La
sera in cui abbiamo pasteggiato a granchi, tra i vari commensali
c’era anche un ragazzo cinese, un artista. Guardando i granchi, gli
si è accesa una lampadina. Quest’estate aveva i capelli
lunghi, il che gli conferiva un fascino tutto particolare. Si è
rapato, ma l’ingegno non è venuto meno, così come i
suoi progetti.
Guardando
i granchi arrotolarsi nel lavandino e tra i denti degli ospiti, il
ragazzo ha pensato a una performance artistica, tra Dao, modernità,
profitto e vita. Il Dao dei granchi. Sinceramente: qualche
italiano ha partecipato alla preparazione, si sono tradotti brevi
testi e registrate voci per la performance, ma non ci abbiamo capito
un granché e mi è parso di non riuscire a cogliere
l’esatto messaggio del tutto. Per dire nel volantino tradotto c’erano frasi che suonavano più o meno così:
Forse
qualcuno di noi ha bisogno proprio di questo: rilasciare gli artigli,
afferrare un simbolo e mangiarlo. E come gli animali, adattarci alla
Via della sopravvivenza, senza giudizio alcuno.
Quindi? La mia insegnante, quando le ho
spiegato la performance, mi ha detto: l’arte non va capita.
Punto.
Allora
mi è venuto in mente un amico artista italiano. Un genio che
fa mostre e robe grafiche da togliere il fiato. Una volta l’ho
beccato a scannerizzare le patatine di Mask e farci quadri
spettacolari. Poi un’altra volta mi ha chiesto alcuni omini del
subbuteo. Stava friggendo oggetti per una mostra (la foto è
una delle sue opere). Anche in quei casi mi pareva mi sfuggisse
qualcosa, ma avevo dei punti di riferimento simili: consumare,
produrre, crepare, ad esempio. L’importante era che quanto faceva
questo mio amico mi faceva sempre pensare, pur senza capire il senso profondo, ma percependo elementi comuni.
Nel
caso dei granchi, a essere sinceri, non ho capito quale potesse essere uno sfondo di valori condivisi, grazie ai quali avvicinarmi al senso della cosa. La performance era così organizzata: al 798, nello
slargo che non so perché sembra una sorta di piazzetta
principale di un luogo immenso, su un telo erano stati disegnati i
continenti della terra. Ai lati alcune persone, coricate per terra e
infagottate in maglioni coperte e sacchi a pelo che faceva un freddo
che non mi sarei stupito di vedere spuntare dei pavoni di grandezza
inusitata. Ogni tanto ai performer, che cominciavano a puzzare di granchio, si portava caffè, sigarette. Profughi dei granchi.
In
mezzo al tutto: un centinaio di granchi che si muovevano sui
continenti e sulle persone. Ogni granchio aveva su di sé una
foto che rappresentava un personaggio politico, un brand, un
personaggio storico, reale e immaginario. Un brodo culturale contemporaneo. Potere, fama, soldi, potere. C’erano Shakespeare, per
dire, Berlusconi che faceva le corna, Obama, Mao sulla banconota da
100 yuan, Lei Feng, l’esempio per eccellenza di altruismo e buontade
cinese, e tanti altri.
Mano
a mano una ragazza raccoglieva un granchio, veniva bollito e mangiato
da chi si era prenotato: un tavolino abbastanza lungo era messo di fronte alla performance. In fila come in una mensa la gente si sedeva e con i guantini trasparenti si magnava granchio e si attaccava addosso la figurina di cui era stato carnefice. Vittime e carnefici, natura e
giudizio, non so. Termini che per noi rappresentano riferimenti
culturali di cui siamo a conoscenza. Ma che non sono gli stessi dei
cinesi. E’ stata davvero un’esperienza frastornante. Il tutto è durato due ore circa.
Io
il granchio non l’ho mangiato. Mi sono ingozzato di wurstel cinesi agghiaccianti. Non ho capito cosa significasse la
rappresentazione e temevo che sarebbe stato il granchio a mangiare
me. Allora ho passeggiato per gli avanzi di quel complesso di
fabbriche, apprezzandone la luce buia che rischiarava una certa idea
di Cina. Quella dei poster maoisti, che sembra sempre si siano
accorti troppo tardi di avere finito il colore. Pallida, ma roboante.
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il mio sito è fermo da 7 anni, cambio giusto la splash
la prossima volta metti questa come opera
http://www.flickr.com/…s/10343409@N04/978489692/
ehehe
sususususus
oh mirko intanto:
SUS PD PM PG
ma il tuo cazzo di sito non va eh!!
cmq quel film di jodorosky o come minchia si scrive l’ho visto un paio di giorni fa in un baretto a Pechino…gente che impenna, direi.
😀
Sempre U Seggie
b.
l’artista più grande du mundu.
mi ricorda questo grandissimo…Jodorowsky
http://it.youtube.com/watch?v=UIojjii4aBQ