Skip to content


[China] Il Maestro della Notte

La
copertina non è male. In questo giorno interlocutorio, in
fatto di fonti interessanti on line, riprendo il discorso sulle
letture cinesi. Dopo i saggi e English, Mo Jan e Yu Hua (il mio
preferito) e tanti altri
, Spaghetti cinesi e romanzi di scrittrici cinesi, ecco
Il Maestro della Notte, di Bai Xianyong, Einaudi. In copertina il consueto slogan così
così: il romanzo della gioventù bruciata cinese.

Il romanzo è interamente ambientato a
Taiwan. Nella notte di Taipei, nelle sue luride, lugubri e allo
stesso tempo vitali scorciatoie di vita e morte, sconcezze, orgasmi e
nude romanticherie. E’ la storia di un Maestro e mille incontri, così sempre uguali e così, ogni volta,
diversi. Tante storie e la consueta caratteristica che mi pare di avere riscontrato in molti autori
cinesi.

Ovvero, la capacità di affacciarsi al presente e ai suoi temi più problematici, con plot e
dinamiche di trama non distanti dagli autori occidentali, ma che
mantiene intatto uno stile narrativo e di metafore,
immagini, espressioni, sfrontatamente e tipicamente cinesi in cui rivedono persone e situazioni reali, per chi ha potuto sostare qualche periodo in Zhong Guo.

Espressioni, volgarità, modi di dire e l’arte di narrare
affidandosi a scorci, a immagini: impossibile descrivere tutto,
impossibile vedere solo una parte del tutto. Come diceva Mao, senza inventare niente, ma inserendosi nel solco della millennaria cultura cinese, in
tutte le cose, l’uno si divide in due
. Sintomo di strade cinesi, per
valori e idee solo avvicinabili a istanze occidentali, ma mai
realmente convergenti e identiche. Valori e proverbi che dimostrano la difficoltà a comprendere un paese così diverso, nelle affermazioni e nelle negazioni, così come nelle reazioni al divenire della storia. O, come accade ne Il Maestro della Notte, della vita.

Mille
storie si avvolgono – e si dividono in due, e ancora in due, e
ancora – intorno alla notte di Taipei, luogo deputato a raccogliere
gli umori di giovani e meno giovani, costretti a vivere di notte.
L’omosessualità – e il viversi l’omosessualità in
Cina – non è protagonista del libro, sebbene sia l’elemento che ha determinato una prima censura in Cina e a Taiwan del libro: l’omosessualità appare più l’elemento che fa da
sfondo, provocatoriamente considerato scontato e che unisce: è l’elemento semplicemente previsto (i protagonisti principali sono tutti omosessuali) di drammi e sterili successi o
ritorni a una vita normale, che si aggrappano a speranze di volta in
volta vane e vagamente surreali. Vecchi, bambini, ricchi, poveri. Un
universo privilegiato per chi ne conosce ogni anfratto,
clamorosamente incolore per chi non sa cogliere tutte le sfumature
della notte.

Posted in Pizi Wenxue.