Skip to content


Gelo armeno tra Parigi e Ankara

La proposta di legge francese sulla negazione del genocidio fa infuriare i turchi. Anche l'Ue frena
Anna Maria Merlo
Parigi
La Francia ha già una legge – la più corta, una sola riga, votata il 29 gennaio 2001 – dove viene riconosciuto il genocidio armeno. Giovedì, il gruppo socialista presenta all'Assemblea una nuova proposta di legge per penalizzare la negazione di questo genocidio, con pene fino a un anno di carcere e 45mila euro di multa. Questa proposta di legge sta creando una crisi diplomatica tra Parigi ed Ankara. Domenica, c'è stata una manifestazione a Istanbul al grido di «il genocidio è una menzogna». Il ministro degli esteri turco, Abdullah Gül, ha minacciato la Francia :
«perderete la Turchia» ha detto, sottolineando che ci sono molti contratti importanti in ballo, a cominciare dalla costruzione di una centrale nucleare, e che tutto potrebbe saltare a causa della legge socialista. Per il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, il problema concerne solo l'Armenia e la Turchia e la Francia «non ha nessun motivo per metterci il naso».
Ma in Francia si apre un importante anno elettorale. I cittadini francesi di origine armena sono intorno ai 500mila. La proposta di legge socialista sarà votata da una sessantina di parlamentari della destra Ump, e anche l'Udf dovrebbe esprimersi a favore. Jacques Chirac, nel recente viaggio in Armenia, aveva cercato di non scontentare nessuno. «Bisogna che la Turchia riconosca il genocidio armeno per entrare nell'Unione europea? Onestamente, credo di sì» ha affermato a Erevan la scorsa settimana Chirac. «Ogni paese diventa più grande riconoscendo i propri drammi ed errori» aveva aggiunto, giudicando però che la proposta di legge socialista sulla penalizzazione della negazione del genocidio era dovuta soprattutto a «polemica». Per Chirac, la nuova legge in discussione giovedì è inutile, perché la legislazione francese già condanna «ogni provocazione alla discriminazione, all'odio o alla violenza razziale». Il candidato Ump all'Eliseo, Nicolas Sarkozy, che, a differenza di Chirac, è contrario all'entrata della Turchia nella Ue, ne approfitta: «il riconoscimento del genocidio armeno per me non è una pre-condizione per entrare in Europa. È il minimo. Ma il dovere di memoria non basta per entrare in Europa». La questione divide, a destra e a sinistra. A destra, c'è chi, con la scusa di essere stato scottato dalla polemica che ha fatto seguito alla legge – poi ritirata in fretta su ordine di Chirac – sul «ruolo positivo» della colonizzazione, adesso è contro ogni legge sulla storia.
La Turchia fa pressione sulla Francia, che è il quinto fornitore, con 4,7 miliardi di euro di export. Gül ha avvertito il suo omologo francese, Philippe Douste-Blazy: se la nuova legge sulla penalizzazione del negazionismo del genocidio armeno passa, le esportazioni e i contratti con le imprese francesi saranno compromessi. Areva, Carrefour, Danone, Renault e gli altri stanno a loro volta facendo pressione per soprassedere. In effetti, pressioni analoghe avevano già avuto successo a maggio, quando erano mancati i «tempi tecnici» per discutere un'analoga proposta socialista.
La questione della legge francese viene ad aggiungersi alla lista delle tensioni che in questo periodo stanno allontanando la Turchia dalla prospettiva di entrare nell'Unione europea. La Commissione affari esteri del Parlamento europeo, nel suo ultimo rapporto, pone il riconoscimento del genocidio armeno da parte di Ankara come una pre-condizione per valutare le possibilità di entrata della Turchia. Ma la Commissione non è su questa posizione. Il commissario all'allargamento, Olli Rehn, appena stato in Turchia, insiste su un'altra condizione: l'abolizione dell'articolo liberticida 301 del codice penale, che permette la repressione della libertà di espressione per difendere l'identità nazionale turca. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha insistito sulla questione cipriota : l'Ue chiede ad Ankara di aprire porti e aeroporti ad aerei e navi ciprioti, mentre Ankara rifiuta «fino a quando l'isolamento dei ciprioti turchi non sarà tolto».

Posted in General.