Prima
di partire per l’Italia la volta scorsa, avevo lasciato a Ly un libro
scritto da un inglese sull’Italia.
Appena arrivato in casa, dopo
essermi sistemato, avere guardato dalla finestra, avere respirato
un’aria leggera e un poco frizzante di questa primavera shanghaiese
Ly mi ha chiesto: “senti ma mi spieghi sta storia di Piazza
Fontana?”.
Avevo
fame e la scoperta della casa è stata divertente. Tipo: tirare
fuori i cassetti e scoprire dentro solo chopstik.
Oppure: aspettare
un’ora che ti portino l’acqua.
Oppure: facciamo gli spaghetti. Come
li coliamo? Allora ho guardato Ly e gli ho chiesto di farmi una
domanda secondaria.
“Ok
– mi ha detto – dimmi come mai ha vinto Berlusconi”.
Gli
ho proposto di andarci a fare un giro, che bene o male devo scoprire
un po’ il nuovo quartiere in cui sono. E poi lui mi ha sempre detto di
non interessarsi alla politica. Non vedo perché debba
cominciare proprio dall’Italia.
In
questo giovane quartiere mi piacciono: alcuni viali alberati
tranquilli che sembra di essere a Beijing, un teatro che funziona
anche da multisala, ottima soluzione per la noia shanghaiese, un
immenso spazio espositivo, incredibilmente a free, con capannoni con
dentro robe assurde, baretti, pub e un po’ di vita, pare.
Domenica
lunatica, sognando l’Europa.
Sing
us a song
A song to keep us warm
There’s such a chill, such a
chill