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[Olympics] Mao Olimpico

Dal forum "Strong Nation", un punto di vista cinese sulla cerimonia di apertura…
Before
the opening ceremonies of the Beijing Olympics, I made a series of
posts about the views of Chairman Mao, Premier Zhou, and Deng
Xiaoping on sports, and the Olympic Dream of Marshal He Long. The
point of those posts was to note that our country’s top leadership
greatly valued sports, and that China’s magnificent athletic
achievements today are inseparable from the efforts of that earlier
generation of leaders.

The opening ceremonies were
dazzling, and I watched them from beginning to end. But there was
regret amid my satisfaction: I felt they valued the past over the
present and lingered on ancient culture and tradition, giving just a
brief nod to modern times. Perhaps, I thought, they were so afraid of
involving sensitive "politics" that even our leaders’
strong support of sports was something they didn’t dare bring up? In
old China, we were bullied by politics and sports faced
discrimination as well. It was only when Chairman Mao and his
generation of revolutionaries led workers and peasants to revolt and
fight against the world that a New China was born and the Chinese
people could stand up, gradually growing strong enough to hold their
heads high on the world stage, taking part in the Olympics, winning
gold medals, and ultimately to fulfilling a century-old dream. This
is a fact that no one, not in any country in the world, is able to
deny. Why can’t we declare this loudly, and with confidence? Could
Confucius have done this? No, Confucius never even dreamt of it; his
greatest function was to do his utmost to protect feudal rule. And
why didn’t they trumpet China’s economic reforms and its opening up
to the world? What were they afraid of? Were they worried that some
of the countries in attendance would resist? Why should we look to
them for cues on how to act? These
are the Beijing Olympics, so they ought to show off the full measure
of Chinese culture and the human spirit, especially in its modern
form: "The East is Red" broadcast from the moon, the
well-clothed and well-fed Chinese people, Chairman Mao’s flourishing
national fitness campaign to "promote sports and improve the
people’s health," how the Sick Man of Asia is gone, never to
return….Without
Chairman Mao, would we be able to relax in the Bird’s Nest or in
front of our TVs to watch the Olympic Games?

Posted in Pizi Wenxue.


[Rubrica!] Cazzate Olimpiche 4 e mezzo

Oggi
sono incazzato, quindi sarò breve e niente premio, che c’è
poco da ridere…A furia di leggere mi sta venendo da vomitare. E non
è l’aglio e neanche Fufi. Poesia Pura da Gaia, al solito:
Tutto, a un’Olimpiade, ha un respiro ampio, largo, globale, unico
nel suo genere. A Pechino in questi giorni ci sono personalissime
delegazioni provenienti da tutta la galassia. Mancano solo i
giornalisti extraterrestri ma forse mi sbaglio, si aggirano qui da
qualche parte, sono vivi e lottano insieme a noi. Ed è
un’emozione galleggiare dentro quest’atmosfera cosmopolita, united
colors of the world, assaporando ogni momento di questa festa mobile
che coinvolge, letteralmente, ciascuno dei cinque continenti. Dalla
pista al podio, dalla pedana alla piscina, dal tatami al ring. Dal
mondo al bus chiamato desiderio.
Che voglia di Fattorie Rosse e rieducazione…

Perrone,
che stimo, mi cade proprio quando stavo cominciando ad assolverlo
dalla rubrica. Leggete: Leggo con interesse il blog della mia amica
Gaia, qui a fianco. Da anni giriamo insieme e conosco i suoi gusti
alimentari, anzi mi diverte il suo modo di procedere al ristorante.
Prima si fa declamare tutto il menù, poi, immancabilmente
chiede un’insalata di antipasto e un primo, o un altro piatto di
verdure (talvolta, per non rimanere senza proteine, un pesce).
Ma non
puoi dirle a voce queste cose?
Ce l’hai il cellulare no? Mandale un
sms. Perché su un quotidiano? Perché non mi spieghi
cosa succede in sto cazzo di paese?

E
allora chiudo con un’invettiva, che non è mia. Come avrete
notato di Cavalera e Rampini (corrispondenti storici di Corriere e Repubblica) in questa rubrica nessuna traccia, perché confronto
a questi blogger e giornalisti prestigiosi sono dei SIGNORI GIORNALISTI. E allora Cavalera che mi piace
perché gentile, intanto, iperdisponibile, inoltre, e soprattutto umile
nei confronti di una cosa gigante come la Cina, oggi ha scritto
questo che vi metto di seguito. Chissà se Perrone oltre alle cazzate della sua amica,
legge pure questo. Così magari chiude il blog.

Non
è con l’ignoranza che si difendono i nostri valori occidentali
più alti. Alcuni
hanno scritto che la Cina è deserta. Non ci sono turisti. Non
è vero. Hanno scritto che Tiananmen era vuota. Non è
vero, era piena di gente per vedere le riprese. E poi, come al
solito…l’odore d’aglio…l’antipatia…e cose del genere. Ripeto,
sono il primo a non comprendere la sottigliezza e la profondità
della cultura cinese. Sono il primo ad essere severo (fin troppo mi
accusano) spesso. Però ho l’impressione che l’Italia, che
spedisce Manuela Di Centa (!!!!) a rappresentarla in tribuna autorità
(che disastro), continui a sbagliare. E’ colpa nostra. Di noi
giornalisti. troppo presuntuosi e poco aggiornati.

Citazione
fuori concorso,
solo per
celebrare il fatto che domani parto e vado a Urumqi, nello Xinjiang, da quei cattivoni degli uiguri. Urumqi, tra l’altro, è la città
più distante dal mare al mondo. Vado a vedere come vivono le
Olimpiadi gli uiguri. Prometto articoli su spiedini di
Pluto
al barbecue, o su come pisciano i cinesi musulmani, per lo più.

And
there stood I

the
complete anti hero

brilliantly
alone

crumbling
stone by stone

Beirut
crumbling
stone by stone

Beirut

Posted in Pizi Wenxue.


[Rubrica!] Cazzate Olimpiche 4 (pre speciale Cerimonia)

Italia
molto festosa. Educata nelle prime file, più vivace nelle
retrovie.

"E direi anche vestita male. Solo Belgio e
Ucraina hanno fatto peggio".

Lo penso anche io. Infatti a scrivere è Gianni Mura che su
Repubblica ha iniziato la sua rubrica olimpica. Non nascondo un’esultanza, essendo il predetto Mura la mia stella polare. Tranne lui nessuno sa usare l’italiano e l’arguzia. Un mito, anche se lo preferivo anni fa. La sua rubrica è il suo diario lontano da
Pechino, intervistato da se stesso (Giuseppe Smorto). Non sono
daccordo con lui su alcuni giudizi, ma Gianni Mura è Gianni
Mura. Inizio
speciale per la rubrica che volevo chiamare Cazzate Olimpiche,
speciale Cerimonia
. In realtà poiché i giornalist
staranno ancora scrivendo ed elaborando versi indimenticabile per
dire: figata, a tratti di legno, belli i fuochi, il tipo che volava è
stata una bella trovata. Ora per favore, che si cominci a
gareggiare. Quindi questa è: Cazzate Olimpiche 4 (in
trepidante attesa per il numero speciale sulla cerimonia)
.

Oggi
ho scoperto gli speciali de La Stampa, un tesoro inesauribile. Giulia
Zonca e la sua storia mi hanno commosso, fatto ridere e cose che non si possono dire. Giulia Zonca va al Wal Mart a Pechino. Dice che
è
un strano posto, ci sono i normali scaffali e un’area organizzata a
mercato con uno che urla il prezzo del pesce e l’altro che esibisce
i colli delle galline.
Un
supermercato. Perché strano? Ma forse è una
premonizione, perché quando Giulia si avvicina a un uomo della
security, quello scatarra. Ohibò. Giulia osserva attentamente,
a quanto pare:
non
(sputa) proprio a terra, in un angolo immondezzaio e credo anche che
centri la pila di vaschette di polistirolo usate.
In
tempi olimpici punteggio basso, ma Giulia ha un occhio attento.
Purtroppo però la spesa va a farsi benedire:
Io
non credo che potrò comprare niente, neanche il dentifricio
incartato di cui avevo bisogno. Ma sto lì a guardare lo
sputacchiatore.
Incantata
da uno scracchio. Che se vuole io ormai faccio le gare di notte con i
sputacchiatori cinesi a sputacchiare dentro un dentifricio usato.
Ruttiamo anche e ci facciamo crescere le unghie del mignolo. Giulia
scriverebbe tutta la vita. Ma Giulia, invece, spezza l’incantesimo e
si rianima, con un pensiero che chiude l’articolo, seminando domande
inquiete in questa torrida Pechino. Giulia pensava, beata innocenza!,
che gli sputacchiatori non esistessero. Invece:
Li
avranno deportati insieme con i dissidenti perché è il
primo che vedo. Lui si sente osservato e per distrarsi scaracchia di
nuovo, stavolta giusto all’angolo della tenda gialla. Ci sarà
un’altra uscita?

Anche La Stampa, nei suoi speciali, parla del cane Pluto. Che diventa Fido (Guido Tiberga):
Stamani
il China Daily rifletteva sul divieto di servire carne di cane nei
ristoranti. "Agli Occidentali sembra dar fastidio soltanto
l’idea", diceva il giornale. Non senza stupore, visto che
proseguiva raccontando dei "molti occidentali" che
chiedevano ai camerieri una bella fettina di Fido. Ai cinesi spiace
dire di no, e così il China Daily riferiva della scusa più
usata dai cuochi della capitale. "Il cane è un cibo
invernale, con questo caldo non lo serviamo".
Ma
Gaia Qualcosa (Corriere), per chiudere in bellezza, lo chiama anche Fufi!
Leggo
sul China Daily che, in realtà, nel paese i pranzetti a base
del migliore amico dell’uomo sono molto meno diffusi di quanto si
possa pensare, che Fufi resiste nei menù solo di certe regioni
di provincia.
Poi alla fine il torbido segreto: Gaia dice di essere vegetariana. Sarà contento Pappi.

Sottorubrica:
Citazione
della giornata e quarto premio in palio (un pass a caso per accedere
a luoghi che non saranno più disponibili. Però su ebay
qualcosa potrebbe valere)
.

Una
monetina per il Chiapas
Una per Filippo che è partito per
Caracas
Milioni di monete per il sogno di una terra dopo il
mare
Per chi malgrado tutto continua a navigare
Una monetina
per la Cina
Una per il ponte sullo stretto di Messina
Sperando
che il calore della terra siciliana
Possa sciogliere la nebbia
fissa in Val Padana

Archivio:

Cazzate
Olimpiche 3

Cazzate
Olimpiche 2

Cazzate
Olimpiche

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[Rubrica!] Cazzate Olimpiche 3

In
attesa dei fuochi d’artificio notturni e quelli dei nostri giornalisti per
la cerimonia inaugurale, giornata così e così per le
rubriche. Ma attenzione…La Cina è un gigante che fa
piccoli doni. Ai giornalisti accreditati è stato regalato uno
zaino di piccoli gadget, compreso il “ventilatore Usb”: si
attacca al computer, e funziona (visto il caldo, grazie). E’ un
gigante ingannevole, la Cina, perché è attento e acuto.
Mai scambiare un sorriso con l’ingenuità, da queste parti.
(dalla rubrica di Severgnini). Quindi oggi il premio in palio per
la citazione è ovviamente il ventilatore Usb.

Oggi
esordio anche della rubrica olimpica del
Manifesto.
Doveva chiamarsi
Cul_in_aria, per sbeffeggiare le rubriche dai titoli gastronomici…è invece diventata Chopstik, che ricade in pieno nel blackout di fantasia.
Vabbè. Il titolo – e l’argomento – doveva essere
Anatra
alla pechinese
. E’ diventato
Anatra all’arancia.
Rivabbè. Non si può mica idealizzare un giornale…no? Però si scopre che la salsina buonerrima che
accompagna l’anatra si può comprare su Ebay a 4 euri. Poi c’è
un raccontino di una festa reggae…

Ancora:
A tavola, nel pittoresco cortile di una trattoria
cinese nel quartiere di Dongcheng, arriva un piattino di verdure,
spezie, delizioso sughetto e non ben identificata carne. Oddio,
penso, prevenuta e benpensante occidentale dei miei stivali: non mi
sarò mica imbattuta nel terribile e famigerato spezzatino di
cane? Immediatamente, con grande sollievo, mi ricordo di essere
vegetariana. Non mangerò nulla che ha l’aspetto della carne,
né in Cina né altrove, e quindi non correrò il
rischio di masticare le orecchie di Pluto
.
Indovinate un po’ chi è? E’ lei, è lei. Gaia Qualcosa.

Ho
capito perché mi arrivano telefonate allarmistiche
dall’Italia:
Quasi certamente non pioverà, e la
festa sarà asciutta e impermeabile all’acqua. Forse, non alla
paura.
(Crosetti).

New
entry e vecchi discorsi. Federica Bianchi ha un “blog d’autore”
su L’Espresso, mica cazzi. Ha un sito tutto per sé, di video e
impressioni. Una mini rubrica si chiama Buonanotte. Il titolo
dell’ultima ninna nanna è la La città blindata. E la
città al solito si risolve in un corridoio di moquette e luci
al neon di stanze patrizie:
Non sono più ammessi
visitatori nel mio albergo. C’è un soldato a ogni piano. Le
porte sono serrate o bloccate da metal detector. "Le forze di
sicurezza nazionale hanno preso il controllo dell’albergo", mi
ha confessato, imabarazzato, il direttore. Mi chiedo: tutto questo è
segno di potenza o di debolezza?

Sottorubrica:
Citazione
della giornata e terzo premio in palio, vedi sopra.

si
lo sai che lei è pazza
ma per questo sei con lei
e ti
offre il the e le arance
che ha portato dalla Cina
e proprio
mentre stai per dirle
che non hai niente da offrirle
lei è
già sulla tua onda.

Archivio:

Cazzate
Olimpiche 2

Cazzate
Olimpiche 1

Posted in Pizi Wenxue.


[Rubrica!] Cazzate Olimpiche 2

Quando
ho iniziato a imbarcarmi in questa cosa del giornalismo una volta mi
hanno detto: guarda va bene, però ecco anzi no. Sei troppo
interno a certe cose. Come dire: non scriverai mica dei cazzi tuoi? (tradotto: non penserai mica di fare il cazzo che vuoi?) E
allora con il tempo ho imparato a mascherare come vedo le cose, scrivendo di come sembrerebbero essere. Però, alcuni invece mi paiono proprio sfacciati. Sarà il potere.
Ad esempio in epoca olimpica a me pare che i giornalisti, anziché
descrivere la Cina, o provare a raccontarla, descrivano se stessi in
Cina. Ovvero: gli stracazzi loro. Per
dire. Rampini fece un pezzo sui visti lamentandosi che sua moglie
doveva sbattersi come una matta per venirlo a trovare. E poi tutti,
dico tutti, a raccontare come gli hanno consegnato il bagaglio, come
è l’albergo eccetera. Ma veniamo ad oggi.

L’incipit
è per Gaia Qualcosa (Corriere della Sera!!!). Si che i cessi in effetti ispirano però
belin Pechino è gigante, possibile parlare solo di alberghi
(fighetti), Media Center (e vabbè) e cessi? Si. Il
bagno più vicino all’ufficio del Corriere dentro l’immensa
sala stampa olimpica è quello oltre l’agenzia di Stato cinese
Xinhua, prima strada a destra dopo Usa Today. Il particolare è
meno ininfluente di quanto non sembri, perché l’edificio è
grande, la strada lunga e l’urgenza, a volte, costringe a sprint che
nemmeno il giamaicano Usain Bolt nella finale dei 100…
Ecco
perché l’hanno mandata all’Olimpiade. Vabbè Gaia prosegue nella storia. Che la cinesina che pulisce è veramente simpatica, si sorridono. Gaia è
molto gentile con la cinesina che le pulisce il lavabo. A parte che
sembra di leggere i racconti dei fascisti che andavano in Eritrea e
parlavano di negretti e scimmiette (Gaia sicuramente dirà di
non essere razzista…sono loro che sono gialli), conclude il suo
articolo così:
I cinici colleghi sostengono che in
realtà si tratti di una soldatessa dell’esercito cinese sotto
mentite spoglie, pagata per tenermi d’occhio (insieme al plotone di
giornalisti calati su Pechino per i Giochi) anche in bagno. Ho scelto
di non crederci. Stamane le ho sorriso più calorosamente del
solito. Domani, forse, prima della pipì l’abbraccio.
Ora
va bene che i cinesi con le Olimpiadi sono paranoici. Ma perché dovrebbero
seguire una che scrive ste minchiate?

Ma
veniamo al momento tanto atteso: Severgnini. Dico la verità:
dopo il primo capoverso non ho retto e non ho continuato. Ve lo
riporto qui.
Ieri
sera al ristorante “L’isola”, quartiere di Sanlitun. I
proprietari sono sardi di Jerzu. Per prepararsi a tre settimane di
Giochi in mensa, ottimi i ravioli dell’Ogliastra, con patate e
menta. Si chiamano “culugiornes”: ci porteranno fortuna?

Infine
attenzione. Leonardo Coen di Repubblica (che il nome se penso a
Cohen, e ai Cohen mi incazzo. Ma come ti permetti ad avere quel nome lì!?!?) anche lui è a Pechino. Infatti:
Quando il mio aereo ha iniziato la lunga discesa
verso l’aeroporto di Pechino, inutilmente ho tentato di vedere la
città. Come a Linate, ai bei tempi della nebbia in Val Padana.
Non si può avere tutto dalla vita.
Il
mio aereo, il mio albergo, il mio cesso. Le vostre cazzate.

Sottorubrica:
Citazione
della giornata e secondo premio in palio (binocoli olimpici, piccoli
e maneggevoli…)

Terra
di meraviglie,

terra
di grazie e mali, di mitici animali da bestiari

s’
arriva dai santuari,

fin
sopra all’ alta plancia,

il
fumo della gangia e dell’incenso.

*

Soluzione
della prima citazione. Paolo Conte. La Casa Cinese.

Posted in Pizi Wenxue.


[Rubrica!] Cazzate Olimpiche

Dato che ci sono
un sacco di rubriche ne faccio una anche io e la chiamo per quello
che è. Perché ho scoperto che ce ne sono talmente tante
che ho faticato a recuperarle. Una mole di simpatiche idiozie, anche
per chi, come me, non può certo fare l’espertone. Quindi non
mi soffermerò su traslitterazioni disastrate (uno sulla
Gazzetta ha raggiunto picchi storici per spiegare come l’Italia sarà
presentata come 190esima e qualcosa), però come dire…c’è la scusa del refuso e compagnia cantante, le pronunce (scritte tipo: ni
hhhhao ) ad minchiam o traduzioni deliranti. Mi sono quindi
soffermato proprio sulle minchiate.

Cominciamo
dalle rubriche. Fantasiosissime. Scatole Cinesi è la
rubrica di Crosetti, su Repubblica, che regala alcune gioie di cui
parleremo a breve. Il top è il Corriere. Severgnini simpatico
come quando Figueroa me la mette fuori a un centimetro dalla porta e
io invoco la scure estinzionista per tutti gli umani con la maglia a
righe di trecento colori, ribadisce il suo – ansismo e la
chiama Olimpitalians e c’è da giurare che la menerà
con la pronuncia inglese e blabla. Non vedo l’ora che cominci.
Perrone da vecchia volpe (oltre che ottimo scrittore di romanzi
pallonari) e fine amante della classe che trasuda dal trash titola
Vieni avanti Pechino. Scontata Ravioli al Vapore di
Gaia Qualcosa
Pizza e mandolino.

Chicca
della giornata. Maurizio Crosetti, sicuramente un maestro per i suoi
colleghi, titola: Un inchino prima di fare la pipì. Che
uno dice: Crosetti sei in Cina, mica in Giappone. Ma non solo: ad
esempio le perquise dei chinai avrebbero delle caratteristiche che ti
viene da farti perquisire ad libitum: Quelli che ti perquisiscono
ovunque, sempre, perlustrandoti con mani anche femminili che a volte
sembrano forse indugiare un po’ troppo, però si scusano, sono
gentilissimi e sorridono sempre.
Cioè
Crosetti, fammi capire, pensi che indugiano un po’ troppo, come dire:
gli piaccio e mi tocca e poi si scusa. E andarsene fischiettando
Sono
diabolico nell’amplesso

Gaia
Qualcosa scrive:
E
come fai ad arrabbiarti con qualcuno che ti guarda con gli occhioni
sgranati da panda e la dentatura a pianoforte?

Voto:
9 direi, specie perché dopo poco definisce Pechino la
Svizzera
Orientale
.
Gaia, sei solo uscita da un aeroporto, aspetta qualche giorno. E
ancora:
Credevo
di aver cambiato emisfero, fuso, lingua, continente, valuta. Sono
entrata nel centro stampa dell’Olimpiade e ad aspettarmi c’erano
nonno Libero di "Un medico in famiglia" e Antonella Clerici
che stava mettendo sul fuoco dei saltimbocca alla romana.La
televisione era sintonizzata su Rai International, tutto già
visto e gà sentito. E che dire della mensa per la stampa?
Solerti signorine ti aspettano al varco con il vassioietto con gli
avanzi in mano e si scatenano in una raccolta differenziata dei
rifiuti che nemmeno il portinaio del mio condominio a Milano…
Come
diceva Moretti: ve lo meritate Alberto Sordi.

Ancora
Crosetti: dopo che i volontari sembrano la mollica di Pollicino (certo che l’Asia stuzzica appetiti poetici particolari), sti cinesi che ti combinano?
Cazzo pensavamo fossero lerci e invece?
I
bagni, puliscono sempre, continuamente, ossessivamente, anche mentre
sei lì che li usi, donne e uomini con stracci e senza
imbarazzi. Mai vista tanta pulizia. Quando hanno finito (cioè
mai), si piazzano ai lati della porta come sentinelle e aspettano.
Mai, nella vita, qualcuno ti aveva fatto l’inchino prima della pipì.
Domanda:
hanno
indugiato mentre ti facevano,
l’inchino?

Finisco
con una sottorubrica: Citazione della giornata e primo premio
in palio (i cerotti olimpici. Non vale Google…vabbè):

Stai
cercando una strada
Tutto quello che vuoi
Ecco un’anima nuda
Di
che non lo sai
E invece ho chiesto che cosa
Stai cercando
laggiù
C’è la casa cinese
Dipinta di blu

Posted in Pizi Wenxue.


[Olympics] L’informazione

Ah
l’informazione. Torno a casa dopo che un grande, senza ironia, mi ha
messo a posto la caviglia, almeno spero, tentando di strapparmela a
mani nude. Accendo il pc per vedere se i miei piani per articoli nei
prossimi giorni saranno sconvolti da cronache quotidiane da
rincorrere, tappare, copiare, mentre cerco bacinelle dove bollire acqua e appoggiare mezzo di chilo di cortecce e foglie e funghi e erbe che mi hanno dato. E vedo:

Repubblica.it:
Cina, presi 18 terroristi stranieri.

La
Stampa (sic): arrestati 18 terroristi stranieri

Belin.
Vado a vedere le agenzie e scopro che il titolo del lancio è:
18
“terroristi” dello Xinjiang arrestati nell’ultimo anno
.

Invece
segnalo con piacere la novità che giunge da Peacereporter che
in presa diretta racconterà, grazie a persone che stanno qui e
non da poco, le olimpiadi pechinesi. Su almeno tre della banda dei
sei, garantisco personalmente…per quel che conta.

Posted in Pizi Wenxue.


[Beijing] Alternative 4

Qui,
tutto il meglio è già qui,
non ci sono parole per
spiegare ed intuire
e capire, Madeleine, e se mai ricordare…

E’
che oggi a Pechino ci sono state proteste, a Tian’anmen.

E
nello Xinjiang esplosioni. E allora mi hanno chiamato in un po’. Solo che oggi i miei opposti sono poco cortesi, come un dialogo mediatico su autostrade elettroniche. Si finirà a parlarsi nelle maglie trucidate da messaggi on line. A Pechino è tornato il cielo grigio
e l’odore di rutilante smog. Sulle esplosioni, ho trovato parole sminuenti che tanto
queste cose non ci impressionano, né ci tangono. Certo è strano, ritrovarsi l’Europa in Cina. Sono giorni di caviglie. Ho ritrovato la mia gonfia, nera blu e
che riflette grigio. Avrei dovuto fare altro, oltre che contare
minuti. Devo
anche trovare il modo di spiegare i regali, le sorprese e il tempo
che, da tempo, fugge via rapido. Come fossimo capaci a parlarci solo
da stanchi perché da attivi, forse, sono troppo chiari i peripli di cemento armato. Tante colonne una dietro l’altra, coperte da plexiglass e materiale non infiammabile. Ci sono anche gli elicotteri e quel rumore è inconfondibile. (e proteggimi le sopracciglia dai manganelli). Ti ho detto che sono stanco. E’ Pechino che si svuota e si popola
troppo solo per me. E’ scoprire differenze tra ambienti conosciuti e
una frase che rimbomba nella testa, mentre i taxisti in divisa
proiettano traiettorie su queste cazzo di strade: ci patisco a non
sapere tutto e subito. Ho chiamato donne e uomini, per interviste,
spunti e lavoro. Come cercassi un centrale atomica dove annientare scorie acide.

Mi
hai chiesto quando torno, domandandomi, un attimo prima, se ricordavo
quando ero partito. Mentre il nome Olimpiade, in cinese, conquista
migliaia di appena nati, in questo agosto nell’Impero.
Ta
C’hu
: propizio
è attraversare la grande acqua
. E svegliarsi col sole.

Dreaded
memories flood back to me

But
there’s still a willful mind behind these cold

psychotic
eyes

Now
I tread this path so differently

Posted in Pizi Wenxue.


[Olympics] Wen Jiabao

Chi
è Wen Jiabao, il premier cinese?
La scusa era mettere questa foto
di Wen che stacca di destro e colpisce con la mano mancina. E, come
fanno notare alcuni blog cinesi, sfoggia una invidiabile coppia nera
tra calze e scarpe, molto apprezzata da chi non ama gli spesso
bianchi calzettini dei cinesi. La verità è che ho
trovato questo articolo on line su di lui, su un giornale australiano, prodotto durante una visita in Australia di Web Jiabao.

China’s
Premier is an ordinary man with an extraordinary challenge ahead of
him.

There
is a story, one of many, about China’s "man of the people",
Premier Wen Jiabao. He was driving through the countryside with the
sort of entourage that always accompanies senior leaders when he
insisted on stopping the car to relieve himself. Before his minders
knew what was happening, the wily Wen was down in the village talking
to the peasants.

Joseph
Fewsmith, a professor at Boston University’s department of
international relations, says he doesn’t know if the story is true,
"but whether it is or not, it certainly suggests the way he is
perceived; that he really wants to talk to the people and see what’s
happening on the ground".

Wen’s
habit of wearing an 11-year-old coat has also helped his proletarian
credentials. The official Xinhua newsagency has a web page devoted to
pictures of Wen wearing the dull-green winter overcoat since 1995.
Certainly, China’s second most important man, who arrives in
Australia tomorrow for a four-day visit, appears a little more
willing than most of the country’s leaders to stray from the script.
But like all good politicians, he plays to his audience.

In
rural China he might dust off the old green coat, but when he
addressed an audience at Harvard a few years back, Wen — a
voracious reader with a master’s degree in geology — referred to
Descartes, Voltaire, Goethe and Kant, as well as lesser-known figures
such as Gottfried Leibniz and Enlightenment thinker Baron de
Montesquieu, throwing in American philosopher Ralph Waldo Emerson and
Charles Dickens for good measure.

His
reputation is as a talented technocrat with a populist bent,
committed to continuing economic reform and possibly moderate social
and political reforms, and more approachable than the famously wooden
Hu Jintao. Three
years after his elevation to premier, Wen’s reformist and populist
credentials remain undimmed. In
the face of a backlash from conservatives arguing for a slowdown in
China’s headlong embrace of market reforms — for example, by not
selling off any more state-owned assets — Wen has unequivocally
stated, most recently at this month’s National People’s Congress,
that there will be no turning back.

But
recent crackdowns on journalists, writers, academics and
non-government organisations that are deemed possible subversive
influences show that Wen does not stray too far from orthodox
Communist leadership thinking, which is to "maintain stability
at all costs". In
an interview granted to the Washington Post in 2003, Wen was asked
whether political reform should be accelerated to keep pace with
China’s massive economic reform. "In
essence, political restructuring in China aims at integrating the
leadership of the Chinese Communist Party, rule of law in the conduct
of public affairs and the people’s role as masters of their own
affairs," Wen replied. The elegance of this formula belies the
complexity of what is a herculean task.

Without
social and political stability, China’s leaders fear, with good
reason, that economic growth will become a juggernaut propelling the
country into chaos — and the Communist Party out of a job. They
shudder at the thought of the disintegration of the Soviet Union and
the colour revolutions that toppled despotic governments in Ukraine
and Georgia. A
talented and capable technocrat who has managed to survive under
three party leaders, Wen, along with President Hu Jintao, is in
charge of steering China through its next phase of development:
moving to a market-driven economy in which consumer demand drives
future growth, rather than massive injections of government funds
into building factories, steel mills and the like.

China’s
massive growth — averaging almost 10 per cent a year for the past
25 years — has been almost entirely due to investment, but this is
not sustainable in the longer term, hence the painful structural
changes under which China has privatised most of its state-owned
enterprises, making millions of previously secure workers redundant. A
metaphor Wen has used several times publicly describes the
development challenge presented by China’s size. Any small problem
multiplied by 1.3 billion (China’s population) becomes a big, big
problem. And any wealth generated by growth, when divided by 1.3
billion, becomes very, very small per capita. David
Kelly, senior research fellow at the East Asian Institute at the
National University of Singapore, says Hu and Wen inherited a
political time bomb from former president Jiang Zemin because all the
problems in the countryside had been allowed to fester while China’s
urban masses grew wealthy. "Jiang
Zemin built a big following with the urban middle classes, who were
well served with new roads and apartments blossoming. Meanwhile, even
in the cities, the gap between rich and poor doubled, so the net
result is that Jiang and Co. really saw the countryside go down the
tube," Kelly says. Vowing
to create a "new socialist countryside”, Wen has gone around
the country, drinking cups of tea with miners and shaking hands with
farmers and little old ladies, reassuring them that the Government
understands the rural distress and is going to do something about
health, education and corruption issues such as illegal land
seizures. In
December, Wen warned rural officials against making the "historical
mistake" of failing to protect farmers and their lands — much
of it seized for development without adequate compensation — which
he predicted would lead to more violence. Official
statistics showing incidents of social unrest soared last year to
87,000 illustrates the depth of unhappiness. It also, it could be
said, helps strengthen Wen’s and Hu’s hand in forcing through the
reallocation of resources from the wealthier eastern provinces to the
impoverished hinterland and west. The
economic growth of the past two decades has been built on the back of
cheap but relatively well-educated labour. But when state-owned
enterprises — which provided Mao’s famous "iron ricebowl"
of housing, education, health and pensions — were abolished, no
national social security network was created to replace it.

China
has massively deinvested in education and health, and China’s next
generation of workers may not be as well educated or trained as they
need to be to keep up with a global economy. Kelly
says the question now is whether Hu and Wen will just throw money at
the countryside or tackle those difficult structural issues,
including rampant corruption and inefficiency. "They do deserve
credit for marketing these policies (of reducing rural poverty), but
we’ve yet to see if it’s more than just marketing," Kelly says. Wu
Guoguang was a policy adviser and speechwriter to former premier and
Communist Party chief Zhao Ziyang when Zhao made his famous visit to
the Tiananmen Square protesters in 1989. Now
holding the chair in China and Asia-Pacific relations at Canada’s
University of Victoria, Wu says Wen and Hu are serious about tackling
the problems facing China.

"But
… they don’t want and are not able, I guess, to tackle the problems
with any systematic, institutional reforms," Wu says. "As
the problems do have their institutional roots in the current
political system, you may conclude that they are not really serious —
my speculation is that they are just … (trying to) postpone the
outbreak of those problems into crises to the date after their
tenure." Kelly
says while much is made of Wen’s "man of the people" style,
in reality he is just the least wooden of the current leadership:
"You don’t go to China expecting to meet Jackie Chan running the
Communist Party. It just doesn’t happen … but you’re actually
better off with someone sensible and dull in charge because China is
now in the situation when the one thing we don’t want is for China to
have a major hiccup, because we will feel it. China’s
voracious appetite for Australian iron ore, liquid natural gas,
uranium and other raw materials has underpinned Australia’s recent
prosperity. Wen’s
visit is an affirmation of the warmth of bilateral relations,
notwithstanding recent tensions over a Chinese-imposed cap on iron
ore prices. Wen is expecting to sign a long-term agreement on
uranium, including not only buying Australian uranium but its
exploration and mining.

Accompanying
Wen is a highpowered delegation including foreign affairs, commerce
and planning ministers. Wen
will spend half of his eight-day, four-nation visit in Australia. He
will also attend the inaugural China-Pacific Island Countries
Economic Development and Co-operation Forum in Fiji and visit New
Zealand, which is also negotiating a free trade agreement with China. Wen
will want reassurances that Australia will continue to respect
Chinese sensitivity over Taiwan, Tibet and Falun Gong, while
Australia will want some commitment to hastening the pace of free
trade agreement negotiations, which, after more than a year and four
rounds of talks, have yet to begin in earnest.

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[Olympics] Nascere l’8 agosto 2008

Today’s
Information
Times
,
a Guangzhou based newspaper, reported that some expectant mothers in
Guangzhou are asking their doctors to rearrange the delivery date for
their babies to coincide with the opening of the Beijing Olympic
Games on August 8.

One
couple, Mr and Mrs Liu, told the
Information
Times

that when planning to get pregnant last year, they consulted doctors
and calculated the length of their babies gestation in hopes that
their baby would be born during the Olympics. Unfortunately, things
did not turn out as planed; Mrs Liu began to show symptom of
premature labor, and after an examination, doctors suggested she
allow them to deliver the baby early. On July 25, Mrs Liu gave birth
14 days ahead of schedule.

There
are many couples like the Lius who want to have Olympic babies.
Recently, the number of baby birth per day have risen abruptly in
Guangzhou’s major hospitals. According to the hospital, this surge is
due to the substantial number of couples who were hoping to give
birth on August 8.

Hou
Hongying, a obstetrician of the Sun Yat-sen University’s Third
Affiliated Hospital in Guanzhou said there was an expectant mother
pregnant for only 36 weeks who requested a cesarean section on August
8. Hou said that doctors can only deliver babies – and schedule
cesareans – based on what is best for the health of the mother and
child, not the families scheduling wishes.

A
woman surnamed Zhang said that though her baby is due August 10, she
and her family hope that she can deliver 2 days early so they can
have a Olympic baby. Zhang hopes that more physical exercise might
help her give birth early, so she exercises by climbing the stairs in
her apartment building.

While
some mothers are making every effort to give birth on this auspicious
day, others who did not attempt to schedule their babies birth worry
whether there will be enough beds in the hospital. Some mothers who
were due on August 8 have even decided to give birth two days early
to avoid the crowd.

Another
newspaper, the
Yanzhao
Evening News

has a report today on a similar phenomena in Shijiazhuang, the
capital city of Hebei Province. (da danwei.org)

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