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[Sarpi – Shanghai +71] Ammarare a Shanghai

***
E correndo mi incontrò lungo le scale. Se sei in China
potrebbe non servire, ma è sempre meglio portarsi dietro un
portolano. Specie se l'agonia delle vedove ammara marosamente il
maaaaaare. C'è qualcuno che è stato invitato e dorme a
pancia in giù e di sicuro si incastra con incerti movimenti.
Traslando, si può dire sia folle sentimento, scellerato
arazzo, cui ci si dedica con cura, estrema cura. Chi ha finte
orecchie a sventola per capire il taglio mediorientale delle cose e
se c'è qualcosa da capire, si capirà. O si è già capito. E quel che
importa è che è tutto vero. Come la barba senza mento:
non vale un cazzo. ***

Sabato
sera eravamo in sette o otto, non ricordo, al ristorante del Sarcazzo
DeGgggiada. Pettinato, patrizio ma con il porco più buono
dell'intera China. Stimo sommamente un mio collega cinese che si è
presentato all'incontro con i laoban italiani con una maglietta con
scritto “Same shit, different days”. Ne ho ordinato un stock.
Haucchuma? Si parla come si mangia. Devo trattenermi dallo
sputazzare, faccio il cinese e si arriva all'argomento top. Continued…

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[Sarpi – Shanghai +70] Luna e Quartiere

Sono
breve. Stanchezza e ricordi e non ci si annoia mai, ma l'anima vagula e blandula. Ho cambiato la mia China, la mia
Shanghai ha cambiato occhi nei miei. La stringevo a un certo punto,
ne sentivo l'odore, mentre l'altra strisciava lorda tra altre labbra.
Avevo imparato le piccole consuetudini, le chiacchiere al mercato,
gli sguardi d'intesa, quando l'intesa chissà, ognuno
pensa qualcosa di diverso dall'altro. Nella mia Shanghai bestemmiavo
contro clacson e auto e moto, odiavo gli sguardi. Qui in questa nuova
città, hanno vietato i clacson. Non piacciono a quelli come
me. Dall'oggi al domani, è partita la moda di fare i doppi
fari. Nessuno usa più il clacson. Continued…

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[Sarpi – Shanghai +67] Anedottica parlante e compagnia cantante.

 
Il
manager taiwanese ha bisogno di un caffè e allora si avvicina
alla boccia d'acqua, cristo che fastidio che trascinano i piedi, a me
dà fastidio, alzali! E' finita l'acqua, succede. Ma lui è
un manager e allora, Fangaaaaaaaaaa? Fix the bottleaaaaaa! Laddove
Fang è
il pischello che poi è un grafico. Tutti usano sta cazzo
di aaaa finale cantonese che ormai ne sono anche io un po'
dipendente, come il laaa malesiano o il maaaa mandarino
finale per le domande. Mi piace perché posso sgrammaticare
l'inglese senza problemi. Infatti alzo gli occhi dalla mia scrivania,
lui è proprio di fronte a me e dico Whats the problem maaa?
Waterbottle…e mi indica la boccia.

Vabbè tanto Fang
giustamente sta facendo finta di non sentire e allora mi alzo e la
metto a posto io. I doitlaaa. Così vado comincio ad
armeggiare. E anche un po' a imprecare. Cioè ma cazzo sai solo
comandare? Vabbè che qui per dire, se sei in una riunione il
caffè lo portano solo ai capi. Che fastidio. E allora tonante
e rigorosa mi scappa, al solito. La più semplice, un po'
incazzosa, ma così amata nel suo consueto e diretto
significato. La bestemmia.

  Continued…

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[Sarpi – Shanghai +66] La ragazza è senza nome, di Dian Guang Blackswift (2-fine)

***Hey, hey la prima parte è qui…Dove si racconta di una ragazza a Beijing che ordisce un piano. Ma un piano non è tale senza un complice, consapevole o inconsapevole….***

Sa
troppo poco di inglese, ma forse quello che ha appena visto scendere
dal taxi potrebbe essere la sua soluzione. Una come lei non si può
accompagnare a qualcuno di elegante, né a qualcuno di
vistosamente straniero. Passano certe facce, gli occidentali pensano
che qui in China si possono vestire o comportare come vogliono. Gente
in pantaloncini corti nei templi, donne mezze nude nei pub. Cappelli,
ciabatte, foulard, tutte cose che è convinta non userebbero
mai nei loro paesi, nella loro vita quotidiana. E soprattutto non
andrebbero mai da Hooter. Ma in China ognuno si sente libero, tranne
i cinesi. Ma questo quando si è qui non conta, tutti a dire
che bello il vostro paese, poi tornano e parlano di censura, ma
quando sono qua tutto è bello, libero, avete voglia di vivere,
si vede
, le aveva detto un ragazzo in un pub qualche tempo prima. Che
mondo stava guardando quel coglione col berretto da baseball?
Mettitelo in culo. Pigu. Continued…

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[Sarpi – Shanghai +66] La ragazza è senza nome, di Dian Guang Blackswift

***
E vabbé. Questa è reality fiction, il cavallo di
battaglia di Blackswift. Per l'occasione la firma è, in onore
delle S.H.E. che hanno riscosso grande successo, Dian Guang
Blackswift
, il mio socio cooperante a distanza è d'accordo nel tributo. Ah grazie
alieno, anche per la segnalazione…:-) e pure al tipo che ha
giustamente notato come il mio socio sia italianissimo (buh) e come
invece nella sigla di Blackswift scorra l'internazionalismo
attraverso il sangue armeno, il mio…ok. Saluti anche a cla e al suo noblogs granata

Reality Fiction,
trasposizione del reale nel fantastico, nell'invenzione, in qualcosa
che poteva succedere, o che magari è accaduto ma non
esattamente così, o che ancora si sarebbe voluto potesse
accadere…E per oggi ho consumato tutta la consecutio di cui
dispongo. Alleluja. Butto su subito la prima parte…e poi anche la
seconda eccheccazzo prossimi giorni non so se avrò tempo e poi soundtrack…:-***

———- 

La
ragazza è senza nome e porta una gonna corta e larga bianca.
Va di moda a Shanghai, a Beijing è un lusso, una specie di
avanguardia. Si guarda in giro, l'uomo la stava seguendo, ma è
entrata in una zona fatta di viuzze strette, tra vecchie case di
pietra, ancora lucide, ma in cui il passare degli anni si può
ancora toccare, specie allungando furtivamente le mani sui portoni
leggermente aperti. Panni stesi, vapori, odore di cibo. Probabilmente
l'uomo ha deciso di starle più a distanza, hanno molti modi
per pedinare la gente, questo sembra fare il proprio lavoro con
metodo. Fa troppo caldo, all'una a Beijing il caldo ti asciuga le
ossa, talmente è secco e assordante il calore del sole. Ma
almeno si vede, il sole. Avrebbe bisogno di guardarsi allo specchio,
contemplare la propria pelle, è preoccupata di avere le
occhiaie e invece vorrebbe essere scintillante come nelle notti
migliori di Shanghai. E sente le proprie labbra screpolate, ma non
ha tempo di usare il suo burro di cacao, le sue creme per le mani e
per il viso, deve agire e ragionare in fretta. Continued…

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[Sarpi – Shanghai +66] Ignoranza’s corner

E'
arrivato il momento dell'ignoranza. E' scoppiata sta polemica su
Cameron Diaz Maoista. Perché? Perché ha sfoggiato in
Perù una delle borsette più in voga nei mercatini della
città vecchia di Shanghai. Io preferisco raccattare accendini
a forma di libretto di Mao, sono super kitch. Su espressa richiesta
però stamattina mi sono preso due ore e sono andato ad
accattare la borsa. Ma ho fatto di più. Il problema per
Cameron è che portare la borsa di Mao in Perù, insomma:
sono insorte associazioni e blabla. Chissà che ne penserebbe
Manuel Scorza… Continued…

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[Sarpi – Shanghai +65] Cognitario’s Corner

Salto
temporale, + 65, come i miei giorni cinesi ad oggi. Non avrei mai
potuto colmare la distanza, non è che sono un post-producer
full time. E nei prossimi giorni mi sa che sarà a secco che
sarò sempre incasinato…lǎo bǎn are coming…Cominciano a
scorrere i titoli di coda, ultima settimana in Zhong Guo, in attesa
della colonna sonora, qualche riferimento bibliografico di quanto ho
divorato in questi due mesi. Tralascio saggi e libri di storia, che
tanto vale cercare su Internet, sui romanzi invece mi sento di poter
dire qualcosa. La stanchezza mi sta rendendo decisamente pigro, ho
superato i miei due giorni peggiori stando a effemeridi, transiti,
trigoni e quadrati disegnati sul mio oscuro tema natale. Purtroppo mi
rimane indigesto, questa settimana, la predizione della mia personale
scimmia che indovina preferita, ovvero il buon
Rob
Brezsny, dalle colonne di Internazionale. Che minchia mi volevi dire
questa settimana? Non ho capito, Rob.

Continued…

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[Sarpi – Shanghai +54] Shuǐ!

E
mormora e urla, sussurra, ti parla, ti schianta,
evapora in
nuvole cupe rigonfie di nero
e cade e rimbalza e si muta in
persona od in pianta
diventa di terra, di vento, di sangue e
pensiero.

Shuǐ,
ovvero l'acqua. Prima però due news: stasera non riesco a
collegarmi a youtube. Ma vedo wikipedia. Bah. Allora l'acqua.
Elemento importante, come non sottolinearlo. Qui in China non a caso
è nato il feng shui (vento e acqua), antica disciplina
geomantica che in Occidente ha fatto diventare ricchi tanti
ciarlatani. Metti l'acquario lì, metti il muro là e
sarai felice. In ufficio una ragazza ha sulla scrivania un piccolo
acquario con due pesciolini, uno rosso e blu, l'altro blu e rosso.

Lei
non lo sa, ma è genoana. Comunque hai voglia a essere elemento
di terra quando l'umidità e il caldo sono tali che quando devi
uscire dall'aria condizionata dell'ufficio, preferiresti morire. E
allora acqua, acqua. Ha un gusto più dolce qui l'acqua e di
solito, nei bar, la servono calda con del limone che ristagna per
secoli dentro. Fa bene alla salute. Si ma io a volte ho necessità
di acqua gassata a garganella. Continued…

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[Sarpi – Shanghai +53] Pirateria e Media in Zhōng Guó (prima parte)

***grazie
alla connecton audax-socio che mi ha terapizzato a distanza. Per
alcuni minuti avevo pensato di aver perso tutto il blog, poi tutto è
riappararso inspiegabilmente…:-) ***

Prima
parte dei post sulla pirateria e i media in China. Qui c'è
l'intro
, dove si spiegavano alcune preliminari informazioni. Eravamo
arrivati a queste piccole e poche frasi…ovvero che per la gran
parte dei cinesi negli anni 80 l'attuale comunicazione era un enorme
buco nero….

Questo
non valeva per chi, nella scala gerarchica, era al top: nei giorni
bui della rivoluzione culturale la moglie di Mao si godeva i film
della Disney, mentre le masse venivano educate o rieducate con le
opere dei classici (una noia mortale per i cinesi: magari a noi può
sembrare esotico o chissà che: ho letto con avidità il
Sogno della Camera Rossa, trovandolo fantastico da un punto di
vista narrativo e evocativo. I miei amici ancora un po' vomitano
quando gliel'ho nominato. E' un classico che si studia a scuola,
piace solo alle ragazze
. Sarà, l'unica ragazza a cui l'ho
chiesto mi ha risposto, Ah si, boh mi pare di aver visto da
piccola una specie di fiction su quel libro
…). Continued…

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[Sarpi – Shanghai +52] Ni shi dian Ni shi guang

Okla,
due post in una giornata che a dieci giorni dal mio ritorno in Idaly,
mi stanno massacrando, complice il clima terribile di questi giorni.

L'altra
sera mi è venuta la febbre e ho avuto la brillante idea di
andare in piscina, giusto per rilassarmi. Nero vestito, con tanto di
costume nuovo, stile Ian Thorpe di Bolzaneto, ho fatto la mia
consueta, breve, faticosa, smadonnante, nuotata. Stanco morto ricevo
un sms, Hey vieni al karaoke, siamo in un po' dell'ufficio.
Il
karaoke normale. Uhm non è che ne avessi troppa voglia, ma
alla fine i 4 o 5 tra ragazzi e ragazze mi sono simpatici, sono
gentili, molto riservati, semplici. Sono andato spesso con loro a
cena e anche a pranzo. Come noi in Italia durante le uscite in comunella, si sparla dei boss
dell'ufficio, di quanto ci si annoia, insomma le solite cose.
  Continued…

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