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Un bacio a Hellas e Kortatub, per la gita, la compagnia, la tagliata,
i cori e le risate. Gnagnania! E la macchina è dal
carrozziere…;-) **
Empoli
– Genoa 1-1. Il gioco del calcio, tecnicamente, è piuttosto
semplice: bisogna portare il pallone dall’altra parte del campo e
ficcarlo in una rete. Questo può essere fatto sia tramite
passaggi (lunghi o corti, dalla cui natura discendono tecniche come
il “possesso palla” o il “contropiede”) o attraverso
dribbling o entrambi. Primo dato: ieri il Genoa non riusciva a fare
due passaggi di fila, né lunghi, né corti. E già
è uno svantaggio mica male. E nemmeno abbiamo Pelè in squadra. E già è tara storica.
Il
gioco del calcio, poi, ha altri fattori determinanti: la tattica. A
suo modo artistica, la tattica consiste nella posizione che,
teoricamente, per gran parte della partita dovrebbero tenere i calciatori in campo. Il
Genoa di ieri ha avuto al riguardo due svantaggi: il primo è
che, come dice il mister Gasperini, “non è difficile dire ai
giocatori dove devono stare, è che poi si muovono”. La
seconda è che la tattica, oltre a riguardare la propria
squadra, riguarda anche gli avversari. Da alcune partite il Genoa
sembra non sapere come giocano gli avversari. Ne consegue un continuo
mutamento tattico dei propri giocatori a partita iniziata. Il che mai, nella storia, porta bene, se non in rare e fortunose occasioni. Una squadra forte, gioca sempre allo stesso modo.
Infine
altri due fattori: le emozioni, i sentimenti e il contorno "climatico". Sul
primo punto: il calcio è uno dei pochi sport in cui,
contemporaneamente, all’unisono, a 11 persone viene la stessa
sensazione: il vitello. Ovvero, paura, sfiducia, sensazione di non
farcela. In questi casi o hai un leader cui il pallone non brucia nei
piedi e si prende responsabilità, oppure devi aspettare un
colpo di culo. A noi ieri è successa la seconda cosa (il gol
di Masiello!), pur suffragato da un tacco di Lucho Figueroa per il
quale non ho parole. Mister, Lucho deve giocare dobono!
Infine
le condizioni “ambientali”: ieri a Empoli c’era un freddo
assurdo, prima della gara è anche lievemente e rapidamente
nevischiato, un vento della madonna che, a un minuto della fine, mi
faceva già bestemmiare pensando ai 350 chilometri che avrei
dovuto fare al ritorno. In
uno stadio con le curve stile subbuteo, freddo, mezzo vuoto. In cui a
battere le mani si perdevano le dita. Anche se la corsa dei ragazzi
sotto di noi alla fine, è una soddisfazione.
Insomma
una partita brutta, timorosa, per certi versi incomprensibile,
viatico tremebondo al sabato che ci aspetta. Bolgia in arrivo.
p.s. Ma
invece, Marotta, dove cazzo guarda?
ma e’ davvero di gasper/son la citazione? grandissimo…
comunque ci tengo a precisare:
A) che il vitello e’ coniugato al grifone, non e’ che in tutte le squadre tutto cio’ accade;
B) che per domare il vitello serve avere in campo un uomo apposito, che si chiami marco ambrogioni, gazprom gasparetto o altro…;
C) che marotta guarda nella nebbia di fumi da gas di scarico erg, sperando di traghettare la sua triste vita tra gli oceani di lacrime (di cassano) ed approdare infine sull’isola dove vive sua madre: polifemo, ovviamente.
mamma mia
poco pressing
ma quanta poesia
voi li avete raggiunti, noi ci siamo fatti inseguire…giornata di passione!
Alla fine ho ho ceduto… ecco il report:
http://rozzoblu.noblogs.org/…a-grande-richiesta.
e comunque:
Amsterdam Amsterdam…..
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