, è un
piacere dipingere la vicenda di Lupo Liboni in qualcosa di piccolo e
grande allo stesso tempo. Una storia di balordaggine, inserita in uno
dei periodi bui dell'Italia. Una straordinaria e casuale concomitanza
di date. Una bizzarra, e molto meno comica delle premesse, storiella
che non sembra molto più strana di quanto si potrebbe leggere
sui giornali.

La
chiamiamo Reality Fiction. Partenza dal reale per trasfigurare la
realtà stessa. O per dare una propria lettura, con l'artifizio
delle storie. E' solo un racconto, un divertissment. Un piccolo
mostro per l'estate 2007.

Che gli insofferenti
continuino a correre.

Su
Blackswift esce il mostro dell'estate da portarvi sotto l'ombrellone:
Luglio col Bene che ti Voglio
(rtf,
txt, pdf, cazzi e mazzi)

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[Sarpi – Shanghai – Sarpi] Yao Ming

E
vabbè ultimo, forse, post chinao, prima di sparare su il
racconto dell'estate alla Visto o Grandhotel di Blackswift e chiudere
per vacanza…Yao Ming è l'idolo indiscusso della movida
cinese: 2 metri e 29, campione di basket. NBA. In China il basket è
lo sport più seguito. In tivù ci sono continuamente
sfide tra ragazzetti che fanno tiri liberi, da tre e poi gran finale
con sfida di break dance, bah.

Yao Ming è dappertutto, specie a
Shanghai. Nacque lì. Ma la sua straordinaria fama ultimamente
ha roso alcuni dei suoi privilegi. Impegnato nei preparativi per il
suo matrimonio, pare abbia snobbato la nazionale di basket cinese
(mentre quella olimpica calcistica faceva da sparring partner alle
nostrane Inter e Juventus, interrompendo addirittura la gara coi
gobbi a causa di uno striscione comparso pro Tibet, apparso sugli
spalti…). Giulio ci ha preso gusto. Me lo immaginavo a bere un
caffè con l'altissimo, stimarne la lunghezza delle dita e
cercare di capire se anche lui ha le unghie lunghe come molti dei
cinesi. E chiedersi, nel caso la risposta fosse si, come può agganciare il pallone con le mani con unghie così lunghe. Ma sarà occidentalizzato, altro che. Unghie corte, rosicchiate, mani come badili edili. O più probabilmente, Gliulio, anziché intervistare yao Ming era intento a cercare omini di marzapane nelle
vetrine dei negozietti shanghaiesi di dolciumi, chiedendo qua e là cosa pensano i cinesi di sto gigante. E poi ci romanza, che altro non sa fare.

Yao Ming, gigante in crisi

Il
12 settembre 1980, a Shanghai, Yao Zhiyuan e Fang Fengdinon non si
erano sicuramente prefigurati con precisione il futuro del proprio
figlio. Lo avranno auspicato speciale, radioso, ma soprattutto
stabile, come accade in occasione della nascita di un figlio. Unico
erede, maschio. Ottima fortuna per chi decide di rispettare la legge
del figlio unico. Ancora più grande quando il bambino cresce,
fino ad arrivare a 2,29 metri di altezza, per 134 chilogrammi.
Immensa quando il ragazzo, Yáo Míng, dopo le stagioni
negli Shanghai Sharks, diventa una stella dell'NBA made in Usa, gli
amati odiati rivali nella geopolitica mondiale. Storica diventa la
nascita quando, oltre a diventare uno dei giocatori di basket più
famosi al mondo, Yáo Míng assurge al ruolo di idolo
assoluto per un intero continente, quello cinese. Maglia numero
undici, Houston Rocket e onore anche per la nazionale. Continued…

Posted in Zú Qiú.


[Sarpi – Shanghai – Sarpi – Zena] Intervallo: 20 luglio

E
vabbè come ogni anno arriva il 20 luglio e per chi ha seguito
nel corso degli anni i processi legati al G8, diventa una sorta di
Santa Rosalia perpetua. Quando sono tornato dalla China alcuni
“compagne e compagni” mi hanno detto, “Ei minchia di Genova
finalmente se ne sono accorti! De Gennaro, i poliziotti eccetera”.
E io, "si certo, peccato che a rischiare il culo sono i 25 cristi
sotto processo per devastazione e saccheggio". Risposta: sguardi
vaghi, increduli, ehh?? Cioè?? Stuporone…Insomma nel marasma mediatico che ha suggerito
riflessioni macropolitiche e superintellectual dopo la vicenda
Fournier, Colucci, De Gennaro, ecco la rimozione del processo più
importante in corso a Genova, dove a rischiare il culo (dagli 8 ai 15
anni di condanna…) sono 25 persone tra le quali poteva esserci
chiunque sia stato a Genova in quei giorni. Non che gli altri siano meno interessanti, ma a mandare in galera la gente a me non interessa, neanche nel caso di poliziotti. I processi Diaz, soprattutto, e Bolzaneto sono serviti per svelare molto sul G8 e per non fare sentire soli i ragazzi e le ragazze vittime di quegli eventi. Ma, nel silenzio generale,
saranno i 25 "cattivi" a pagare per tutt*. Alla faccia di chi su quelle giornate si è costruito la sua bella carriera politica, in serie A e nel piccolo mondo antico e unto del movimento. 

Il
G8 raccontato in aula tra violenze e assoluzioni

Per
sei anni ha aleggiato tra indagini, processi e chiacchiericci,
articoli di giornali, opinioni durante le mille serate seguite ai
fatti di Genova. Poi l'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro, tra
molotov sparite e reticenze dei suoi uomini, è finalmente
ricomparso sulla scena, da indagato, sollevando polveroni mediatici e
politici, compresa la sua sostituzione dopo sette anni da capo,
con giri di nomine che neanche un monarca. 

Ma
a sei anni dai fatti del G8 non è De Gennaro, né altri
dirigenti di polizia sotto processo, a rischiare di più. Chi
nel 2008 potrebbe ritrovarsi tra capo e collo una condanna,
potenzialmente dagli 8 ai 15 anni, sono i 25 manifestanti accusati di
devastazione e saccheggio per i fatti accaduti a Genova. Il
primo processo a iniziare, il primo, forse, a finire. Migliaia di ore
di video, di foto, centinaia di testi, cinque udienze chieste dalla
Procura per la requisitoria. Numeri da capogiro, come gli anni che
rischiano i manifestanti, all'epoca dei fatti appartenenti alle più
diverse aree politiche. Un processo nel quale ognuno delle migliaia
di partecipanti al G8 poteva ritrovarsi. Per l'accusa infatti, è
bastato aver compartecipato, guardando e non facendo niente,
trovandosi lì per caso o meno, durante gli scontri, per essere
responsabile di devastazione e saccheggio. Compartecipazione
psichica, la giurisprudenza avanza. Continued…

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[Sarpi – Shanghai – Sarpi] L’anno della morte di G.A.

Si
chiama così perché Julius Cesar Abbadie è stato uno dei più
straordinari giocatori del Genoa. Un simbolo, non solo calcistico, ma di stile, di passione, di genuanità. Uruguagio, nato il 7 settembre,
proprio come il Genoa, 1930. Funambolico, assistman, piuttosto che
finalizzatore, era soprannominato El Pardo. In China si è messo in testa di diventare il mio alter
ego e ora addirittura ci ha preso gusto…con il mainstream e gli
articoli di opinione. Hey niyaoshenma?  E' il mio Ricardo Reis: riservato e scontroso, mugugnone e puntiglioso e vagamente vago (viaggiatore viaggiante) nel dimostrare conoscenza, con quel senso del furto di parole e aneddoti che mi piace. Prendi pure dal blog eh, non importa se bianco o nero… E' l'anno della sua morte, anche se lui non ci crede…

Prima dell'articolo un
simpatico e utile link: il Nuovo Statuto dei Lavoratori Cinesi,
approvato il 29 giugno. In
inglese, in pdf. Per gli appassionati, davvero. E' qui: LAW OF THE
PEOPLE’S REPUBLIC OF CHINA ON EMPLOYMENT CONTRACT
Continued…

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[Sarpi – Shanghai – Sarpi] Fucilato sul Mainstream

Eh vabbè prima o poi bisognava farlo. Tra sport e processi genovesi mi diletto da un annetto e mezzo, forse, a solcare le pagine di uno dei quotidiani mainstream di sinistra. Non è Liberazione. Allora insomma lo sport mi piace e poi con tutti i difetti ho il ricordo di quando a 16 anni avevo quel giornale sempre in mano. E quindi sono vecchi retaggi, il ricordo delle litigate con il mio nonno picciastro, che smadonnava
ogni volta che riportavo le parole dei blasfemi eretici rinnegati,
promesse, assensi ai racconti di staffette notturne nei boschi piemontesi, di imboscate di tedeschi, di martiri e Benedicte, e sacramenti e gotti di vino e fragole – e…mica ti saiè anarchic? Ou belin, nu ti saiè mica anche sandurian? – che mi fanno proseguire, nuove amicizie, per fortuna esiste la Libera Repubblica dello Sport e qualche alleato…:-) Poi uno cresce e discerne e insomma nonostante alterne, ma soprattutto interne – e se a Milano fischiano orecchie, proprio me ne fotto – alchimie maligne, insomma eccomi qua. Continued…

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[Sarpi – Shanghai – Sarpi] Apocalittici O Integrati

Uno
scrittore professionista, l'intellettuale malato di spirito e idee e
idealismo perduto. Un donatore di sangue, tutto soldi e profitto e
realismo. Una sorta di ying e yang, etereo e reale, freddo e caldo,
conviventi nel senso unico tracciato dall'Apertura di Deng: chi vive
facendo profitto, il venditore di sangue, chi vive scrivendo del
profitto, lo scrittore professionista.

Non
sembrano esserci vie di uscita, specie se il Partito commissiona un
romanzo su Lei Feng, celebre figura della Rivoluzione (io ho la
maglietta, esattamente con l'immagine a sinistra…), da ricercare
tra le unghie smaltate, le ciprie e i trucchi delle signore e i
vestiti all'occidentale, le amanti, il non libero cercare dei nuovi
signori cinesi.

Una
carrellata di personaggi che impressiona nell'involuzione continua
delle storie che si rincorrono con ritmi inaspettati e scanditi dalle
parentesi dello scrittore professionista. E' Noodlemaker, di
Ma Jian, tradotto con il solito titolo ridicolo, che forse sembra
fare più "China", chissà, ovvero Spaghetti Cinesi,
Feltrinelli. Splendidi i titoli dei capitoli, stile L'abbandonatore
o L'abbandonata
. Continued…

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[Sarpi – Shanghai – Sarpi] No dark sarcasm (and Idaly’s pills)

 
***
Due giorni fa è morto Kappa. Kappa era un anarchico milanese.
Non un “vecchio” anarchico milanese, come si è soliti
leggere. Non era vecchio. Io l'ho conosciuto che ero ragazzino, a
Genova, in tv. Era il Kappa che si era fatto tirare dentro da quei
babbi della Gialappas ai tempi dei primi Mai dire Goal. Lui
citofonava e diceva, sono Kappa. Poi l'ho incontrato al Ponte
e ho detto, Cazzo ma sei Kappa. Era lui. Lui e il suo naso. E
la sua stazza che mi hanno raccontato che ne hai difeso di compagni.
Uno dei pilastri del Ponte della Ghisolfa, era stato. Troppo che non
ci vedevamo, al solito, troppo poco il tempo passato con chi se ne va
senza avvisare. Stasera una birra, sto scegliendo la via solitaria,
sarà per te, solo. ***

Vabbè
pezzetto sugli studenti e in fondo qualche news succulenta in inglese
per i miei amici cinesi, mi chiedono dell'Italia, ecco almeno non
devo scrivere mail…:-) Continued…

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[Sarpi – Shanghai – Sarpi -4] Se Repubblica scopre il ce suo

Io
lo sapevo che il ce suo avrebbe continuato a regalarmi
soddisfazioni, anche al mio rientro in Italia.

E
così navigando qualcuno mi ha segnalato che oggi su
Repubblica.it appare – nelle gallerie delle immagini – qualcosa che
su
questo
blog era già passato

e anche da tempo immemore: ovvero i cessi conturbanti a forma di culi
di donna o fauci di animali. Su Repubblica si scopre anche qualcosa a
forma di suora, giusto, vedo bene o mi sbaglio, ecco magari mi
sbaglio… Continued…

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[Sarpi – Shanghai – Sarpi] – 2

Oklaaaaaa
Im in Italy, everything in a rush: same shit every different day.

La
mia visuale dall'Italia è ancora lo stranimento. Anche se solo
per due mesi e mezzo, la stanchezza e la necessità di accantonare
ritmi e parole per altri arriva, ti confonde e ti obbliga. Insomma neanche un pò di tempo per fare un consuntivo delle scale armoniche cinesi. Ci vuole tempo, pazienza e dedizione. Ecco un succo, un sunto, un sommario, un riassunto di pioggia e sole e umidità, panorami di città. Non c'è tutto. Altro è inventariato sotto la voce, "da scoprire". Anche per me: parole tra le righe, Luoghi oscuri, luce di luna arancione, bicchieri di neve e rotaie di treni, di tram e di marosi. Che alla fine l'io è io. Arido sono dimenticato. Può essere che a breve, tipo tra
una settimana, dovrò tornare. Per una cosa veloce. Eh si due
giorni di viaggio però. Vedremo. Ah vabbè grazie a
tutt*…:-) Continued…

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