Certo
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In
recent years, there have been countless numbers of child kidnapping
cases all over the country. Criminals are becoming more violent,
organized, professional and international. In order to find our
missing children, we traveled across the country and many of us are
now in debt in addition to the tremendous emotional stress we have
been suffering. Some of the parents have turned crazy and sick… Due
to man-made factors (here, I don’t want to attack our public security
department), we have lost much time for saving our dear children. We
could only file our case when our children had been lost for 24
hours. Such regulations have provided the human traffickers time for
their crime, reminding them to smuggle our children away within 24
hours. We have no choice but to seek help from higher authorities.
E’
una storia triste e ottusa, una storia sbagliata, che richiama paragoni, che insiste sul lato oscuro e disumano dei poteri. In Cina è
insabbiata, perché tocca le corde più esposte di ogni
umano. Quando si parla di figli, bambini. Specie quando, non solo
storicamente come ha inteso qualcuno, siamo noi i genitori (intendo
in senso lato, che si abbia o meno prole). In Cina sono molti i casi
di bambini spariti, esiste un mercato, un racket, come nel resto del
mondo. Viviamo in un sistema che non ha pietà, che chiama
violenza e richiede brutalità. E come in ogni paese gli
scandali non escono mai dalle bocche ufficiali, ma da quei pertugi
nel sistema attraverso i quali ci si allontana dalle pretese del
capitale. La convergenza mediatica, anche in Cina sembra dare i suoi risultati, stigmatizzando una volontà di saperne di più, mai troppo sottolineata dai media occidentali, se non nel caso di questioni ideologiche (la libertà, la democrazia, i diritti umani).
La
vicenda: i genitori dei bambini spariti hanno scritto al premier Wen
Jabao, dopodiché si sono messi in marcia: il 22 settembre sono
arrivati a Pechino. Qualcuno si è potuto permettere un albergo
economico, altri hanno dormito in stazione, per terra, in attesa
delle luci del mattino. 40 persone, provenienti da 10 province
diverse, dirette al Nido D’Uccello lo stadio che ha celebrato le
olimpiadi cinesi. Attirano attenzione, ma si comportano da cittadini
cinesi: Many people felt sympathy with us, some even bought us
water. Some parents became emotional and voiced their grievances to
pedestrians. A university student approached us and wanted to help us
to spread the news. An American reporter proposed to interview us,
but we rejected the interview as we felt that this is a Chinese
matter and should be dealt with by Chinese government. Moreover, we
didn’t want to internationalize the issue. We decided to collect our
posters and seek help from Chinese media ― CCTV.
La
CCTV però, si caga in mano: questo genere di notizie, viene
detto ai genitori, scuote la società armoniosa, non possiamo
occuparcene. I presenti si incazzano un po’, arriva la Polizia, se ne
devono andare. Della loro petizione, ancora, nessuna notizia
ufficiale. L’indomani la polizia opera in modo rigoroso: nessuno esce
dall’hotel. A quel punto i cinesi accettano di parlare con alcuni
reporters stranieri, dentro l’albergo, esponendo cartelloni e
documenti in cui viene spiegata la loro vicenda. Il giorno dopo:
escono di soppiatto, ma la loro marcia è seguita da 10
macchine della polizia. Arrivano nei pressi del Xidan Market e
vengono bloccati, identificati, controllati.
A
police roared like a dog pulled my hair and dragged me to the
vehicle. He kept saying: “you dare to question the government? Dare
to blackmail the government?” We were in despair. We could only
blame our fate for living in such a “harmonious society”. This is
such a horrible harmony. How can the people’s police be so violent to
parents who lost their children?
L’epopea
non è ancora terminata: con la scusa che sarebbero stati
portati in un luogo in cui avrebbero potuto fare la loro petizione,
sono trasferiti in una specie di centro di residenza temporaneo, dove trovano altre persone, scoprendo un lato del proprio paese che non conoscevano. Una sorta di centro di permanenza temporaneo per i var petitioners. Lontano parente dei nostri Cpt (i genitori hanno detto di non avere subito violenze), ma altrettanto contorti nel loro procedere psicologicamente sulle persone:
Here
I met an old man, who had been petitioning for 40 years for
vindication of the Cultural Revolution. Many of the petitioners in
the center were very experienced. We lost our freedom here. The place
was horrible, from time to time we heard people crying and screaming
as many petitioners refused to go because their problem hadn’t been
dealt with. However, local government would drag them away and send
them back to their hometown. I witnessed a 70 year-old lady being
dragged away like that.
C’è
anche un piccolo scoop: il tipo che quest’estate durante le Olimpiadi
ha ammazzato un americano, era stato lì molte volte, dicono. Le sue richieste, pare, non erano mai state ascoltate. Quando, dopo l’omicidio,
si suicidò, il tipo venne descritto dalla polizia come un
“pazzo”. Dopo
qualche giorno di residenza temporanea nel luogo ameno, i genitori
vengono riportati a casa. (fonti: globalvoices, black and white cat)
E’
una storia vestita di nero
e’ una storia da basso impero
e’
una storia mica male insabbiata
e’ una storia sbagliata.
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